Come funzionerà il nuovo Senato? Che cosa significa superamento del Bicameralismo Perfetto? Come verranno approvate le leggi? Che cosa c’entra la legge elettorale con la Riforma Costituzionale? Vediamo in dettaglio come funziona il Referendum Costituzionale.
Con il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre gli italiani dovranno decidere se dire Sì o No alle modifiche stabilite dalla riforma costituzionale approvata dal Parlamento ad aprile di quest’anno.
La legge modifica il nostro sistema parlamentare e il rapporto tra Stato e Autonomie, cambia le modalità di elezione del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale.
Ecco una scheda con le principali novità introdotte dalla riforma e le ragioni dei favorevoli e dei contrari.
Superamento Del Bicameralismo Perfetto
La riforma costituzionale modifica l’articolo 55 della Costituzione stabilendo che solo la Camera sarà chiamata a votare la fiducia al governo.
Montecitorio eserciterà funzioni di indirizzo politico e di controllo sull’operato del governo e funzioni legislative.
Il nuovo Senato rappresenterà le istituzioni territoriali e farà da raccordo tra Stato, Regioni, Comuni e tra questi e l’Unione Europea. Continuerà ad esercitare la funzione legislativa ma diversamente dal passato.
Parteciperà alle decisioni riguardanti le politiche europee e verificherà l’impatto delle direttive europee sulle realtà locali. Fornirà valutazioni delle politiche pubbliche e dell’attività della pubblica amministrazione. Verificherà l’attuazione delle leggi e darà parere su nomine del governo.
La Camera sarà eletta a suffragio universale, i deputati restano 630 di cui 12 eletti all’estero.
Il Senato sarà composto da 95 senatori scelti dai consigli regionali (su indicazione degli elettori) ai quali si aggiungeranno 5 senatori nominati dal presidente della Repubblica con un mandato di 7 anni.
Le ragioni del Sì
Si metterà fine al caos delle diverse maggioranze e finalmente ci sarà una rappresentanza parlamentare delle istituzioni territoriali.
Stop al doppio voto di fiducia al governo che spesso ha portato a maggioranze diverse.
Più stabilità governativa.
Le ragioni del No
Il Senato deve essere eletto dai cittadini.
Un sindaco di una grande città non potrà stare due giorni a settimana a Roma.
Il nuovo Senato
La riforma costituzionale modifica gli articoli 57, 58 e 59 della Costituzione riducendo da 315 a 95 i senatori, che saranno rappresentativi delle istituzioni territoriali e saranno 74 consiglieri regionali e 21 sindaci.
Ogni consiglio e le province autonome di Trento e Bolzano, eleggeranno un sindaco del proprio territorio e due o più consiglieri regionali in base alla densità di popolazione.
La scelta dovrà essere effettuata «in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri».
La legge ordinaria che dovrà regolamentare questa elezione indiretta dovrà quindi tenere conto che i cittadini dovranno indicare chi sarà destinato a Palazzo Madama.
Le ragioni del Sì
In Parlamento finalmente troveranno rappresentanza tutte le istituzioni territoriali.
I senatori saranno sempre indicati dai cittadini perché la legge regionale prevede l’indicazione (nome e cognome) sulla scheda, in più la legge ordinaria che andrà a regolamentare l’indicazione che dovranno fare i consigli regioni dovrà tenere conto che i cittadini daranno la loro preferenza su chi mandare a Palazzo Madama.
Le ragioni del No
Sarebbe opportuno anche un ridimensionamento della Camera.
I senatori verranno selezionati senza criteri.
Il Senato delle Autonomie dovrebbe avere la stessa potestà legislativa della Camera.
Elezione del Presidente della Repubblica
Per l’elezione del Presidente della Repubblica si modificano gli articoli 83, 85, 86 e 88 della Costituzione.
Con la riforma costituzionale il Capo dello Stato sarà eletto dal Parlamento in seduta comune ma, riducendosi il Senato, si riduce anche il numero dei parlamentari: in totale saranno 730 (contro i 1008 di oggi).
Cambieranno anche i quorum: serviranno i due terzi degli aventi diritto per i primi tre scrutini. Dal quarto scrutinio serviranno i tre quindi degli elettori (contro la maggioranza assoluta di adesso).
Solo dal settimo scrutinio basterà avere i tre quinti dei votanti e non degli aventi diritto. Per essere valido, però, il voto deve avere la presenza di almeno la metà più uno degli aventi diritto (ossia 366 parlamentari).
Non cambia la procedura per l’empeachment rispetto alla quale servirà sempre la maggioranza assoluta (rispetto ad un plenum di 730 persone).
