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Negli ultimi tempi il governo ha perso il sostegno di Confindustria e dei poteri forti. Intervenuto in videoconferenza al congresso nazionale dell'Acri, Mario Monti punta il dito contro chi, dopo il sostegno dei primi mesi, ha lasciato solo il suo esecutivo. Ne approfitta l'ex ministro leghista Roberto Castelli il quale si pone una domanda retorica: Di poteri forti in Italia non ne conosco, magari l'Italia ne avesse di più di questi cosiddetti poteri forti"? Cosa è cambiato da novembre ad oggi?», è la domanda retorica. Oggi Mario Monti dice che . «Il mio governo e io abbiamo sicuramente perso negli ultimi tempi l'appoggio che gli osservatori ci attribuivano da parte dei cosiddetti poteri forti: in questo momento non incontriamo il favore di un grande quotidiano, considerato voce autorevole dei poteri forti, e non incontriamo il favore di Confindustria. Ma scopro - ha aggiunto il presidente del Consiglio - che il potere fortissimo dell'Acri apprezza la nostra azione e vi ringrazio di questo incoraggiamento». Ieri Mario Monti nelle dichiarazioni alla Camera dei Deputati, a cui seguirono scroscianti applausi da parte di Pdl e Pd, il 18 novembre 2011 diceva "Poteri forti sono espressioni di pura fantasia che considero offensive... “. Resta coerente, sembra solo il PD atteso che Letta dice: «Devono sostenerlo»«in particolare in questo mese di giugno, che è la madre di tutte le battaglie per l'Europa e per l'Italia». Questo mese c'è «il vertice del G20 - ha detto Letta -, la quadrilaterale del 22 a Roma con Francia, Germania e Spagna, e il vertice europeo del 28 e 29. Sostenere Monti vuol dire sostenere l'Italia, e dobbiamo farlo con forza. Il suggerimento che faccio ai poteri forti - ha concluso- è quello di essere più generosi con Monti per esserlo con l'Italia». Le elezioni si avvicinano.
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Napoli - Quattro militari della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Napoli sono stati arrestati stamani dai finanzieri del Gico (Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata) nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Napoli. I quattro finanzieri sono accusati di corruzione. Le indagini sono state condotte dai pm Filippelli, Sincero e Giordano. Le indagini eseguite dal Gico e coordinate dalla Procura di Napoli, che hanno portato stamani all'arresto dei quattro finanzieri del comando provinciale di Napoli, sono scaturite casualmente, durante una inchiesta condotta dalla Dda. I quattro militari della GdF, accusati di corruzione, avrebbero intascato delle mazzette per evitare di denunciare reati fiscali accertati durante dei controlli. Sono stati posti agli arresti domiciliari i quattro sottufficiali della Guardia di Finanza di Napoli accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio nell'ambito di un'inchiesta della sezione economica della Procura della Repubblica di Napoli. Secondo quanto emerso dalle indagini, il titolare di un impianto di distribuzione di carburanti avrebbe consegnato 8000 euro in contanti e promesso tre televisori ai sottufficiali che avrebbero così consentito all'uomo di proseguire nella sua attività applicando un sequestro solo parziale dell'impianto, risultato non conforme alla normativa posta a tutela della corretta erogazione degli oli minerali. I pubblici ufficiali destinatari delle ordinanze cautelari - in tutto sette - sono anche gravemente indiziati del delitto di falsità ideologica in atto pubblico perché hanno attestato la presenza in servizio mentre in realtà erano impegnati per motivi di carattere strettamente personale. E devono rispondere anche del delitto di truffa in danno dello Stato: secondo quanto sottolinea il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Fausto Zuccarelli, hanno indotto in errore la pubblica amministrazione sulla loro effettiva presenza in ufficio così continuando a percepire gli emolumenti loro spettanti Il Mattino
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“I genitori ultra 65enni di immigrati stranieri arrivati in Italia per ricongiungimento familiare avranno diritto all'iscrizione al servizio sanitario nazionale grazie a una sentenza pronunciata oggi dal Tribunale del Lavoro di Milano, che ha anche condannato per comportamento discriminatorio i ministeri della Salute, del Lavoro e delle Finanze. A rivolgersi ai giudici attraverso diverse associazioni (Naga, Asgi, Avvocati per Niente e Anolf Milano, legata alla Cisl) sono stati sette immigrati, dal Marocco ai paesi dell'est europeo, che, come tutti gli over 65 coi loro requisiti, non avevano accesso alla sanità pubblica per la mancata attuazione di un decreto ministeriale previsto dal Testo Unico in materia di Immigrazione. Questa norma prevedeva che il ministero della Salute, di concerto con quello del Lavoro e dell'Economia, stabilisse per decreto l'importo da versare da parte degli stranieri di oltre 65 anni per l'iscrizione volontaria al sistema sanitario nazionale. In assenza di questo decreto, si erano date da fare autonomamente le amministrazioni di Emilia Romagna e Veneto che avevano determinato un costo forfettario per consentire agli anziani stranieri di avere accesso ai servizi sanitari. La Lombardia invece non aveva provveduto. Senza questo decreto, per gli over 65 era praticamente impossibile ricevere prestazioni sanitarie perché nessuna compagnia assicurativa si era dimostrata disponibile ad assicurare persone mature emigrate in Italia, peraltro spesso affette da patologie. Ora, il giudice del lavoro Marco Lualdi ha dichiarato "la natura discriminatoria della condotta tenuta dai ministeri resistenti consistita nella mancata adozione dei decreti previsti dall'articolo 34 del Decreto legislativo 286/1998". Così, ha ordinato alla Lombardia "di rendere possibile l'iscrizione al sistema sanitario nazionale dei soggetti ricorrenti a fronte del versamento di un contributo forfettario annuale e non frazionabile, in analogia con quanto già disposto da Veneto ed Emilia Romagna pari a 387 euro". In sostanza, la somma che dovranno versare sostituisce i contributi non versati da queste persone che non hanno lavorato e pagato le tasse in Italia.”Italiaoggi Praticamente ora lo stesso diritto lo avranno anche gli italiani; basta avere un familiare in Italia, emigrare all’estero e fare istanza per ricongiungimento familiare e pagare 387 euro!
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I Racconti

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