Sto salendo in piazza. Faccio la curva detta “Delle monache” e due persone mi fanno segno di fermarmi.
Lo faccio e scendo.
Mi fanno vedere un tubo che esce dal muro di Via dante e dal quale esce un filo di acqua
“Eppure non piove da giorni!” dicono tutti e due, quasi all’unisono.
Più che una constatazione è un grido di allarme di chi, di fatto, è portato a credere che questo filo di acqua possa significare una rottura dei tubi della rete idrica che passano sopra.
Quelli della piazza temono che queste rotture possano rendere instabili le proprie case.
Non serve far notare che sotto questo rivolo antico si vede il muschio ed il calcare dell’acqua si è depositato. Segni evidenti che non si tratta di un evento recente, ma antico.
“Appunto” rispondono in coro i due.
E mi fanno vedere che più sotto l’acqua è talmente presente che vi allignano le canne marine ed i fichi nascono anche nei muri.
Evidenzio ad ogni buon fine che nel luogo stesso si vede una vasca per la raccolta delle acque. Segno che si tratta di un fenomeno datato.
“Appunto” continuano i due quasi sfidandomi.
Continuo a fare vedere che è proprio qui che inizia il canale che scende verso la marina e che passa a lato di casa Sicoli in Via E Noto dove, invero, stranamente, la antica linea verticale di scorrimento delle acque, che giungeva fino ai terreni oltre la SS18, piega innaturalmente di 90 ° per congiungersi con il canale di raccolta delle acque della Chiesa madre.
Un cambiamento che sottolinea la sottovalutazione della forza delle acque piovane o sorgive che siano.
Si vede, in buona sostanza, che i due “chiazzitani” hanno paura di perdere la propria casa quale conseguenza di un possibile, temuto crollo della intera piazza.
Un po’ quello che è successo a casa Parise che si è seduta appena espunte le acque del terreno sul quale insisteva.
È il riemergere prepotente di paure antiche e nuove, sollecitate anche dal recente terremoto di Accumoli.
È il timore che le indagini geologiche fortunatamente disposte dal comune possano aver segnalato problemi di stabilità per le case ad ovest di Corso Umberto primo.
E’ noto, come abbiamo scritto, che le carote estratte erano piene di fogna…
Insomma l’acqua è pericoloso, sia che si tratti di acqua piovane che di foga che di acqua potabile.
Tanto più in un contesto di arenarea argillosa
“Per favore, scrivetelo! Dite tutti che abbiamo timori reali. Che occorre controllare le reti idriche e fognarie . lo hanno detto anche i geologi ma non è stato fatto, dite che i segni dei cedimenti si vedono un po’ dappertutto, dalla Chiesa madre alla Posta. Dite che questa acqua non è acqua sorgiva ma il segno, sia pure antico, di rotture della rete idrica e fognaria. ”
“Lo sto facendo!”
Ora che l’amministrazione comunque responsabile di quanto successo e di quanto potrà succedere disponga indagini ulteriori e tranquillizzi i chiazzitani. Giuseppe Marchese
(Nella foto Cavallerizzo).