La seconda carica dello Stato sarà il presidente della Camera.
Le ragioni del Sì
La procedura rafforza l’elezione del Presidente della Repubblica perché il quorum è più alto fino al settimo scrutinio.
Le ragioni del No
Se rimane in vigore l’Italicum, la maggioranza in Parlamento potrà imporre il suo Presidente della Repubblica.
Referendum Costituzionale e leggi popolari
Vengono modificati gli articoli 71 e 75 della Costituzione in materia di Referendum Costituzionale e disegni di legge di iniziativa popolare.
Nascono due nuove tipologie di referendum costituzionale: quelli propositivi e quelli di indirizzo, ma le novità dovranno essere indicate da norme costituzionali e da una legge bicamerale.
Per quanto riguarda i disegni di legge di iniziativa popolare, serviranno 150 mila firme (50 mila fino ad oggi) ma il Parlamento dovrà esaminarle ed approvarle in tempi certi.
Oggi invece molto spesso vengono dimenticate nei cassetti parlamentari.
Per il referendum abrogativo restano i requisiti attuali ma in caso di 800mila firme raccolte, il quorum può abbassarsi alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche.
Le ragioni del Sì
Le leggi di iniziativa popolare dovranno necessariamente essere discusse dal Parlamento, cosa che invece oggi non accade.
Si introducono due nuove tipologie di referendum, quindi si dà più forza all’iniziativa popolare.
Raccogliendo 800 firme si abbassa il quorum per l’approvazione del referendum.
Le ragioni del No
Sale il numero delle firme da raccogliere quindi agire dal basso sarà più difficile.
L’obbligatorietà della discussione delle leggi di iniziativa parlamentare viene rimandata ai regolamenti parlamentari.
Riforma del Titolo V
La riforma costituzionale rivede il federalismo e tutto l’argomento riguardante le materia concorrenti: fisco trasporti e infrastrutture tornano al potere centrale.
Molte materia divise tra Stato e Regioni hanno creato un contenzioso enorme davanti alla Corte costituzionale negli ultimi quindici anni, vale a dire dalla data di approvazione del nuovo Titolo V (2001) ad oggi.
Fisco, trasporti e infrastrutture tornano allo Stato e, per la parte delle disposizioni generali anche salute e istruzione.
COn la clausola di supremazia, a tutela dell’interesse nazionale, il governo potrà intervenire con legge su materia regionali escluse quelle a statuto speciale.
Le ragioni del Sì
La riforma prevede una razionalizzazione del federalismo già in parte stabilita dalle numerose pronunce della Consulta.
In molti casi la sovrapposizione tra Stato e Regioni non ha fatto altro che penalizzare i cittadini.
Non ha senso frammentare alcune materie come l’energia.
Le ragioni del No
Si fa un passo indietro con una scelta centralista.
La riforma accresce le disparità tra le regioni a statuto speciale e quelle a statuto ordinario.
Nel 2001 il centrosinistra ha voluto la svolta federalista, ora lo stesso centrosinistra vuole tornare al centralismo.
Le ultime analisi sul commercio elettronico in Italia ci parlano chiaramente di crescita del settore in termini di acquisti e fatturato, di una predominanza dei venditori esteri, di una crescita del settore editoria e di quello del cibo fresco, ed anche di quello dei servizi come nel caso dei giochi online su piattaforme sicure come Casino.com.
Se il settore cresce nel suo complesso è in atto anche una sua profonda trasformazione. Sempre più commercianti affiancano il negozio online a quello fisico ma non manca chi utilizza solo il canale online. In entrambi i casi è necessario affidare a professionisti la creazione del negozio virtuale, della promozione e della logistica. La concorrenza è sempre più estesa perché al negozio fisico ed al centro commerciale si sono affiancati il centro commerciale online e i negozi online.
Cerchiamo di capire, allora, quali siano i pro e i contro del commercio online e quali saranno le prospettive del settore per i prossimi anni.
I PRO
Il più importante punto a favore per iniziare a vendere online è sicuramente l’acquisizione di nuovi potenziali clienti: è in atto da anni un trend crescente di utilizzatori di internet; ancora più notevole è l’aumento tra chi utilizza smartphone e tablet; in fortissimo aumento anche il numero di acquirenti online.
Un altro punto a favore per l’apertura del negozio online è il fatto che il negozio non chiude mai. Lavora 24 ore su 24, sette giorni su sette, anche nei festivi, e spesso gli acquisti (non solo quelli online) vengono fatti nel weekend, e cioè quando si ha più tempo.
