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Nel pomeriggio di oggi mercoledì 12 luglio si è dimesso dal suo incarico di presidente della Multiservizi, Giuseppe Costanzo.

 

Al momento non sono note le motivazioni di tale decisione.

La cosa appare strana a tanti, anche perché il presidente della Lamezia Multiservizi Giuseppe Costanzo è un uomo molto coraggioso

Costanzo infatti non si è dimesso nel marzo del 2106 quando ricevette insieme al vicepresidente Massimiliano Tavelladue lettere anonime con minacce di morte.

Anzi ha dichiarato che "Nonostante un comprensibile momento di sgomento dinanzi a tali inusitati gesti, teniamo a ribadire che rimaniamo sereni nel perseguire il nostro intento nell'amministrare, che è volto solo alla tutela degli interessi generali, dei cittadini onesti e dei lavoratori della Multiservizi S.p.A.

 

I fatti intimidatori sono stati regolarmente denunciati, presso il Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, per le indagini del caso”.

Non solo ma anche avuto il coraggio di denunciare presso la Procura della Repubblica di Lamezia Terme la diffusa e malsana pratica del ricorso da parte di alcuni dipendenti a medici presunti compiacenti per il rilascio della certificazione giustificatrice dell’assenza dal posto di lavoro per malattia.

Più precisamente, nel caso sottoposto all’attenzione della Procura, è apparsa paradossale ed inverosimile l’insorgenza dello stato di malattia, formalmente coperto da certificato medico, di un dipendente in coincidenza di determinate circostanze aventi carica conflittuale nei confronti del datore di lavoro.

Ritenendo simili accadimenti gravi ed intollerabili (anche perché ripetuti nel tempo e in presenza di medesime circostanze) per la violazione delle norme poste a tutela di determinati diritti nonché pregiudizievoli dell’efficienza e della produttività della società Lamezia Multiservizi S.p.A. il Presidente, Dott. Giuseppe Costanzo, ha investito la Procura della Repubblica per gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti descritti nell’esposto.

 

Evidentemente oggi sono venute fuori altre gravi condizioni.

C’entra qualcosa il comune di Amantea?

Forse le dimissioni dipendono dal fatto che i comuni non pagano alla spa le prestazioni rese , come succede da parte del comune di Amantea che se da un lato giustamente pretende servizi ancora più ottimali di quelli che la società rende ( ha raggiunto il 65% di differenziata) dall’altro trattiene nelle proprie casse i tributi della Tarsu, che usa evidentemente per altre sue esigenze, ma senza pagare i servizi di RSU creando così una gravissima situazione debitoria che induce ritardi nei pagamenti degli stipendi del personale, ritardi nei pagamenti dei fornitori, fortissimi interessi bancari.

Certo è strana la coincidenza tra la diffida del sindaco Pizzino di Amantea che ha dichiarato di inseguire e combattere contro i vertici della Multiservizi e le dimissioni del suo presidente.

 

Intanto speriamo che dopo la dura nota del sindaco di Amantea si dimetta anche il presidente della Sorical !

Anzi forse non sarebbe male che il comune di Amantea sciogliesse immediatamente il contratto con la Multiservizi, uscendo da socio e magari pagando in una unica soluzione il suo debito, e gestisse direttamente il servizio RSU, costituendo esso una Multiservizi come ha fatto Lamezia Terme ed attuando rigidi controlli onde non rischiare di doversi servirsi di imprese a rischio ……

A meno che non voglia come fa con tutti gli altri di sua competenza servirsi delle cooperative.

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Personale della Squadra Mobile di Crotone ha tratto in arresto un marocchino per illecito reingresso nel territorio dello Stato.

 

 

L’uomo – Abdeladi Babezzin., 25 anni – era tra gli oltre cinquecento extracomunitari sbarcati mercoledì scorso dalla nave Vos Hestia sul porto di Crotone.

Le procedure di identificazione hanno consentito di appurare che il marocchino, già entrato in Italia da Lampedusa a giugno 2014, era destinatario di un provvedimento di respingimento del questore di Salerno, che lo obbligava a lasciare l’Italia entro sette giorni.

 

Dopo essere vissuto per due anni in clandestinità, a giugno 2016 l’uomo è stato raggiunto da un decreto di espulsione con accompagnamento alla frontiera firmato dal prefetto di Milano; oltre alla mancata ottemperanza al provvedimento, nel frattempo la lista dei reati si era allungata comprendendo anche spaccio di sostanze stupefacenti, falsa attestazione a pubblico ufficiale e furto aggravato.

 

Il rimpatrio è avvenuto a marzo di quest’anno, ma prima della scadenza dei cinque anni stabilita dal provvedimento di espulsione, il marocchino è di nuovo entrato illegalmente in Italia, cercando di confondersi tra i 516 migranti raccolti in acque internazionali dalla nave della ong Save the children e portati a Crotone.

 

Dopo l’arresto, Abdeladi Babezzin è stato associato alla Casa circondariale di Crotone.

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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota dell’onorevole Oliverio

Oggetto: IMU piattaforme

"L'ipotesi di defiscalizzazione degli effetti ICI, IMU e TASI delle piattaforme di estrazione idrocarburi ubicate nel mare territoriale, è un fatto di per sé grave e incomprensibile.

Ma prima di tutto si tratta di un regalo di oltre 300 milioni alle compagnia petrolifere, a danno delle comunità locali.

Questa notizia appare al momento come un'indiscrezione di stampa (Il Sole 24 ore 15/4/17).

Secondo questa indiscrezione, la manovra correttiva a cui sta lavorando il Governo conterrebbe una norma interpretativa finalizzata alla detassazione, con effetto retroattivo, degli effetti ICI, IMU e TASIZ delle piattaforme di estrazione idrocarburi.

Ci troveremmo davanti ad una violazione dei principi contenuti nella sentenza n. 3618 del 24 febbraio 2016 della Corte di Cassazione.

Questi principi prevedono che tali fabbricati siano ascrivibili nel catasto edilizio urbano, quindi assoggettabili ai tributi comunali sugli immobili.

Contraddire questi principi provocherebbe un grave danno economico alle casse dei comuni interessati, nel nostro caso il comune di Crotone.

Con una importante ricaduta negativa sui servizi e sugli investimenti già programmati.

È appena in caso di richiamare il fatto che la prevista retroattività, molto probabilmente illegittima e incostituzionale, riguarderebbe gli anni dal 2011 al 2016.

Un danno enorme e del tutto insostenibile dagli enti locali coinvolti.

Vogliamo sperare che queste indiscrezioni rimangano tali, diversamente ci vedremo costretti a proporre un emendamento soppressivo della norma." E' il contenuto di una lettera a prima firma Alberto Pagani e altri venti parlamentari del Pd, tra i quali Nicodemo Oliverio,al Presidente Del Consiglio dei Ministri ,Paolo Gentiloni

Roma 19/04/2017

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