
Ecco cosa scrive Orfini:
“I migranti sono sbarcati finalmente. Dopo 16 giorni. Carola Rackete, la capitana della #seawatch è stata arrestata durante la notte, in favore di telecamere, tra la folla e le sirene accese. Le si contesta la manovra con cui ha forzato il blocco.
Attendiamo il processo come è giusto che sia ma io una cosa posso dirvela: quei 42 migranti io li ho visti, ci ho parlato.
Non potevano rimanere su quella nave un secondo in più. La situazione era insostenibile. Per giorni si è promesso uno sbarco imminente. Per giorni si è mentito. Quando stavamo a bordo abbiamo ripetutamente avvertito il governo, sollecitando a sbloccare una situazione che stava diventando esplosiva.
Ogni volta abbiamo ricevuto rassicurazioni, ma poi nulla accadeva.
Il governo ha scelto di far crescere la tensione, ha scelto di giocare una partita squallida sulla pelle di 42 esseri umani.
C'era l'accordo per la redistribuzione dei migranti, eppure non sono stati fatti sbarcare "in 5 minuti" come aveva promesso Salvini.
Sarebbero ancora sulla nave se la Sea Watch non avesse forzato.
Abbiamo a che fare con gente così, persone che non si fanno scrupoli a giocare con la vita delle persone, a creare pericolo e insicurezza per poi specularci sopra.
Per questo abbiamo scelto di salire su quella barca. Per questo abbiamo detto che non saremmo scesi finché l'ultimo migrante non fosse sbarcato.
Così abbiamo fatto. Ora i migranti sono a terra, accolti da personale preparato. E pronti a cominciare una nuova vita.
Noi siamo abbastanza stanchi.
Abbiamo fatto il nostro dovere, niente di più.
E siamo pronti a rifarlo. La battaglia su questi temi sarà sempre difficile e dura. Ma non possiamo rinunciare a farla, tutti insieme”.
Una domanda ad Orfini.
E’ vero che te ne porterai un paio a casa tua, gli darai un letto, un desco , una formazione, un lavoro ed un futuro?
Se è vero allora sei bravo.
Se non è vero sei un ipocrita che tenti solo di farti una immagine di buonista a spese dell’Italia e degli italiani!
TARANTO – In assenza di una soluzione al problema della protezione legale, l’ex stabilimento Ilva di Taranto chiuderà il 6 settembre, quando entrerà in vigore la legge che ha abolito l’immunità: lo ha detto l’ad di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde, a margine di una conferenza di Eurofer. «Il Governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c’è niente. Quindi il 6 settembre l’impianto chiuderà. Abbiamo ancora due mesi, spero che il Governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere», ha detto.
«Noi non siamo in conflitto con il Governo, non sappiamo perché faccia quello che fa, avrà le sue ragioni, ma diciamo che in queste condizioni non si può andare avanti», ha detto Van Poelvoorde, perché «non posso mandare i miei manager lì ad essere responsabili penalmente» in una situazione già fuori norma perché l’impianto è sotto sequestro. Una notizia che arirva come una doccia fredda a pochi giorni dalla visita di una delegazione del Governo a Taranto, guidata dal vicepremier, Di Maio, che sventolava il successo della cancellazione dell’immunità penale.
Impossibile così gestire lo stabilimento
ArcelorMittal Italia precisa che «non sarebbe possibile per nessuna società gestire lo stabilimento di Taranto senza identificare una soluzione costruttiva all’attuale contesto, come comunicato la settimana scorsa da ArcelorMittal SA. Le ragioni alla base di questa affermazione sono illustrate nelle dichiarazioni delle ultime settimane e si riferiscono al periodo necessario per l’attuazione del piano ambientale durante il quale sono richieste e sono attualmente in vigore le tutele legali».
L’azienda si dice «aperta al dialogo con il Governo e continua a sperare in una conclusione soddisfacente che consenta all’Azienda di continuare a investire in modo significativo nell’industria siderurgica italiana.
Di Maio a Taranto: «Immunità? non c’è più». «Disponibile 1 mld per la città»
Azienda sorpresa dall’azione del Governo
L’azienda, aggiunge, è rimasta «sorpresa» dalla decisione del Governo di togliere la protezione legale. «Allo stesso tempo il Governo ci dice che non vuole che ce ne andiamo, ma vuole che restiamo, e ci dicono che risolvono il problema. Noi abbiamo scritto un articolo molto chiaro per dire che il 6 settembre, quando entra in vigore questa legge, l’impianto si fermerà se nulla sarà successo», ha spiegato.
L’amministratore delegato ha assicurato che l’ArcelorMittal sta implementando il piano come previsto: «Noi ci fidiamo delle dichiarazioni del Governo, stiamo andando avanti con il piano, non rallentiamo e aspettiamo che il Governo trovi una soluzione perché non c’è motivo per cui ci mandino via. Ma apparentemente non vedono questo problema grave come lo vediamo noi e quindi hanno detto che lo risolveranno, lavorando a una soluzione legale».
L’azienda avrebbe preferito aspettare che sulla questione dell’immunità si pronunciassero i giudici, che stanno esaminando la questione e daranno un parere a ottobre. Ma il Governo ha voluto comunque votare il provvedimento che abolisce le tutele, anticipando l’esito dell’analisi dei giudici. «Non puoi gestire un impianto sotto sequestro quando non hai protezione legale, è impossibile», ha ribadito.
