
Avvenire, pagato per anni coi soldi pubblici dati dai governi Pd, attacca il governo Conte e Salvini
Da un po’ di tempo guardo stupito il cambiamento genetico che ha subito da qualche anno a questa parte il quotidiano cattolico dei vescovi italiani (Conferenza Episcopale Italiana).
Innanzitutto sul piano della linea editoriale generale: da quotidiano di carattere eminentemente religioso è diventato politico, anzi partitico, con la trattazione di argomenti di carattere religioso del tutto marginale, residuale, assolutamente insufficiente a caratterizzarlo come tale.
In secondo luogo riguardo all’impostazione politica della linea editoriale: da quotidiano rigorosamente, tenacemente super partes e con trattazione di argomenti politici minimale, si è trasformato in quotidiano di parte schierato politicamente con un solo partito, il PD, e soprattutto con Renzi e il suo stretto giro.
Ho colto questo cambiamento già da quando il Papa era Benedetto XVI.
Ma durante il pontificato di Papa Francesco non vi è dubbio che questa tendenza si è fatta più marcata e persino sfacciata.
Ieri, sul blog ‘Lo Straniero’ di Antonio Socci, ho letto un post interessante che mi ha illuminato e mi ha fatto capire le ragioni politico/culturali di tale profondo cambiamento.
Ma non pago di tale scoperta, sono andato a vedere anche se per caso ci fossero ragioni più terra-terra, in altre parole se ci fossero contributi pubblici all’editoria che avessero spinto in una direzione che non poteva non limitare l’autonomia e la libertà di questa testata storica, fondata 50 anni fa su iniziativa del futuro Papa Paolo VI, una volta davvero religiosa e cattolica e che ha cessato di esserlo.
Così ho letto su ‘Lettera 43’ un articolo che aveva il seguente titolo: “Giornali, a chi sono andati i fondi per l’editoria nel 2016”.
Ma la mia curiosità per essere completamente appagata è andata sul sito della Presidenza del Consiglio – Dipartimento per l’informazione e l’editoria (http://informazioneeditoria.gov.it/it/attivita/contributi-erogati-e-agevolazioni-concesse/contributi-erogati-e-agevolazioni-concesse/2017/).
Mi pare ragionevole indicarvi l’ammontare dei contributi ricevuti da Avvenire durante i governi Letta, Renzi, Gentiloni e cioè negli anni dal 2013 al 2017.
I contributi statali di cui ha usufruito il quotidiano della CEI negli anni indicati sono i seguenti:
2017 € 2.519.173,47 (rata di anticipo al 42,05 %, il totale sarà circa quello dell’anno scorso),
2016 € 5.990.900,04 pari a circa 16.400 euro al giorno
2015 € 4.625.034,74
2014 € 3.917.868,90
2013 € 3.400.075,41
Poiché ho grande stima e rispetto per ciò che fa la Chiesa per i più bisognosi e per l’amore che essa giustamente insegna per la verità, ho voluto riportare questi dettagli.
Allo stesso modo provoca sconforto e rammarico l’ipocrisia di cui è intrisa la linea editoriale di Avvenire che è orientata a colpire con durezza e senza ragioni oggettive il Governo Conte in tutti i suoi esponenti di primo piano.
Non ha evitato però di scodinzolare anche scompostamente intorno agli esponenti degli altri governi.
Al progetto “Il risparmio che fa scuola”, promosso con la collaborazione del Miur, è prevista la partecipazione di un milione di studenti.
Su internet un sito dedicato con tutte le istruzioni per aderire all’iniziativa
Roma, 31 ottobre 2018 – In occasione della 94° Giornata Mondiale del Risparmio arriva in classe “Il Risparmio che fa scuola”, il progetto di promozione della cultura e dei valori del risparmio promosso da Cassa depositi e prestiti (CDP) e Poste Italiane, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
L’iniziativa - presentata nei giorni scorsi presso il MIUR dal Ministro Marco Bussetti, dall’Amministratore Delegato di CDP Fabrizio Palermo e dall’Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante - vedrà la partecipazione di oltre un milione di studenti di età compresa fra i 6 e i 18 anni e di 20 mila scuole nell’arco di quattro anni. Al termine della presentazione del progetto, il Ministro Marco Bussetti, l’AD di CDP Fabrizio Palermo e l’AD di Poste Italiane Matteo Del Fante hanno firmato il Protocollo d’Intesa “Promozione della cultura e dei valori del risparmio nella formazione scolastica”.
