
“Napule è mille paure, Napule è na carta sporca e nisciuno se ne importa” così cantava alcuni anni fa il grande cantante napoletano Pino Daniele. Era il grido di dolore, era la sofferenza di chi amava la sua città e si rendeva conto che molti la stupravano giorno dopo giorno.
Momento difficile per la città di Napoli a noi tanto cara. C’è una escalation di baby gang che fa davvero paura, che ogni santo giorno semina il terrore per le vie della città E così Napoli è tornata ad essere al centro di interesse e del disonore delle pagine di cronaca nera. La Napoli che noi abbiamo conosciuto ed amato, la Napoli della sfogliatella, del babà, della pizza, della tazzulilla ‘e cafè, delle serenate, dei mandolini, di Marechiaro e Mergellina, è stata sostituita dalla Napoli violenta, del terrore, della paura, degli accoltellamenti, delle baby gang. Ecco il triste bollettino di guerra: In 2 mesi undici ragazzini sono stati vittime di violenza, alcuni sono finiti negli ospedali. E Napoli è piombata, come cantava Pino Daniele, nella paura. E’ da mesi che le cronache registrano a Napoli un numero crescente di violenze minorili, violenze cieche e inspiegabili. Baby gang senza freni, che senza alcun motivo insultano, picchiano, accoltellano e che conoscono soltanto la cultura della violenza. Ma chi sono davvero questi ragazzi che seminano terrore e mandano all’ospedale i loro coetanei? Spesso i protagonisti sono ragazzi di buona famiglia, malati di noia e di benessere che cercano nella gang lo strumento per conquistare un dato status sociale. Ragazzotti che nella scuola taccheggiano, insultano, picchiano e lanciano cestini e libri contro i professori, lanciano sassi dai cavalcavia, commettono abusi sessuali di gruppo.
Le aggressioni giornaliere che subiscono i nostri ragazzi ci impongono delle riflessioni operative sul loro futuro e sul futuro della città di Napoli martoriata da episodi sconcertanti e aberranti. Ciò che è successo ad Arturo in Via Foria, a Gaetano a Chiaiano e agli altri ragazzi, è un fatto che riguarda tutti: famiglia, scuola, parrocchia, istituzioni. Il Preside della scuola di Arturo, i compagni, le mamme degli altri ragazzi hanno promosso una manifestazione di solidarietà Sono scesi in strada per gridare basta alla violenza. Una manifestazione ben organizzata inimmaginabile solo alcuni anni fa. E’ un segnale molto positivo. Ma non basta. I cortei, i sit-in, le manifestazioni, le fiaccolate durano poco, anche se hanno un ruolo significativo per sensibilizzare le istituzioni, l’opinione pubblica sui problemi che affliggono Napoli e dintorni. Di chi è la colpa di tutto quello che sta succedendo a Napoli? Davvero è tutta colpa di Gomorra? I problemi da affrontare sono ben altri. Bisogna salvare i bambini di Napoli e questo bisogna farlo subito, senza esitazione. Tocca a noi genitori farlo per prima, poi alla scuola, alla parrocchia e alla società. Incominciamo a realizzare opere di bellezza nei quartieri, apriamo luoghi di aggregazioni, campi sportivi, palestre, cinema, teatri, biblioteche. Ci vorrà del tempo, lo so, ma bisogna incominciare a lavorare subito seriamente. Ci vogliono investimenti, progetti, persone intelligenti e capaci. La prevenzione e la repressione dei fenomeni criminali non ha dato ottimi risultati. Ci sono ancora tanti bambini per le vie di Napoli che non frequentano le scuole, che delinquono, che spacciano droga, che a notte fonda girano per le strade. E i genitori cosa dicono, cosa fanno? Non vedono, non sentono, ma parlano. Cercano di giustificare i loro figli, li spalleggiano e li proteggono. Sono dei ragazzi, volevano solo scherzare. Ma con i coltelli e le pistole non si scherza, si ferisce e si ammazza. Ma c’è un’altra amara riflessione da fare. Tutti i ragazzi arrestati e poi interrogati dai Magistrati inquirenti sono già ritornati nelle loro case perché minorenni. Domani li troveremo nei soliti posti con i soliti compagni a delinquere, a fare del male senza alcun valido motivo.
La mamma di Arturo, il giovane accoltellato, operato alla milza spappolata ed ora ritornato a frequentare la scuola, ha chiesto un confronto con i politici e con tutti i candidati alle prossime elezioni per affrontare il tema sicurezza. << Li sfido a confronto su questo tema. Dobbiamo evitare che ci siano nuovi Arturo – ha affermato – che vengano accoltellati, feriti, massacrati di botte>>. Colpisce l’età delle vittime e dei carnefici. Cosa facevano a tarda sera per le vie di Napoli? E i genitori non si sono mai chiesti che i loro figli alle dieci di sera erano ancora in strada? Che per impossessarsi di un smarthphone o di un telefonino aggrediscono e tirano fendenti mortali? Ma nessuno parla, ( la paura fa novanta),perché nessuno ha visto e nessuno si è fatto vivo.
Il 30 Novembre 2012 così twittava Matteo Renzi, allora Sindaco di Firenze, che era in lizza per le primarie del suo partito:- Se vince Renzi, no a Casini-.
Da allora sono passati alcuni anni, tanta acqua è passata sotto i ponti e l’imbonitore di Rignano sull’Arno ha rinnegato tutto.
Non solo ha detto sì a Casini, ma nelle prossime elezioni politiche del 4 marzo lo candiderà nella lista del Pd nella rossa Bologna sfidando le ire della base comunista, quella che non ha mai votato Democrazia Cristiana.
