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La Consulta ha giudicato inammissibile il ricorso presentato dal Pd sulle procedure di approvazione della manovra.

Dopo avere cantato “Balla ciao” fuori dal Parlamento, i democratici hanno presentato ricorso alla Consulta

 

per la violazione dell’articolo 72 della Costituzione , il quale prevede “l’esame di una Commissione e poi della Camera stessa, e l’approvazione articolo per articolo per ogni disegno di legge”.

Articolo che non sarebbe stato rispetto al Senato secondo gli esponenti del Pd.

Di qui la decisione di procedere al ricorso, una mossa sbagliata in partenza perché il Pd, non essendo un organo dello Stato ma un partito politico, non è soggetto idoneo a rivolgersi alla Corte costituzionale.

Cosa ha detto la Consulta

“La contrazione dei lavori per l’approvazione del bilancio 2019 – osserva la Corte Costituzionale – è stata determinata da un insieme di fattori derivanti sia da specifiche esigenze di contesto sia da consolidate prassi parlamentari ultradecennali sia da nuove regole procedimentali”.

Tutti questi fattori “hanno concorso a un’anomala accelerazione dei lavori del Senato, anche per rispettare le scadenze di fine anno imposte dalla Costituzione e dalle relative norme di attuazione, oltre che dai vincoli europei”.

In queste circostanze, la Consulta “non riscontra nelle violazioni denunciate quel livello di manifesta gravità che, solo, potrebbe giustificare il suo intervento”.

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A S. Daniele c’è crisi.

Ma a Resia un altro tipo di cosce non conosce ombra di crisi.

Amici di Tirreno News, oggi vi voglio parlare di una lettera che un parroco, giovanissimo, di un paesino in provincia di Udine, ha indirizzato ai fedeli e paesani per criticare l’abbigliamento delle ragazze durante le funzioni religiose.

Siamo a Resia, un comune poco più di mille anime al confine con l’Austria e il parroco si chiama don Alberto Zanier.

Secondo il sacerdote a far concorrenza a uno dei grandi prosciutti italiani conosciuto in tutto il mondo, il S. Daniele, c’è ora una nuova coscia, quelle delle ragazze del paese che frequentano la sua chiesa.

E avete letto bene, amici.

Il parroco se la prende con quelle ragazze che durante le funzioni religiose si presentano in chiesa con vistose minigonne e mostrano alla gente con disinvoltura le loro cosce suadenti e sinuose.

Le parole del parroco, come era previsto, hanno suscitato le reazioni delle giovani donne di Resia, del Sindaco del paese e molta ironia.

Non hanno gradito l’accostamento che ha fatto il parroco delle loro cosce col prosciutto S. Daniele. Cosce al vento come prosciutto. Ma no, don Alberto.

Queste belle cosce ce le ha donate il suo Dio e sono belle da vedere, così hanno scritto le ragazze su Facebook.

Ma forse don Alberto un po’ di ragione ce l’ha.

Anche dalle nostre parti in occasione di Battesimi, Cresime, Matrimoni, vediamo in chiesa belle ragazze che indossano gonne troppo mini e mostrano con disinvoltura le loro cosce suadenti e provocanti.

Il parroco di Resia si è ribellato e ha fatto bene.

Quando si è fuori, all’aperto, quelle vistose minigonne vanno benissimo, ma in chiesa no. La chiesa è un luogo di culto.

Chi va in chiesa e ci crede là c’è Gesù nel Santissimo Sacramento dell’Altare.

Anche il Resto del Carlino è intervenuto con un articolo a carattere cubitale:- Ora basta cosce nude in chiesa- In chiesa si va per pregare non per ballare.

Non si va con gonne troppo mini e le ragazze non devono mostrare alla gente e al parroco che celebra la Santa Messa le loro cosce anche se sono sinuose, suadenti e meravigliose.

Forse don Alberto ha un po’ esagerato, ma bisogna comprenderlo.

La Chiesa è un luogo di culto, non è una balera o un night club.

Le cosce bene in vista sono una mancanza di rispetto verso gli altri, verso quelli che ti stanno accanto e potrebbero urtare la loro sensibilità e come ha scritto don Alberto:- Addirittura provocare la loro sessualità -.

Ma forse la colpa non è tutta delle ragazze che indossano gonne troppo mini e mostrano le cosce nude.

E’ delle mamme, conclude il parroco. Care mamme, quando le vostre figlie escono di casa vedete come vanno in giro?

Vedete come vanno a Messa?

Il Sindaco di Resia difende le ragazze: Le conosco da sempre, non hanno grilli per la testa.

Questo episodio che vi ho raccontato ha rotto la tradizionale riservatezza del piccolo paese friuliano e lo ha fatto salire agli onori delle cronache nazionali.

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Velletri, 60enne ricava un giaciglio al cimitero: coperte e lenzuola tra le tombe per ripararsi dal freddo

Nel cimitero di Velletri c’è chi non riposa in eterno e, dato il freddo di questo periodo, sicuramente neanche in pace.

Un uomo di circa 60 anni, da tempo disadattato e noto a Velletri, ha ricavato un giaciglio tra due tombe nella struttura cimiteriale a tre livelli che sta in prossimità dell’ingresso principale di via Lata.

La zona è la più riparata possibile ed è anche vicina ai bagni pubblici, quindi è il meglio che il cimitero può offrire ad una persona viva.

Aspetta l’orario di chiusura del cimitero e vince la paura dei morti con la necessità di sopravvivere al freddo e alle intemperie coricandosi in un ambiente illuminato dalla luce fioca dei lumini.

Tutti sanno della sua presenza anche perché la mattina lascia il suo letto tra le due tombe per tornavi la sera all’ora di chiusura del Camposanto.

Una abitudine ormai tollerata anche perché non infastidisce la gente: “E’ un poveraccio” dicono di lui.

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