Nel frattempo parte la Cig per 1400
Intanto ArcelorMittal sta comunicando ai lavoratori dello stabilimento di Taranto il numero delle giornate di cassa integrazione che partirà dall’1 luglio prossimo e coinvolgerà 1395 dipendenti per 13 settimane. Lo rendono noto Fim, Fiom e Uilm che hanno inviato un comunicato all’Ad Matthieu Jehl e al responsabile della Risorse Umane Annalisa Pasquini definendo «irresponsabile» l’atteggiamento dell’azienda.
Secondo i sindacati, Arcelor Mittal «dimostra la scarsa propensione al dialogo e soprattutto l’arroganza di chi vuole procedere con l’avvio della Cig, così come d’altronde comunicato al tavolo alle organizzazioni sindacali, senza un reale confronto di merito ed un approfondimento della fase di incertezza che vive lo stabilimento di Taranto».
Chiusura ex Ilva, opposizione e sindacati contro il Governo. «Pasticcioni». Renzi: «Pazzi»
Melucci: Governo agisca in fretta
«Le dichiarazioni del gestore continuano a generare molta preoccupazione. Già al tavolo del CIS di lunedì scorso a Taranto avevo chiesto al vicepremier Di Maio se stesse elaborando per precauzione un piano alternativo, ma la risposta non è stata convincente». Lo afferma il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, commentando le dichiarazioni dell’Ad di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde, che a margine di una conferenza di Eurofer, ha affermato che «in assenza di una soluzione al problema della protezione legale, l’ex stabilimento Ilva di Taranto chiuderà il 6 settembre», quando entrerà in vigore la legge che ha abolito l’immunità. “Spero che il Governo – ha aggiunto Melucci – agisca in fretta per mettere in sicurezza la vicenda».
Di Maio: non accetto ricatti
«Io non accetto ricatti. Qui la legge è uguale per tutti. Ilva resti aperta, non hanno nulla da temere, le soluzioni si trovano». Lo ha detto, a quanto si apprende, il vicepremier Luigi Di Maio parlando della vicenda ArcelorMittal in una riunione con i suoi collaboratori.
Fonti del Mise fanno sapere che «L’avvio della Cig per i lavoratori dell’Ilva tramite comunicato stampa è un atteggiamento irresponsabile che mina l’equilibrio sociale del territorio di Taranto. Un equilibrio messo già a dura prova in questi decenni e che crea allarmismo e tensione, frutto anche delle dichiarazioni dell’ad di ArcelorMittal Europa sulla presunta chiusura dello stabilimento. Vogliamo trovare una soluzione assieme ad Arcelor Mittal».
Salvini: non ci possiamo permettere chiusura
«Ilva? Non ci possiamo permettere la chiusura, sono 11 mila posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti. Per carità la tutela ambientale, ma gli imprenditori arrivati adesso hanno ereditato una situazione disastrosa e in nove mesi non possono sistemarla». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini a Porta a Porta dove ha aggiunto: «C’è una sentenza pendente della
Corte, io avrei lasciato la garanzia legale. Di Maio mi assicura che non rischia, io mi fido. Con 15 mila posti di lavoro non si scherza. Non si può cambiare un contratto in corso d’opera. Per me il piano per il 2023 sta in piedi».
«Ho chiesto al ministro Di Maio di avere ampie garanzie sul fatto che non si mettano a rischio 15mila posti di lavoro. Tutela ambiente è fondamentale, ma in un momento in cui Lavoro è una priorità bisogna fare il possibile per tutelarlo».Lo scrive in un tweet il vice premier Matteo Salvini.
Codacons: tale minaccia può configurare estorsione
«Non si può subordinare la chiusura o l’apertura di un’impresa alla modifica di una legge dello Stato, perché tale minaccia può configurare un’estorsione». Lo afferma il Codacons in merito alle dichiarazioni di Arcelormittal, annunciando per domani «una denuncia per estorsione contro la società che ha dichiarato che se entro il 6 settembre non sarà tolta la norma che libera le responsabilità di chi ha commesso gravi reati chiuderà la fabbrica di Taranto».
Per il Codacons «se confermate tali intenzioni, si tratterebbe di un volgare atto di estorsione che va punito dalla magistratura penale. Per tale motivo presenteremo domani una formale denuncia in Procura contro Arcelormittal»
27 giugno fonte: laGazzettaDelMezzogiorno.it
"Non sono preparato a questo, né psicologicamente né praticamente".
Morgan si sfoga sul suo canale ufficiale, a meno di 24 ore dallo sfratto.
Oggi martedì 25 giugno infatti il cantante dovrà lasciare la sua casa, dopo la decisione di pignoramento presa dal Tribunale di Monza nel 2017.
L'abitazione è stata venduta all'asta per vari debiti, ma "né amici né colleghi hanno mosso un dito" ha riferito Marco Castoldi.
Per non parlare della famiglia paterna "che ha la casa di sua nonna disabitata ma a lui non la danno".
La mamma di Morgan, in una conversazione whatsapp resa pubblica, lo consola e lo sprona ad andare avanti nonostante questo sfratto: "So che la cosa per te ha tanti ricordi ma uno giovane come te ha anche bisogno di cose nuove.
Confido in una tua maturità. Sorridi il lavoro ti va bene, hai tanta gente che ti vuole bene, sei un musicista".
Il cantante le ha provate tutte.
L'ultimo tentativo è stato scrivere al nuovo proprietario dell'abitazione: "Per me tutto ciò rappresenta un grande dolore che si aggiunge ad una vita complessa e tragica che trova un senso nella creatività ma è innegabilmente piena di ferite: io devo elaborare questa nuova sofferenza come si elabora un lutto, con forza e statura morale".
Nonostante le parole, il compratore non ha ceduto ad alcun ripensamento.