Troppo piccola la Calabria per impiegare tutti i soldi della ‘ndrangheta. Forse anche troppo controllata. Ed allora occorre esportare i capitali in una sorta di 'ndrangheta globalizzata , in primis italiana, poi europea ed infine mondiale!
Poi le indagini sul “nullatenente” Armando Raso, di Palmi, con una condanna passata in giudicato per associazione mafiosa e un lavoretto da dipendente in una ditta di edilizia.
Dietro, invece, una holding incredibile che spaziava dalla Calabria alla Toscana.
Addirittura Raso era titolare del 66% di una cooperativa di nuova costituzione e ancora inattiva, destinata a gestire una nuova struttura alberghiera per i migranti.
Qui in Calabria a Gizzeria lido ed a Sellia Marina, a Raso facevano capo due case di cura convenzionate , la Salusmentis e il Gabbiano, specializzate nella gestione dei disabili e nella riabilitazione.
A Montecatini Terme, in provincia di Pistoia, Raso e i suoi avevano invece dato vita a due immobiliari, che nel giro di poco tempo erano state in grado di realizzare numerose villette a schiera ed altrettanti appartamenti a Buggiano (Pistoia) e Cerreto Guidi (Firenze).
Un patrimonio immenso, valutato in 44 milioni di euro, ma la cui stima è suscettibile di rialzo.
Appena passato agosto ecco la politica calabrese che esce dal silenzio e lo fa in modo ridondante ed altisonante. Lo riferisce Giampaolo Chiappetta il quale ha anticipato che domani 12 settembre si terrà un incontro presso il Ministero della Funzione Pubblica.
Praticamente si va a Roma per provare ad ottenere la revoca dell’impugnazione della legge regionale numero 12 del 29 marzo 2013 che riguarda la stabilizzazione del personale precario del settore sanitario.
Il Governo ha impugnato la legge per motivi di costituzionalità.
E quella di Chiappetta e del senatore Gentile si annuncia come una operazione di facciata, impossibile da realizzarsi tenuto conto come dice il senatore del Movimento cinque stelle, Francesco Molinari il quale ricorda che «prima di questa legge – approvata dal centrodestra – un’altra legge similare, la n.1 del 2009 – approvata dall’allora maggioranza di centrosinistra – veniva dichiarata illegittima dalla sentenza 149/2010 della Corte Costituzionale”.
Ha senso allora insistere, illudendo tantissimi lavoratori precari, quando tra l’altro è stato nei giorni scorsi emanato il DL che mira alla stabilizzazione ma esclusivamente con il concorso pubblico e limitatamente al 50% dei posti ?
Ed è possibile dimenticare che non solo il Governo ha dubbi sulla legittimità costituzionale della legge 12/ 2013 ( se viene approvata quella calabrese sarà possibile approvarne una per ogni regione!) , ma che come ricorda sempre Molinari parliamo di «… una legge che, già nel suo iter, mostrava tutte le sue lacune ed evidenziava profili di incostituzionalità, tanto da non avere addirittura il parere favorevole dell’ufficio legislativo della Regione( oltre che dubbi di natura finanziaria)
Vi faremo sapere .
La storia recente
Il 26 giugno scorso la Corte d’Appello di Milano aveva decretato che la trentina di operai, indebitamente licenziati da Innova Service Srl dovevano essere reintegrati nel loro posto di lavoro. A tutt’oggi così non è stato e gli ex lavoratori sono, loro malgrado, costretti a continuare nel digiuno lavorativo (ma soprattutto di stipendio) a cui sono costretti da oltre 30 mesi. Si tratta di una sparuta minoranza di ex operai dell’Alfa Romeo di Arese, in provincia di Milano, tra i pochi “sopravvissuti” delle oltre 20mila maestranze che qui un tempo producevano le macchine col marchio del biscione. Assorbiti successivamente da una società che si occupa di servizi alle imprese (la Innova Service) questa, tre anni fa, gli ha messi a sua volta alla porta. Ma il Tribunale di Milano ha decretato che dovranno essere reintegrati, con l’obbligo di trovar loro una sistemazione nella medesima area produttiva, che nel 2015 sarà uno dei poli di Expo. A questo punto l’aut-aut di operai oramai esasperati è chiaro: “o ci trovano una sistemazione o i lavori per l’ Esposizione universale vanno fermati” di Fabio Abati Il Fatto Quotidiano
Le prospettive future.
“Visto che il PD predica da tempo che le sentenze il rispetto vanno rispettate, allora che intervenga anche su quelle emesse dalla Corte3 d’Appello di Milano che restituisce ai lavoratori posto di lavoro, stipendi e contributi. Berlusconi deve pagare? Allora paghi anche chi da 31 mesi ci sta prendendo in giro e se ne frega delle sentenze dei magistrati”. Così Renato Parimbelli esponente di spicco dei Cobas durante l’assemblea dei lavoratori dell’Innova lasciati senza lavoro.
“Abbiamo parlato del centro commerciale che si è impegnati a far lavorare 2000 lavoratori per la sua realizzazione ed un migliaio per farlo funzionare. Noi dovevamo far parte di questi, invece nonostante siano già partiti con la costruzione tutti noi siamo ancora fuori”.