Sono quasi le 18,00 di oggi 5 settembre 2015. La voce fa il giro del paese in pochissimi minuti e lascia tutti addolorati.
A 44 anni e nel pieno della giovinezza non si può morire.
Tra l’altro lasciando sola la giovane famiglia.
Poi si viene a sapere che pochi giorni fa Antonio si era sentito male ed era andato a Paola, al pronto soccorso dove sarebbero stati controllati gli enzimi ma senza ricovero o prescrizioni di ricovero.
Così Tonino Abate era ritornato a fare la sua vita di quotidiano lavoro, spesso arrangiato. Tutto per di portare avanti la famiglia.
Anche stasera aveva sistemato i tavoli nella pizzeria da “Menicuccio” e poi era andato a far riparare i freni della bicicletta nel negozio “Cicli Cima” dove era crollato improvvisamente sul pavimento senza possibilità di soccorso.
Inutili i soccorsi pur immediati. Il 118 poteva solo constatare la morte improvvisa per arresto cardiaco del giovane amanteano.
Arrivano anche i carabinieri della locale stazione che in una seconda fase assentono il servizio funebre.
Immediate le riflessioni della numerosa comunità sopraggiunta nei pressi del luogo dell’evento che si interrogava sia sulla fragilità della nostra esistenza, sia sulla mancanza di reale sanità in Calabria, dove prima si è scialacquato( e per taluni versi sui scialacqua ancora se si pensa a commissari da 600 euro al giorno!) ed ora si lasciano tanti corregionali senza sostanziale ed efficace assistenza, in un contesto dove un marito e padre pur giunto al Pronto soccorso pochi giorni dopo è tornato al Signore per lo stesso motivo per il quale aveva chiesto soccorsi sanitari.
Ed a tutta questa gravissima situazione il commissario Scura vuole porre rimedio chiudendo il laboratorio di analisi cliniche di Amantea.
Che il signore ce la mandi buona!