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sindaci-spalle-290x290Amici lettori e lettrici di Tirreno News, come ben sapete nel Rinascimento ci aveva pensato Baldassare Castiglione a dettare le regole del perfetto cortigiano. Dopo di lui, Mons. Dellacasa pubblicò il suo Galateo. Oggi ci ha pensato la Serracchiani nel suo “Sindaco, come fare quando….” Ma qualcuno dirà. La Serracchiani chi? Ma la signora Deborah Serracchiani che ricopre un incarico importante insieme a Matteo Renzo e ad Orfini in seno al partito che fino all’altro ieri quando appariva in televisione ogni santo giorno si vantava che il suo partito non solo era il primo in Italia, ma era il partito del 40%. Ma è pure la signora che ricopre la carica di Governatore del Friuli Venezia Giulia fino alle elezioni del 4 marzo. Dico fino alle elezioni perché, come tanti personaggi fallimentari, ha deciso anche lei a non candidarsi più per la carica di Governatore. Anche lei sente puzza di bruciato e per non fare una brutta figura ha staccato la spina. Ma poiché siamo già in piena campagna elettorale e prima che lasciasse la comoda poltrona di Governatore l’esponente del Pd non ha trovato meglio da fare che pensare ad una Italia con Sindaci ben lavati, ben pettinati, ben vestiti e profumati, e che non ruttano o scorreggiano. Ha capito insieme a Renzi, Berlusconi, Salvini, Grasso, Di Maio quali sono i veri problemi del Paese e che assillano gli italiani. Complimenti. Via il canone RAI, paga minima di 10 euro all’ora, 1000 euro la pensione minima, via la tassa universitaria, basta vaccinazioni, abolizione di 400 leggi. Le altre cose? Tutto il resto funziona in Italia che è una meraviglia. I treni arrivano in orario, sono pulitissimi e anche nuovissimi. Viaggiare sulla Paola Cosenza è una perfetta delizia. L’autostrada del Sole è stata completata e da Cosenza ad Altilia si viaggia in terza e quarta corsia. Gli ospedali sembrano villaggi turistici e i pronto soccorso non sono più affollati. Ha finito Luca Abete di “Striscia la notizia” di soffermarsi ed indignarsi per gli ammalati lasciati abbandonati sulle barelle delle corsie degli ospedali. Finalmente le bollette del telefono, della luce e del gas sono sensibilmente diminuite. I direttori dei Supermercati non faranno pagare i sacchetti biodegradabili. I Sindaci della città hanno abolito la tassa sulla casa e hanno diminuito la tassa sui rifiuti perché i cittadini in ogni condominio hanno incominciato a costruire impianti di smaltimento rifiuti. In un Comune molto vicino a noi ci pensano già le galline. A parte qualche esagerazione queste sono le uniche cose buone fatte e dette dalla Serracchiani da quando è diventata amica di Renzi. Non credo che lo scandalo siano i 6 mila euro che la Serracchiani ha speso per il libro che ha mandato a tutti i Sindaci del Friuli, se ne spendono molto di più per alcune “Ciotie”, ma per le scemenze che il libro riporta. Se la Serracchiani ha ritenuto opportuno dedicare un po’ di tempo e denaro pubblico per dare consigli utili ai Sindaci della sua Regione avrà certamente avuto le sue buone ragioni. Probabilmente si sarà accorta che alcuni di loro non erano nelle condizioni di poter affrontare delle riunioni istituzionali senza provocare un certo imbarazzo; cattivo odore, mani sporche, unghie mangiate, vestiti sgualciti, scarpe , cravatte e giacche non adatte, rumori sgradevoli a tavola, uso improprio del telefonino, uso improprio della forchetta. Mi auguro che gli altri Governatori di Regione facciano altrettanto. Così l’Italia potrà vantarsi di avere Sindaci puliti, profumati e ben vestiti. E questo vale anche per il mio caro Sindaco di San Pietro in Amantea ed anche per i Sindaci di Amantea ed Aiello Calabro, Pizzino e Iacucci, che conosco e che saluto. Ma vale anche per gli altri Sindaci della costa Tirrenica cosentina che non ho avuto il piacere di conoscerli personalmente. Inevitabili e abbondanti le reazioni sui social network ma anche le critiche. La reazione dei Sindaci che hanno ricevuto il libretto di 75 pagine, costo al pubblico euro 25: Doveva proprio consigliarci la pettinatura, come vestirci, come profumarci e quale colore di cravatta indossare nelle cerimonie istituzionali? Quei soldi si potevano e si dovevano spendere in un altro modo. Ma dato che siamo ormai in campagna elettorale tutto fa brodo Madame la Marchese!

