"In Paradiso non c'è il 'numero chiuso'! Ma si tratta di attraversare fin da ora il passaggio giusto, che c’è, per tutti, ma è stretto. Questo è il problema".
Lo sottolinea il Papa in occasione dell'Angelus. "Gesù non vuole illuderci, dicendo: 'Sì, state tranquilli, è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…'.
No, - osserva Bergoglio - Gesù ci parla della porta stretta, ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto.
In che senso?
Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo!".
Dice il Papa che "siamo chiamati a instaurare una vera comunione con Gesù, pregando, andando in chiesa, accostandoci ai Sacramenti e nutrendoci della sua Parola.
Questo ci mantiene nella fede, nutre la nostra speranza, ravviva la carità.
E così, con la grazia di Dio, possiamo e dobbiamo spendere la nostra vita per il bene dei fratelli, lottare contro ogni forma di male e di ingiustizia"
Nulla ci dice il Papa dell’Inferno.
Non ci dice se c’è il numero chiuso.
Non ci dice se la strada per arrivarci è stretta o larga, se il portone finale è piccolo o amplissimo.
Non ci dice se è a destra od a sinistra del paradiso, più avanti o più indietro, più sopra o più sotto.
Non ci dice nemmeno se andremo all’inferno se non lottiamo contro ogni forma di male e di ingiustizia.
Come potrebbe succedere a tutti coloro che rubano i popoli, il loro futuro, la loro storia, i loro sacrifici per offrirli ad altri.
Non ci dice nemmeno come arrivare dignitosamente alla fine del mese senza cercare tra i rifiuti, senza un posto letto dove dormire, eccetera.
Non ci dice che abbiamo circa 3 milioni di italiani che non hanno di che mangiare e che rovistano tra i rifiuti ed ai quali non basta la speranza del paradiso ma va data la dignità della attuale vita