Ciò che vedete è il risultato della TAC del “colon- retto” della città di Amantea, alla fine di una delle strade che portano al mare, la famigerata Via Garibaldi.
Lì da quell’enorme buco che attraversa la ferrovia, fuoriesce un vero e proprio fiume di escrementi.
Basta farsi una passeggiata sul lungomare nord e un tantino oltre per scoprire il meraviglioso spettacolo di merda che gioiosa si lascia trasportare dalle dense urine per poi tuffarsi nel mare di Ulisse. Un paio di giorni fa, il corposo fiume era proprio lì, alla luce del sole. Amantea e la Giunta comunale non sembra essere scossa più di tanto nel veder partire i clienti dagli alberghi cittadini.
I fondali di questo mitico Mare si ritrovano invasi da un immenso strato di merda, putrescente, che interessa la fascia costiera (circa 12 km) di pertinenza dell’Amministrazione comunale.
Oggi è il 3 agosto 2016 e come tutte le passate estati l'Omerico mare, che bagna Amantea, affoga nelle feci che una ingrata cittadina le somministra ormai da oltre 50 anni.
Questo Mare Nostrum risorsa per i residenti, per i quali sarebbe assurdo andarsene in vacanza in altre località marine, lo è anche per una città, come la nostra, che vuol fare del turismo il settore trainante delle propria economia.
La cittadinanza e gli addetti al settore commerciale, artigianale, alberghiero e balneare dovrebbero indignarsi e ribellarsi.
Un’azione che dovrebbe essere finalizzata nel mandare a casa un’“Amministrazione” indegna e inetta, preoccupata solo di presenziare a qualche stupido evento. Chiaramente vanno ritenuti equamente responsabili tutti gli organi di Stato deputati al controllo del territorio.
In modo duro e risoluto, i cittadini dovrebbero ribellarsi a questa “classe dirigente” che continua a mandare in giro “Sparaballe” a divulgare il verbo del tutto OK!
Ciò che segue è quanto venne divulgato dallo stesso portavoce l’anno scorso di questi tempi, oggetto: spazzatura e fogne spruzzanti: “ Si tratta di stupide leggende metropolitane. Non si può parlare per sentito dire. Non possiamo più tollerare interventi di un folle che parla di cose che non sa.
Abbiamo tanti di quei problemi reali in questo nostro amato paese che non dobbiamo inventarcene di falsi”. Fare l’usignolo (Sparaballe) dell’imperatore (Amministratore) è un inferno, un abisso d’iniquità, di menzogne, di tradimenti, che non si può scavalcare e dal quale non si può uscire puri a meno di essere protetti, “come Dante, dal divino alloro di Virgilio”.
Così parlava a metà del XIX secolo, Honoré de Balzac nelle sue Illusioni perdute.
Chiaramente, sia la Giunta capeggiata dal Sindaco, il loro portavoce Sparaballe e le altre autorità competenti non daranno nessuna rilevanza a quello che è successo un paio di giorni fa e si guarderanno bene dall’ annusare e respirare profondamente, senza mascherina protettiva, ciò che succede alla fine di Via Garibaldi, alle persone che frequentano la spiaggia e il lungomare e ai cittadini che vivono in questa da sempre maledetta strada. Senza alcun dubbio per gli Amanteani ciò che succede al Paese è inevitabile e naturale. Sembrerebbe che Amantea è una di quelle città che di “cambiare” proprio non vuole saperne. Io stesso l’ho scritto spesso con rabbia. Ma ora mi assale il dubbio che possa trattarsi di saggezza e non stoltezza. La saggezza coincidente con l’intuizione di un certo nascosto valore del “non cambiare”. Valore che impedisce di volere, ma soprattutto di potere, cambiare.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik