La bassa ed inusuale temperatura ed il freddo pungente non sono riusciti a scoraggiare gli avventurosi “rambo” che da anni mantengono vivo l’appuntamento tradizionale del tuffo di Capodanno nelle acque del mare di Crotone.
A mezzo giorno come ogni anno
Prima una foto augurale.
Popi una “ola” propiziatoria e scatenante la necessaria adrenalina ed infine la breve corsa fino a dentro le acque fredde dello Ionio.
Appuntamento questo di mezzogiorno del primo gennaio seguito anche da tanta gente curiosa ma più freddolosa e pavida che ha salutato, comunque il nuovo anno davanti al mare della città insieme ai “tuffatori”
Presenti anche i volontari della Croce Rossa ed uomini del corpo dei vigili urbani, alcuni dei quali “scesi” direttamente in mare per cimentarsi con la prova del primo dell’anno.
Per mera fortuna nel cielo faceva bella mostra di è un sia pur pallido sole ha illuminato la scena e la performance dei mitici e coraggiosi “atleti”.
Poi il festoso tuffo salutato dall’applauso dei numerosi presenti.
Auguri
E' morto nel pomeriggio di venerdì 28 novembre Mohamed Ebno Errida, di 37 anni, marocchino, residente a Lamezia con la moglie e 2 figli e che faceva l’interprete e mediatore culturale del Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto.
Mohamed, era stato trovato privo di sensi nella sua abitazione giovedì 27 novembre ed era stato immediatamente ricoverato presso l’Ospedale di Crotone
Era stato colpito da una forma di meningite, di tipo batterico, che era apparsa subito particolarmente grave al punto da dover essere ricoverato nel reparto di rianimazione.
Ovviamente il caso ha procurato allarme .
La direzione generale dell'Asp di Crotone, per tranquillizzare ha emanato il seguente comunicato: "Relativamente al ricovero del soggetto affetto da meningite batterica presso l’Ospedale di Crotone e al successivo decesso si rende necessario fornire corrette informazioni al fine di evitare vari allarmismi. Si è trattato di un caso “ sporadico” che rientra nella normale casistica dei ricoveri e nessuna correlazione può essere fondatamente posta con il suo lavoro presso il Campo Profughi “ S. Anna” di Isola Capo Rizzuto . Si è trattato di un paziente con positività ad un germe specifico che è arrivato al nostro nosocomio con un grave quadro clinico già altamente compromesso.
L’Azienda Sanitaria ha da subito gestito il caso con tutte le procedure cliniche ed assistenziali previste. Nel contempo sono state attuate tutte le misure di prevenzione atte a sanificare gli ambienti di contatto. A tale proposito va segnalato che il germe non sopravvive all’ambiente esterno e quindi all’aria e che la profilassi antibiotica va effettuata solo nei confronti di quei soggetti che hanno avuto contatti diretti e prolungati con il malato, si sottolinea che la profilassi non va effettuata nei soggetti che non hanno avuto contatti diretti con lo stesso. Ad ogni modo presso l’Azienda Sanitaria è attiva una Task Force che costantemente monitorizza tutto il territorio"
Il Coisp Calabria, il sindacato indipendente di Polizia e il segretario Giuseppe Brugnano ha chiesto "un'ispezione medica per capire realmente per quale cause è deceduto il mediatore culturale e se c'è il pericolo di contagio".
Inoltre è stato anche chiesto uno screening dei migranti all'interno del centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto". "Siamo veramente all'assurdo: gli operatori di polizia - aggiunge Brugnano - non possono lavorare in queste condizioni di pericolo assoluto per loro e per le loro famiglie".
E’ sempre la stessa solfa.
Falsi terreni e falsi braccianti. Di vere ci sono solo le indennità erogate dall’Inps.
Centinaia di migliaia di euro . Almeno 620.000 Euro le indennità indebitamente percepite a danno dell’Inps attraverso l'assunzione di manodopera fittizia da parte di un'impresa agricola del crotonese.
Oltre 100 i lavoratori che hanno beneficiato indebitamente di indennità di malattia, di maternità e di disoccupazione.
Le indagini hanno evidenziato l’utilizzo di falsi contratti d’affitto relativi a terreni siti non soltanto in vari centri del crotonese, nel cosentino ed addirittura nel reggino e nelle province di Brindisi e Lecce. Molti proprietari hanno disconosciuto le firme apposte sui documenti, dichiarando peraltro di condurre in proprio i terreni.
I terreni del cosentino erano per almeno il 50% superfici boscate e, comunque, per buona parte non idonei alla coltivazione.
In sostanza sono stati disconosciute circa 12.000 giornate lavorative nel periodo dal 2006 al 2011 in provincia di Crotone e per la provincia di Cosenza, il fabbisogno di manodopera da impiegare nelle coltivazioni è stato rideterminato da 7.000 a 350 giornate.
In questo modo l’azienda agricola ha indebitamente beneficiato di contributi per un importo di € 201.000.
I falsi braccianti, unitamente al titolare della impresa, sono stati denunciati, in concorso, per i reati di falso ideologico e truffa aggravata.
L’imprenditore è stato anche denunciato per il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e verrà segnalato anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per la connessa responsabilità in materia di danno erariale