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GIGGINO LUPONel momento in cui il Visigoto vide la scritta di “benvenuto in Amantea”, venne scosso da un brivido. Pensò: “sono davvero qui, ce l’ho fatta”. Finalmente prendeva realtà un sogno durato anni, giorni passati a raccogliere informazioni a prenotare fuoristrada, campi tendati, a leggere di racconti di viaggio e di esperienze.

In questa parte dell’Italia si trova, forse, una delle esperienze più belle che si possano fare. Sgonfiate le gomme del suo fuoristrada per una migliore aderenza al fondo sabbioso delle spiagge, si lasciò andare senza remore e subito venne rapito da questo luogo magico. Ciò che lo rende incredibile è un silenzio da brividi. Non esisteva rumore, il Visi quasi non respirava per non disturbare l'atmosfera di quel momento. Si sentiva fluttuare nell'aria, smarrito e trasportato in luoghi sconosciuti.

Era come se con un telecomando qualcuno avesse disattivato l’audio del mondo. Mentre si perdeva in questa quiete, davanti ai suoi occhi, delfini scivolavano sul mare di Ulisse. Sprofondò nel buio della notte senza accorgersene e fuori dalla sua tenda nei pressi del promontorio di Coreca guardava il cielo nero riempirsi di miliardi di stelle. L’impatto di dormire in tenda sulla spiaggia di fronte alle onde dell’Ulisse mare fu dirompente, soprattutto di notte, quando si viene messi a dura prova.

Non c’era riscaldamento nella tenda. L’aria era frizzante, ma la stanchezza prese il sopravvento. Il rumore delle onde, i versi dei volatili predatori che cacciavano e delle prede che si difendevano in basso, lo accompagnarono verso il sonno. L’eco delle voci si propagava nella notte e ci avrebbe giurato che un grosso animale si trovasse a pochi metri da lui. L'unica cosa che lo separava era la tela, spessa pochi centimetri, della sua tenda.

Dopo i primi minuti di spavento, affinò tutti i sensi per captare ogni singolo rumore, si sentì abbandonare e qualcosa di primordiale prese il posto in lui, come se in qualche angolo remoto della sua conoscenza, perso tra le sicurezze e le comodità della vita odierna, si nascondesse l’uomo ritratto dalla penna di un filosofo francese.

Il buon Visigoto ed il suo ritorno dal passato. L’esperienza di una notte in tenda, di mangiare all’aperto, da solo, nel buio, era una sensazione che lo segnava a fuoco e gli rimase dentro per mesi, anni. Faceva parte di un mondo dove l’uomo era spettatore e dove la natura era la vera padrona del destino dell’uomo. Questo pensava gli attimi prima di addormentarsi.

Al mattino, prima dell’alba, si svegliò. Sapeva che era il momento migliore per vedere le barche dei marinai che rientravano. Non le vide. L’alba era il momento più bello insieme alle ultime ore della sera. Le luci calde del primo sole, incendiavano il paesaggio di una tonalità ambrata. All’improvviso, guardando all’entroterra e verso il paese, le tortore sembravano nervose.

Il motivo lo capì poco dopo, quando dalla vegetazione sbucava quella che all'inizio sembrava una volpe, ma che in realtà, guardando meglio attraverso il cannocchiale, era un animale quasi sconosciuto, m non a lui. La soluzione al mistero l’ha capì da lì a poco: era uno sciacallo!

Per quanto questo canide gli facesse pensare subito a posti familiari, non si trattava del solito animale scappato dalla gabbia di un collezionista: la presenza dello sciacallo in Italia era nota sin dalla metà degli anni '80 del secolo scorso, quando alcuni esemplari varcarono il confine sloveno verso il Friuli Venezia Giulia.

Quello che però sorprese il Visi fu che questo canide in così breve tempo avesse già attraversato il Po, presumibilmente a nuoto o usando un ponte, e stava ora incominciando la colonizzazione dell'Italia peninsulare. Il visigoto, un po’ sprovveduto, aveva sperato di passare il resto della sua vita da pensionato, in quello che appariva essere un paradiso in terra e che per una notte gli era apparso tale. Senza sapere che lo sciacallo avesse consolidato la propria fama sulla costa tirrenica della Calabria da oltre un secolo.