Se fosse ancora vivo il grande giornalista Indro Montanelli che nelle elezioni politiche invitava gli elettori a votare Democrazia Cristiana turandosi il naso cosa direbbe oggi?
Turatevi non soltanto il naso, ma tappatevi le orecchie, chiudete la bocca e senza fiatare mettete la croce sul simbolo del Pd e date il vostro voto di preferenza al democristiano Pierferdinando Casini. Casini chi?
Ma quello che per anni, da democristiano, ha combattuto il comunismo e invitava gli elettori della sua Bologna a mettere una croce sulla Croce, perché quel partito difendeva la religione cristiana.
E oggi?
Le cose sono cambiate. Non c’è più il Comunismo. E’ stato sconfitto dalla storia.
E i Comunisti? Scomparsi. C’è rimasto soltanto l’On. Rizzo.
Ed ora, come un buon napoletano, cantiamo in coro:- Scordammoce ‘o passato, simo ‘e Napule paisà -.
Il guaio è che l’On. Casini non è di Napoli, è della rossa Bologna.
Quindi gli elettori del Pd, Pds, Ds, PCI non potranno dimenticare chi per 50 anni li ha combattuti. Casini candidato del Pd? Non mi stupisce affatto. Sapete perché? P
erché Casini come gli altri Deputati e Senatori confluiti negli anni nel Pd non sono stati veri democratici cristiani.
Erano catto comunisti e comunisti sono rimasti. Quindi non mi scandalizzo affatto anche perché il Pd di Renzi mi pare abbia fatto in questi ultimi anni scelte non esattamente di sinistra, tanto è vero che Bersani, D’Alema, Grasso hanno lasciato il Pd e fondato un altro partito.
Ma la corsa e la candidatura di Casini a Bologna sotto l’egida del Pd continua a tenere banco anche perché i suoi avversari saranno Bersani ed Errani, due nomi illustri dell’ex PCI.
I vecchi esponenti dell’ex PCI non si fidano di questo voltagabbana, di questo uomo politico di lungo corso che spesse volte ha sputato nel piatto dove mangiava.
Ma, sono convinto, che all’ultimo lo voteranno, eccome! Come votarono alcuni anni fa Di Pietro nelle elezioni politiche supplitive in un collegio senatoriale della Toscana 3 (Mugello).
Preferirono Di Pietro al posto di Giuliano Ferrara e al mitico Direttore del TG3 “Kojak” Curzi.
Gli elettori ex comunisti obbediscono ai loro segretari e mandano giù tutti i bocconi amari che il partito dice loro di ingoiare.
Ndr: Nella foto in basso Casini sembra dire “ Signore , fammi votare sennò non mi si fila più nessuno!”
Non sappiamo se si rivolge Renzi od al Dio dei politici che vogliono sopravvvere ad ogni costo perchè si ritengono indispensabili per la fine della nostra Italia
Amici lettori di Tirreno News oggi vi voglio parlare di una colossale truffa ai danni dell’INPS.
Non siamo in Calabria e non siamo nella nostra provincia di Cosenza.
Siamo ad Ardea antichissimo paese laziale della provincia di Roma, a circa 35 Km dalla capitale, ora frazione del Comune di Pomezia.
E qui viveva fino ad alcuni anni fa insieme ad una figlia una signora che percepiva una pensione abbastanza consistente. Nel febbraio 2010 morì per cause naturali.
Fin qui nulla di straordinario.
Il bello e lo straordinario verrà dopo la sua scomparsa.
In questi casi i figli superstiti o chi per loro hanno l’obbligo di depositare presso il Comune di residenza della defunta il libretto di pensione.
Sarà cura di qualche impiegato comunale informare l’INPS dell’avvenuto decesso della pensionata. Ma del fatto che vi sto raccontando tutti erano a conoscenza della morte della pensionata tranne l’INPS.
E così la figlia superstite per oltre sette anni ha continuato a percepire la pensione della mamma scomparsa senza averne alcun diritto e quindi illecitamente e fraudolentemente.
Ogni mese si recava presso l’Ufficio Postale del paesino laziale e riscoteva la pensione di circa 2000 euro perché aveva l’apposita delega firmata a suo tempo dalla madre. 2000 euro, oggi come oggi, con i tempi che corrono e con gente che percepisce pensione da fame, sono una bella sommetta.
Il caro ed indimenticabile Totò direbbe :- Alla faccia del bicarbonato di sodio! - Per tutti era morta la signora, per i parenti, per gli amici, per i vicini di casa, ma non per l’INPS e per gli impiegati postali del Comune di Ardea, i quali, essendo Ardea una piccola frazione di poco più di 1000 abitanti, dovevano conoscere tutti i pensionati ancora in vita che ogni mese si recano all’Ufficio Postale.
C’è voluta una segnalazione anonima per poter svelare la truffa all’INPS e così i Finanziari di Pomezia dopo aver condotto le indagini sotto il coordinamento della Procura di Velletri hanno denunziato la truffaldina figlia della signora morta da anni per avere indebitamente percepito la pensione della madre omettendo di avvisare l’INPS dell’avvenuto decesso a febbraio del 2010.
Secondo voi soltanto la signora dovrebbe essere denunziata e perseguita a norma di legge per la truffa ai danni dell’INPS?
Secondo me altre persone sono coinvolte nella truffa. Forse hanno taciuto per quieto vivere.
E anche loro dovrebbero essere denunziate per truffa aggravata e per aver nascosto il fatto.
Nei piccoli paesi tutti si conoscono e tutti sappiamo vita e miracoli delle persone che vi abitano.