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Ecco cosa scrive Francesco Gagliardi:

“Dal giornale “Il Resto del Carlino” di Bologna apprendiamo che a Modena è stato celebrato un matrimonio civile.

Nulla di eccezionale diranno in molti perché ormai i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi.

Questo è vero. Se però due persone alla soglia degli ottanta anni hanno deciso di coronare il loro sogno d’amore la notizia fa scalpore.

E fa un grande scalpore apprendere che la coppia di sposi sono due donne, compagne da una vita. Non indossavano il famoso abito bianco ma erano elegantissime.

E’ stato l’Assessore Andrea Bosi a celebrare l’unione civile tra due donne.

Accanto a loro soltanto i testimoni.

Nel loro giorno più bello non hanno voluto dividere la loro gioia con altre persone accanto, niente sguardi indiscreti.

Erano emozionatissime.

L’altra notizia bomba che ha fatto tanto scalpore proviene da Reggio Emilia e sempre la apprendiamo da il giornale di Bologna: un sacerdote di 57 anni ha lasciato la chiesa e ha dismesso l’abito talare e si sposa.

Lui è don Achille Melegari (nella foto) che fino all’agosto scorso era parroco nell’unità pastorale di Cella, Cadè e Gaida.

Dopo aver rassegnato le dimissioni da sacerdote don Achille si è innamorato di una donna, divenuta poi la sua compagna di vita ed ora ha deciso di sposarla col rito civile nel Comune di Tizzano Val Parma.

I motivi della scelta così clamorosa li ha spiegati lui stesso attraverso una lettera pubblicata dal giornale in cui non risparmia autocritiche ma anche debolezze denunciando anche quei parroci che vivono con una donna continuando ad esercitare il ministero sacerdotale.

Molti hanno criticato la scelta fatta da don Achille. Don Antonio Mazzi, fondatore della Comunità Exodus invece lo difende.

Così ha detto:- La scelta fatta da don Achille che ha lasciato la chiesa dimettendosi da prete per sposarsi non mi scandalizza affatto. Credo non debba essere un problema.

Capisco che per tanti possa essere una bomba, ma dovrebbe diventare un fatto normale. Io lascerei libertà di scelta ai parroci di potersi sposare -.

Caro don Mazzi è certamente un fatto normale quando due giovani si sposano. Però quando lo sposo è un sacerdote il fatto diventa eccezionale.

La data delle nozze ancora non è stata decisa.

La notizia di un sacerdote che ha abbandonato la chiesa e poi si sposa ha fatto tanto rumore negli ambienti ecclesiastici, la gente mormora e i giudizi si sprecano.

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famiglia-1UGC: La crisi ha allontanato i figli dai genitori, dai valori e dalla politica

ROSSANO - Sabato, 30 Dicembre 2017 – Nel momento dell'anno in cui viene celebrata la Famiglia, come testimonianza di unione e di trasmissione dei valori, la solidità del primordiale concetto di società e convivenza viene scalfita dalla violenza. Che, ancora una volta ed in modo inaudito, è andata ad intaccare, irrimediabilmente il vincolo sacro del rapporto tra figlio e genitore. Ecco come allora il Natale, da momento di unità e vita, diventa in un attimo teatro di agghiaccianti aberrazioni. Qualcosa si è inceppato. Cosa non funziona più? Chi sono i reali responsabili di questo malessere di vivere che ci rende fragili e vulnerabili e ci porta a commettere gesti di cui non ci saremmo mai considerati capaci? Viviamo in un tempo di crisi, economica e morale, che sta mettendo a dura prova i valori cristiani. È ancora lecito pensare, allora, che la famiglia sia un luogo in cui si impara a conciliare i diritti ed i doveri, la libertà propria e il rispetto per gli altri? È ancora il luogo naturale per il dialogo il confronto per la partecipazione e condivisione di gioie e dolori?

Sono queste le riflessioni dell’Unione dei Giuristi Cattolici – sezione di Rossano, presieduta da Graziella Guido, affidate ad un messaggio di commento al tragico episodio di patricidio, consumatosi in una famiglia rossanese, proprio nel giorno di Natale.