Un canide, lo sciacallo, intraprendente e meschino, approfittatore delle debolezze altrui che la fa da invasore- padrone da quando apparve oltre 100 anni fa sul territorio regionale. Il Visi ha continuato a farlo sempre più e continua a farlo attraverso gli homocanis prodotti nel frattempo, unendosi a qualche compiacente donna del luogo.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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babbo55Abito in un paesino silano della provincia di Cosenza. La casa si trova però fuori dal centro abitato. E’ circondata dalla campagna. Dominano gli alberi da frutta, gli alberi di quercia e castagno. Abbiamo la luce, il gas metano, i termosifoni e pure il camino, quasi sempre acceso nei mesi invernali, perché da noi fa molto freddo e c’è pure la neve. Nelle serate rigide invernali tutta la famiglia si riunisce intorno al caminetto e la nonna ci racconta le rumanze, mentre fuori la neve cade lenta, lenta, lenta e copre ogni cosa. Ogni anno, però, la canna fumaria deve essere pulita. Il guaio è che dalle nostre parti gli spazzacamini non ci sono più. Scomparsi. Dobbiamo chiedere aiuto a qualche ragazzino svelto e molto magro del circondario che gentilmente e pagandolo a peso d’oro ci dia una mano per entrare agevolmente nella canna fumaria e pulirla, altrimenti la fuliggine che si è formata all’interno non solo non fa più uscire il fumo, ma non farà più entrare Babbo Natale che nella Notte Santa porta i doni ai bambini. Come tutti sappiamo ogni anno Babbo Natale entra nellenostre case attraverso il comignolo del camino. Quest’anno ha deciso di fare una prova. Con le renne, con la slitta, con il sacco vuoto di regali ma pieno di riccioli di legno del falegname, è venuto nel mio paese a fare le prove. Arrivato a casa mia ha cercato di infilarsi nel camino. E’ arrivato fino alla metà della canna fumaria. C’è rimasto incastrato. E’ pur vero che la canna fumaria era piena di fuliggine, ma Babbo Natale era davvero bello grosso e i bottoni della giacca rossa si erano tutti distaccati. Dallo scorso anno si era molto ingrassato. Era aumentato di parecchi chili. Aveva mangiato evidentemente troppo durante tutto l’anno. Per fortuna se n’é accorto lo spazzino comunale che era venuto a ritirare l’organico. Aveva sentito dei rumori sospetti, pianti e richieste di aiuto. Ha chiamato i Vigili del Fuoco di Cosenza, è salito sul tetto della casa e lo ha tranquillizzato dicendogli che i soccorsi sarebbero arrivati al più presto. C’è voluta un’ora per tirarlo giù. Tira di qua, tira di là, finalmente riescono a fatica a tirarlo giù. Il suo vestito rosso era diventato nero come un carbone. Non si riconosceva più. Com’era ridotto. Povero Babbo Natale! Ma chi glielo ha fatto fare a venire in Calabria e fare una prova perché tutto finisse liscio la Notte di Natale? Un consiglio vorrei dare ai miei 15 lettori, a quelli che vivono in campagna o in paese e che hanno il caminetto. Ricordatevi di tenere sempre pulita la canna fumaria, altrimenti il buon Babbo Natale che ogni anno viene nelle vostre case a portare i doni ai bambini ci resti incastrato e finisca all’ospedale per essere curato per le ferite ricevute. Babbo Natale, dimesso dall’ospedale, tornò in Finlandia e decise di mettersi a dieta, solo pane ed acqua, almeno fino al giorno 26. Mancano solo 10 giorni a Natale, ci riuscirà Babbo Natale a dimagrire? Se non ci riuscirà chi porterà quest’anno i regali ai bambini? Era molto preoccupato. I delfi che abitano con lui lo hanno messo davvero a dieta. Niente pasta asciutta, dolci, patate, carne, uova, formaggi, salame, pizze, polli al forno, tacchini imbottiti, panettoni, pandori, grispelle, turdilli, boccunotti e cioccolata. Tutte cose che a lui piacciono tanto. Ma purtroppo dovrà fare sacrifici se vuole davvero dimagrire, almeno per la notte di Natale. Che figura farebbe se ancora una volta restasse incastrato nel comignolo di un camino? E cosa direbbero i bambini di tutto il mondo senza ricevere i regali da Babbo Natale? Babbo Natale è cattivo, è ingrassato, quest’anno ci ha completamente dimenticato. Ha mangiato troppo durante tutto l’anno. Non ha fatto lunghe camminate. E’ andato in giro sempre con la slitta tirata dalle renne. Nessun esercizio fisico, avrebbe potuto almeno usare la cyclette che gli alunni di una scuola elementare di Cosenza gli avevano regalato. Ha mangiato troppo, è voluto ingrassare, e noi bambini la notte di Natale, per colpa sua, restiamo per la prima volta senza regali. Ma questo non sarà un buon Natale.

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In un mondo sempre più orientato alla tecnologia, MyBlind non è rimasta indietro. Con soluzioni innovative e motorizzate, l'azienda rende l'esperienza di gestione delle tende un gioco da ragazzi, offrendo un equilibrio armonioso tra tradizione e modernità.

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Tende a rullo su misura

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MyBlind: L’Importanza nella scelta delle tende

Nel selezionare le tende, è fondamentale considerare non solo l'aspetto estetico, ma anche la funzionalità e l'adattabilità alle esigenze quotidiane. La personalizzazione delle tende consente di creare un ambiente confortevole e accogliente, regolando l'illuminazione e la temperatura in modo efficace.

Le tende su misura offre un approccio pratico ed esteticamente gradevole per migliorare il comfort ambientale. La varietà di stili e meccanismi disponibili consente a ciascun individuo di trovare la soluzione perfetta per il proprio spazio, creando un ambiente che rispecchia sia il suo stile personale che le sue esigenze pratiche.

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