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sequestro Petilia 3Si comunica quanto segue, nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito

COSENZA 18 Maggio 2022 - Nei giorni scorsi i Carabinieri "Parco" della Stazione di Cotronei, dipendente dal Reparto CC P.N. "Sila", hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Crotone un uomo per furto aggravato di legna, danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali. Durante un’attività di controllo i militari incrociavano lungo un’arteria del Comune di Petilia Policastro un'autovettura la quale, alla vista dei militari, aumentava la velocità di marcia cambiando direzione. Una volta raggiunta l’auto questa è risultata carica di materiale legnoso con a bordo una motosega e spacca legna. Inoltre il conducente è risultato privo di patente in quanto revocata e sprovvisto di assicurazione civile. A tal riguardo è stato richiesto anche l’intervento di una pattuglia del Nucleo Radiomobile Carabinieri per contestare le violazioni del codice della strada. Contestualmente, i Carabinieri della Specialità Forestale dopo i dovuti controlli hanno accertato che il legname, circa 5 quintali di legna di faggio, erano stati asportati da un’area boscata di proprietà del comune di Petilia Policastro posta a qualche chilometro di distanza e ricadente all'interno del Parco Nazionale della Sila, “Zona 1" di massima tutela paesaggistico-ambientale denominata “Petto di Mandria”. Si è quindi proceduto alla denuncia dell’uomo e al sequestro della motosega, dello spacca legna e alla consegna del materiale legnoso al comune di Petilia Policastro quale ente proprietario.

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mondo 33I potenti della terra non hanno mai risolto le contraddizioni che portarono alla crisi economica mondiale del 2008. Invece, hanno semplicemente re-inflitto all’umanità una lesione cutanea di non facile guarigione, che ora sta esplodendo.

Allo stesso tempo, le varie crisi, renderanno il crollo iniziale molto duro e conserverà un effetto depressivo sull'economia per parecchio tempo. Ma alla fine delle epidemie, non ci sarà un ritorno alla “normalità” del passato. Tutto lascia intravvedere un prossimo decennio molto più turbolento da quello che lo ha preceduto.

Ciò a cui stiamo assistendo potrebbe essere l’inizio di un nuovo periodo nella storia del mondo. Un periodo di grandi crisi, di guerre, rivoluzioni e controrivoluzioni. Come una pietra gettata nelle calme acque del Mare di Ulisse, gli effetti di questa crisi stanno creando onde tsunamiche che si diffonderanno in ogni angolo della Terra.

Questa sarà la più grande dislocazione umana dalla seconda guerra mondiale. Ogni regime verrà scosso alle fondamenta e il “calmierato” equilibrio sociale, economico, diplomatico e militare sarà distrutto.

La classe dirigente e i suoi lacchè nei governi di tutto il mondo si sono dimostrati completamente incompetenti a sostenere le difese contro qualsivoglia malattia. Ad ogni turno, la loro esitazione a sacrificare i propri profitti ha permesso all'epidemia di diffondersi ulteriormente.

Le forze produttive accumulate su scala mondiale sono diventate forze di distruzione e affogano l’umanità nella barbarie postmoderna. Per uscirne, l’umanità dovrà riconnettersi, mettendosi alla ricerca radicale di percorsi diversi da quelli dello stato liberale e del capitale, per inventare l'ignoto, al di là del disastroso capitalismo.

Gigino A Pellegrini & G elTarik in collegamento da Mosca

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Riceviamo e pubblichiamo

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PREMESSO che i provvedimenti adottati in fase investigativa e/o dibattimentale non implicano alcuna responsabilità dei soggetti sottoposti ad indagini ovvero imputati e che, le informazioni sul procedimento penale in corso sono fornite in modo da chiarire la fase in cui il procedimentopende e da assicurare, in ogni caso, il diritto della persona sottoposta ad indagini e dell’imputato a non essere indicati come colpevoli fino a quando la colpevolezza non sia stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.

Nei giorni scorsi, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nell’ambito di attività mirate al controllo e monitoraggio dell’ambiente e dei fenomeni inquinanti, personaledella Guardia Costiera, del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza e della Polizia Locale di Vibo Valentia, congiuntamente ai tecnici dell’ARPACAL e dei Vigili del Fuoco, hanno accertatouno scarico di acque reflue industriali originate dal dilavamento dei piazzali di un’azienda dedita all’attività di sabbiatura e verniciatura di prodotti metallici che confluivano direttamente nella condotta della rete delle acque bianche servente l’intera area industriale del comparto di Portosalvo.

Nello specifico, i reflui, mediante un sistema stabile di collettamento che collegava, senza soluzione di continuità, le vasche di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento di piazzale alla summenzionata rete consortile delle acque bianche, confluivano a mare senza subire alcun trattamento depurativo.

All’interno dell’azienda i militari, oltread accertare l’assenza del titolo autorizzativo ambientale relativo agli scarichi, rilevavanoun deposito incontrollato di rifiuti, anche pericolosi, su area non pavimentata e, peraltro, direttamente esposti agli agenti atmosferici.

I preliminari accertamenti condotti dai militari operanti e dai tecnici intervenuti consentivanodi portare alla luce un disegno criminoso finalizzato all’indubbio illecito guadagno derivante dall’illecito smaltimento dei rifiuti, con inevitabile compromissione delle matrici ambientali e potenziale pericolo per la salute pubblica.

Di conseguenza, delineatosi un chiaro ed inequivocabile quadro indiziario di reità a carico del titolare dell’azienda, la polizia giudiziaria intervenuta procedeva a porre sotto sequestro preventivo i capannoni industriali e delle aree a questi pertinenti per una superficie totale di oltre 11.000 mq, nonché a deferire il titolare alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per violazioni, a vario titolo, delle norme in materia ambientale.

L’attività in esame, in armonia con le linee strategiche sui controlli in materia di tutela dell’ambiente predisposte dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria in ambito regionale, si inserisce in una più ampia cornice investigativa finalizzata alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica, predisposta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, attraverso la costituzione di un gruppo interforze impegnato nel contrasto di ogni forma di comportamento perpetrato in danno all’ambiente nella suddetta Provincia di Vibo Valentia.

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