Il negozio virtuale ha pochissimi costi fissi. Oltre la creazione e l’aggiornamento del sito internet non c’è praticamente nessun altro costo. Nel negozio fisico c’è l’utilizzo di personale, l’affitto del locale, spese di illuminazione, ecc.
L’investimento iniziale abbastanza ridotto è altro punto a favore per il negozio online. Se si vendono prodotti a target specifici o comunque di nicchia è anche più facile raggiungere nuovi potenziali clienti attraverso siti tematici, blog e forum tematici. Oltre all’investimento iniziale è più basso anche il costo di una campagna di marketing
I CONTRO
Uno svantaggio del commercio elettronico riguarda la sua freddezza sensoriale: il prodotto è il medesimo ma l’esperienza d’acquisto cambia molto. Nel canale fisico l’interazione porta a conoscere il bisogno del cliente, c’è empatia, possibilità di consigliare il prodotto adatto, possibilità di evidenziare i vantaggi del prodotto stesso. Nel canale online il prodotto viene presentato soprattutto con immagini e acquistato con un clic, ma manca l’esperienza sensoriale del tatto o dell’olfatto.
La mancanza di fiducia è altro elemento che rappresenta uno svantaggio per il commercio online. La mancanza di fiducia deriva dal timore derivante dal pagamento online tramite strumenti come la carta di credito e da quello che sarà il reale comportamento del venditore e del corriere che consegna la merce.
La concorrenza è un aspetto fortemente incentivante per l’acquirente, ma dal puto di vista del venditore la concorrenza fortissima porta a ridurre i margini di guadagno e cercare servizi di logistica più convenienti, prezzi d’acquisto più bassi, ridurre le spese per il packaging.
Il feedback può rappresentare uno dei “contro” del commercio elettronico. Se il prodotto non risponde alle esigenze o, una volta acquistato, l’acquirente si rende conto che se avesse potuto utilizzare tutti gli stimoli sensoriali non lo avrebbe acquistato è necessario dare massima assistenza al cliente stesso. Ciò serve ad evitare che il cliente rilasci un feedback negativo sull’acquisto direttamente sul negozio online, sui social network o su forum tematici.
Possono la bellezza e l'arte contribuire ad alleviare le sofferenze di chi ha subito un trauma come il terremoto? La risposta è sì ed è quello che avverrà alle 20,30 di sabato prossimo, 26 Novembre, a Polignano a Mare, località in provincia di Bari nota per aver dato i natali a Domenico Modugno.
L'evento, dal titolo “Uniti nel cuore”, metterà insieme l'arte della ristorazione e dell'accoglienza con quella dell'arte orafa e della moda, accanto alla musica e alla danza. L'evento è stato fortemente voluto da diversi sponsor locali, ma soprattutto da chi, direttamente, ha voluto contribuire con il proprio saper fare a creare una sintesi di spettacolo, tradizioni e solidarietà.
La serata si svolgerà in una location suggestiva l'Hotel Castellinaria, dove ognuno darà il proprio contributo, parte del quale verrà inviato alle vittime del terremoto di Accumoli. Il paese del Centro-Italia è stato il più colpito dal sisma e, per la solidarietà che da sempre caratterizza il nostro Paese, anche Polignano ha voluto dare un segnale di vicinanza.
La manifestazione avrà diversi momenti significativi, tra cui un defilé di gioielli organizzato dal brand “Il sogno di Siriah” dell'architetto Vanna Netti (direttrice artistica di questo importante evento). I gioielli, realizzati a mano con pietre preziose ed elementi in oro e argento, vogliono testimoniare la voglia di ricominciare di un popolo che vive sul mare e che sa rialzarsi anche di fronte alle grandi tempeste.
Per l'occasione, verrà presentata la collezione limitata dedicata alle ceramiche di Grottaglie, simbolo della Puglia in tutto il mondo, ma anche voglia di riscoprire le origini per creare qualcosa di innovativo grazie alle esperienze di studio.
Anche parte del ricavato dei gioielli e della relativa lotteria verranno devoluti in beneficenza. A concludere la serata di solidarietà “Uniti nel cuore” ci sarà un'esibizione canora e l'esibizione del maestro di violino Francesco Masi.
All'evento saranno presenti personalità del mondo istituzionale e giornalistico locale, tra cui il Prefetto di Bari e altri ospiti a sorpresa per animare la serata. La solidarietà non ha limiti di età: per questo, la direttrice artistica del progetto ha voluto che fossero i ragazzi dell'istituto alberghiero locale a dare il proprio contributo.
Non resta che attendere l'appuntamento del 26 Novembre, che promette di essere un evento di musica, di spettacolo, di arte, ma anche di solidarietà e di eleganza.