Probabilmente iniziare con le parole “ Amantea da Amare” può far apparire tutto chiaro al nostro lettore, ma poiché per noi questa affermazione più che importante, è vitale, ci sforzeremo di spiegarci ancora meglio.
Ci sono cose che ben sappiamo ma che sottovalutiamo fino a dimenticare.
Per esempio la frase che “Bisogna conoscere la guerra per amare la pace” è di una straordinaria ovvietà, ma la guerra è così lontana che pochi la rammentano a se stessi ed agli altri per evitare tutte le guerre, anche quelle personali.
Ed ancora ci sono cose che abbiamo dentro di noi ma alle quali facciamo poca attenzione.
Noi sappiamo che l’Amore è per natura attivo e che si manifesta nell’aver cura, premura, responsabilità, nell’essere all’altezza, cioè, di rispondere al bisogno dell’altro. Chiunque egli sia.
Ma se amare una persona è in qualche modo facile, amare un territorio, un paese, con la stessa intensità con la quale si possono amare le persone, è difficile.
Ne abbiamo percezione, seppur indistinta, quando cogliamo il piacere e la gioia dei nostri emigranti che ritornano per rivedere le loro vecchie case, i panorami mai dimenticati, i vecchi amici, le feste tradizionali.
Ne abbiamo percezione quando per qualche ragione non riusciamo a cogliere l’ultimo raggio di sole al tramonto sul mare, incantati dalla vista dello Stromboli e dal rosso del domani migliore .
Un tramonto che per noi amanteani è parte di noi stessi, parte della nostra crescita. Come lo erano le piccole luci delle lampare che di notte illuminavano il mare.
Ma parte di noi stessi, della nostra crescita, sono tante altre cose come la rocca del castello punteggiata dai ruderi del maniero, dalla torre civica, dai ruderi della chiesa di San Francesco e dalle case del centro storico addormentato al sole dei caldi pomeriggi amanteani. Un centro storico insieme anche abbandonato.
Per capirlo occorre conoscerlo, visitarlo, viverlo fino ad amarlo
Ed ancora più parte di noi stessi è la storia di questo territorio, di questa comunità, delle sue genti; una storia talmente intensa che è indispensabile conoscere al meglio, perché come il centro storico se la si conosce, lo si ama.
Ed è questo il nostro primo obiettivo. Concorrere a far conoscere storie, fatti, monumenti, paesaggi ed uomini di Amantea, perché riteniamo che solo conoscendo sempre più intimamente la nostra storia si può capire meglio il nostro territorio e la sua gente, si può amare e rispettare Amantea e chi vive la nostra città.
Il nostro secondo obiettivo è Vivere Amantea da protagonisti. Ma di questo parleremo più avanti.
Per ora apriamo questa nuova pagina di cultura locale presentandovi man mano contributi per la migliore conoscenza della nostra città, del suo territorio, della sua storia.
Una pagina alla quale potrete apportare eventuali vostri contributi transitando per l’Associazione Lo Scaffale che si propone come tramite ed alla quale potrete afferire i vs lavori, le vs ricerche, ma anche attingere per avere quanto da essa detenuto.
Cominceremo domani con “Il sigillo di Pietro” di Francesco M. Amato
Giemme