I deputati calabresi eletti nel 2013 sono Jole Santelli, Rosanna Scopelliti, Dorina Bianchi e Pino Galati.
Ed i senatori sono : Antonio Gentile, Antonio Caridi, Nico D'Ascola, Giovanni Bilardi, Piero Aiello, Domenico Scilipoti . Calabrese ma non eletto in Calabria anche Paolo Naccarato, eletto al Nord nelle fila della Lega, ma poi confluito nel gruppo "Grandi autonomie e libertà”
Di 10 parlamentari solo 2 sono rimasti fedeli a Berlusconi, cioè Domenico Scilipoti e Pino Galati.
Gli altri 8 hanno divorziato, cioè Jole Santelli, Rosanna Scopelliti, Dorina Bianchi, Antonio Gentile, Antonio Caridi, Nico D'Ascola, Giovanni Bilardi, Piero Aiello.
Per Paolo Naccarato non si può parlare di divorzio!
Grande la soddisfazione dei divorzisti.
Scopelliti anzi parla di coraggio: "Il mio grazie ai cinque senatori calabresi che ieri, con il loro coraggio, hanno interpretato il sentimento degli italiani".
Poi scende nel politichese ed aggiunge :"Oggi, con questa posizione assunta da un gruppo dirigente spero si possa aprire all'interno del Pdl-Forza Italia un dibattito serio e costruttivo per comprendere quali devono essere la strada da seguire e l'impegno del partito all'interno di un centrodestra moderno ed europeo".
Il senatore Aiello chiarisce che: «La Calabria ha fatto da battistrada in questa giornata importante per le sorti del Governo e del Paese, con grande compiacimento del presidente Berlusconi, che ha sposato questa tesi con convinzione».
Poi aggiunge: «Compatti abbiamo indotto tutto il gruppo a votare a favore, perchè eravamo convinti, e ora lo siamo ancora di più, del risultato. Sapevamo che questa sarebbe stata la mossa giusta per il bene dell'Italia e per l'unità del partito, ma anche per lo stesso presidente Berlusconi».
Il senatore Antonio Gentile precisa che : "Berlusconi è patrimonio di tutti, è come il Fernet Branca, e nessuno se ne può appropriare".
Poi aggiunge che : "Alle varie riunioni di queste ore ho detto con molta chiarezza che noi calabresi abbiamo portato le truppe al nuovo corso di Alfano e Quagliariello. Siamo stati praticamente compatti e siamo la prima regione d'Italia nelle percentuali di adesione al nuovo corso".
Infine conclude dichiarando : "Perchè è avvenuto tutto questo?. La risposta è semplice: abbiamo fatto prevalere il nostro modello, che è improntato all'unità e questo modello lo abbiamo portato a livello nazionale. Noi siamo per la pacificazione e Berlusconi non può essere appannaggio di nessuno, sia chiaro. Nè di estremisti, nè di coloro i quali si nascondono dietro di lui per improbabili scalate politiche".
Di Paolo Naccarato ricordiamo che già il 27 settembre ebbe a dichiarare : "Berlusconi ripensaci, in molti ti tradiranno" . e poi a domanda rispondeva: “U sacciu”, “nomi non ne faccio” ma si tratta di "Persone insospettabili. A lui vicinissime". Ed era vero!
Berlusconi : “Angelino per me è un figlio. E mi ha pugnalato”. http://www.huffingtonpost.it/
Verdini urlando ad Alfano bianco in volto: “Vattene, sennò qua finisce male. Dopo quello che hai fatto hai pure il coraggio di farti vedere. Ma adesso…”.
Alfano pone condizioni durissime per non dare via libera ai nuovi gruppi : guida di Forza Italia, ridimensionamento dei falchi, il potere di avere il 50 per cento delle liste,chiusura definitiva della partita del governo, flessibilità per la legge di stabilità.
Formigoni :«Ieri sera (mercoledì, ndr) eravamo 70 in tutto e altre adesioni sono arrivate in mattinata e altre arriveranno nel pomeriggio, la nostra linea sta diventando la linea maggioritaria nel Pdl. Stiamo lavorando dentro il Pdl e se il cambiamento può strutturarsi dentro il gruppo di Pdl o di Forza Italia noi riusciamo a cambiare la linea in modo determinante».
Alla domanda del cronista allora non uscite? Formigoni ribadisce: «Questa idea è sospesa e lottiamo dall’interno perché passino i nostri tre punti: appoggio al governo Letta; creare una struttura democratica del partito in cui, ad esempio, i coordinatori non si nominano dall’alto ma vengano scelti dal basso; il Pdl deve esser coerente con la linea del Ppe».”. http://www.Corriere.it
Fabrizio Cicchitto dichiara che non c’è nessuna intenzione di lasciare, anzi. «I numeri delle adesioni crescono, il Pdl siamo noi».