Di fronte a tali accadimenti è lecito dubitare sul ruolo della famiglia nella crescita degli individui. E se il concetto profondo di famiglia appare vacillare, anzi, sprofondare in questi gesti di efferata violenza, la società deve porsi, oggi più che mai, l’esigenza di capire che non è giusto affidare alla sola famiglia il compito di sobbarcarsi e affrontare le conseguenze e gli effetti della crisi. E questa necessità non si palesa oggi, in un momento triste per la nostra comunità, scossa dall’uccisione di un padre per mano di un figlio, ma la troviamo negli atti fondanti della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo (“La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dello Stato”). Famiglia e Società sono due realtà osmotiche che si influenzano a vicenda. Se fallisce una di conseguenza fallisce l’altra. Ma se insieme si supportano allora c’è speranza di restituire a queste due entità, unite e distinte, l’essenziale autorevolezza ed il loro ruolo guida nella crescita delle persone.  

In questo momento storico la società purtroppo è pervasa da un egoismo profondo, pieno di cinismo, indifferenza e carenza di ideali e valori guida. Sembra respirarsi un’aria tesa a causa di una frattura profonda generata da un violento conflitto generazionale che va oltre la semplice contestazione. I figli non si riconoscono nei padri e ne rinnegano le idee. I giovani hanno oggi problemi gravissimi da risolvere, psicologici, morali e culturali. Non è un’accusa, ma un allarme che va, a tutti i costi, dissipato attraverso un’azione educativa e pedagogica completa e persuasiva che parta proprio dallo Stato.

È vero, viviamo in un sistema malato di egoismo generazionale. Lo stesso welfare nazionale ha voltato le spalle ai giovani che a loro volta hanno dato una risposta emblematica, allontanandosi dalla politica. I nostri padri hanno avuto tanto perché hanno trovato il coraggio di impegnarsi. Noi rischiamo di perdere tutto perché ci siamo addormentati davanti alla televisione. È indispensabile che le nuove generazioni tornino alla politica. Ma è necessario tornare a una politica responsabile, che abbia il coraggio di riformarsi, di ritornare al moderatismo e al civismo. Che abbia – come ci ha insegnato Papa Benedetto XVI – il coraggio di andare controcorrente, assumendo scelte forti, appunto coraggiose e, perché no, impopolari ma mirate al bene della collettività. Solo così potremo uscire dal torpore sociale in cui ci siamo relegati e dove, purtroppo, avvengono misfatti di cui tutti, un po’, dovremmo sentirci responsabili.

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Frutta-e-verdura-con-cesto-777x437E gennaio vien danzando, vien danzando alla tua porta, sai tu dirmi che ti porta? Ci porta una bella stangata su luce e gas, malgrado le promesse del Presidente del Consiglio On. Gentiloni che non ci sarebbero state per il 2018 aumenti e nuove tasse. Servizi non all’altezza e aumenti per le famiglie italiane. Ma c’è dell’altro. Dal primo gennaio come si regoleranno le nostre mamme, le nostre nonne quando si recheranno ai supermercati? Cosa diranno alla cassiera quando nello scontrino troveranno un altro iniquo balzello? Signora le bustarelle di frutta e verdura le dovrai pagare a parte. Per una cipolla una busta. Per le carote un’altra busta. Per i mandarini un’altra busta. Per le mele ancora un’altra busta. Ma quante buste? Tantissime. Dovremmo pagare tutte le buste perché dal primo gennaio dovranno essere biodegradabili. Quanto andranno a costare? Non si sa con certezza il prezzo, potrà variare da 2 a 10 centesimi. I consumatori si lamentano mentre le associazioni ambientaliste plaudono all’iniziativa: Norma virtuosa, i sacchetti possono essere riusati per l’umido facendo risparmiare il costo del sacchetto di plastica utilizzato. Questa novità e questa nuova tassa non è piaciuta alla maggioranza degli italiani. Ma c’è dell’altro. Dal primo gennaio arriva anche una tassa sulla bicicletta. Per i ciclisti amatoriali che vorranno partecipare alle gare della Domenica dovranno pagare 25 euro, si dice all’anno.

In caso di trasgressione della legge, verranno consegnate multe salatissime: da 2500 Euro fino a 100mila se la violazione ha a che fare con quantitativi ingenti o se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10% del fatturato del trasgressore. 

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