 

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Ribaltata in appello la sentenza di assoluzione dell'ex sindaco Ignazio Marino per lo scandalo "scontrino gate", costatogli il posto in Campidoglio e il rinvio a giudizio per falso e peculato.

L'ha stabilito la III sezione della Corte d'appello penale, che ha condannato a 2 anni l'ex primo cittadino.

Nel mirino della procura di Roma, 54 cene private che l'ex primo cittadino aveva saldato tra il 2013 e il 2015 con la carta di credito del Campidoglio, spacciandole nei giustificativi di spesa per incontri istituzionali.

In realtà, per gli inquirenti, il chirurgo dem si sarebbe seduto al tavolo con amici e parenti, comprese la moglie e la madre, spendendo circa 12mila e 700 euro.

I reati contestati a Marino sono falso e peculato, per la vicenda degli scontrini, e truffa, in relazione ai compensi per alcuni collaboratori fittizi della Onlus Imagine, da lui fondata.

Dopo l'assoluzione in primo grado, il pg aveva chiesto in appello la condanna dell'ex sindaco per lo "scontrino gate" e la conferma dell'assoluzione per la contestazione di truffa.

“Mai nella mia vita e nelle mie funzioni ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali”, aveva detto Marino nel corso della scorsa udienza.

Circostanza ribadita anche oggi di fronte ai giudici.

«La Corte di Appello di Roma oggi condanna l'intera attività di rappresentanza del Sindaco della Città Eterna», ha detto Marino, «In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il Sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati.

Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare.

Non posso non pensare che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio»

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totoE mò, e mò, moplen! E’ leggero, resistente, inconfondibile. E signora guarda bene che sia fatto di Moplen! Qualcuno si ricorderà del grande attore Gino Bramieri, del famoso ed inimitabile Carosello della RAI e della storica pubblicità che faceva in televisione? Erano i mitici anni 60 e la plastica aveva invaso le nostre case con una serie infinita di prodotti, grazie agli spot che ogni sera Gino faceva in televisione. Era il testimonial di eccezione per lanciare il prodotto sul mercato italiano durante gli anni del boom economico. Ora che la plastica ha fatto enormi danni e per distruggerla ci vorranno centinaia e centinaia di anni l’Europa si è decisa a prendere alcuni provvedimenti. Finanche la Cina ha incominciato a rifiutare la plastica vecchia che l’Europa esportava per farne giocattoli per i nostri figli. La Commissione Europea ora è pronta ad intervenire. Ridurrà la produzione di plastica? Manco per sogno. Sta, invece, per arrivare un altro iniquo e nuovo balzello. Dopo la tassa per i sacchetti di plastica biodegradabili al supermercato ecco che arriverà fra non molto la tassa sulla plastica. E mò, e mò, un’altra stangata. Per disincentivare la produzione? I politici non faranno mai torto agli industriali. Secondo le intenzioni dei burocrati europei, gli stessi che hanno discusso per mesi e mesi come deve essere la curvatura della banana e del cetriolo, per disincentivare l’uso. Ad annunciare questa nuova imposta è stato il Commissario responsabile del Bilancio Guenther Oettingher. E’ veramente una cosa buona, giusta, sacrosanta ridurre la plastica e l’uso che se ne fa, se davvero vogliamo con i fatti e non a parole salvaguardare i nostri mari, i nostri fiumi, le nostre vallate, i nostri incantevoli paesaggi, gli animali che popolano la nostra amata Italia. Per fare questo un’altra tassa non basta, non è sufficiente. Bisogna che i prodotti di plastica non vengano più fabbricati e commercializzati. E poi eliminare gradualmente quelli che sono già in commercio dalla nostra quotidianità e preferire alternative intelligenti e sostenibili. Al bar, al ristorante incominciamo a rifiutare i bicchieri e le bottiglie di plastica. Eliminiamo dalle nostre tavole e dalle nostre feste i piatti e le posate di plastica. Smettiamo di comprare bottiglie d’acqua minerale di plastica. Diciamo addio alle gomme da masticare. Senz’altro ci vorrà del tempo, ma dovremmo incominciare subito a farlo se non vogliamo lasciare ai nostri nipotini un mondo invivibile e plastificato.

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