“Promuovere l’educazione finanziaria già a partire dalle nostre scuole vuol dire costruire forme di cittadinanza attiva e consapevole - ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti - Attraverso le iniziative che presentiamo oggi spiegheremo ai giovani il valore del risparmio e i benefici di una corretta gestione finanziaria. Ogni scuola potrà portare avanti in autonomia e in collaborazione con il territorio di riferimento attività didattiche e informative”.
“La missione di Cassa depositi e prestiti è di tutelare e valorizzare il risparmio delle famiglie impiegandolo in progetti per lo sviluppo economico, sociale e territoriale del Paese. È un’iniziativa importante che consente di rafforzare e trasmettere il valore e la cultura del risparmio anche alle generazioni di domani”, ha affermato Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato di Cassa depositi e prestiti.
“La propensione al risparmio è da sempre un punto di forza del nostro Paese, ma il mondo cambia rapidamente ed è importante che ognuno sia in grado di fare scelte informate e consapevoli in uno scenario sempre più complesso - ha osservato l’Amministratore Delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante - proprio per questo siamo convinti che l’educazione finanziaria debba iniziare dai banchi di scuola”.
“Il Risparmio che fa scuola” offre agli alunni delle scuole primarie e secondarie di I e II grado la possibilità di familiarizzare in maniera semplice e divertente con i concetti ed i principi alla base di ogni strategia di investimento e gestione del patrimonio, attraverso attività che vanno da quelle ludiche dedicate ai più piccoli, fino a veri e propri corsi per i più grandi, grazie anche ad un portale online dedicato.
L’obiettivo è promuovere la cultura del risparmio, inteso nell’ottica più ampia di un’economia sostenibile e di un uso consapevole delle risorse energetiche e ambientali, temi che accompagneranno i percorsi didattici come elementi fondamentali per lo sviluppo e la crescita del Paese e per la cultura e la formazione di ogni cittadino.
Il progetto prevede la partecipazione degli insegnanti che possono a loro volta seguire in modalità e-learning un corso di formazione gratuito sul risparmio.
Nel corso della presentazione dell’iniziativa, si è fatto riferimento anche alla possibilità di un coordinamento futuro con il Comitato per la programmazione e il coordinamento dell'Educazione finanziaria, che ha scelto la Giornata Mondiale del Risparmio per la conclusione della prima edizione del Mese dell’educazione finanziaria.
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare il portale Internet www.ilrisparmiochefascuola.com.
Poste Italiane
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Cassa depositi e prestiti
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Per la corte europea dire che Maometto è stato un pedofilo è reato: bisogna distinguere tramatrimonio con una bambina di 6 anni e pedofilia.
Cari amici, per la “Corte Europea dei Diritti dell’Uomo”, di fatto la suprema istanza della magistratura in Europa, è reato definire Maometto un pedofilo.
Non perché si contesta il fatto incontrovertibile che nel 620, all’età di 50 anni, sposò una bambina di sei anni, Aisha, anche se il matrimonio fu consumato tre anni, nel 623, quando la bambina aveva nove anni.
Ma perché, spiega la sentenza, Maometto e Aisha rimasero sposati fino alla sua morte nel 632, cioè per nove anni, quando Aisha aveva 18 anni.
Quindi, secondo la Corte Europea, si può dire che Maometto sposò una bambina ma non che sia stato un pedofilo perché “pedofilo è chi è attratto solo o principalmente da minorenni”.
Insomma essendo stata Aisha l’unica moglie-bambina di Maometto, mentre le altre sue 14 mogli erano maggiorenni, ed essendo stato Maometto suo marito fino alla sua morte, non si può attribuire a Maometto l’orientamento sessuale del pedofilo.
In conclusione per la Corte Europea se un uomo adulto sposa una sola volta una bambina e lei resta sua moglie fino alla sua morte, non è qualificabile come pedofilo.
Sulla base di questa argomentazione la Corte Europea ha dato torto a un’esperta di questioni islamiche, l’austriaca Elisabeth Sabaditsch-Wolff, che aveva presentato un ricorso dopo essere stata condannata in Austria nel 2011 per “incitazione all’odio” e “oltraggio ai simboli religiosi di una comunità religiosa riconosciuta”.
La Corte Europea ha condiviso la sentenza della magistratura austriaca, secondo cui bisogna distinguere tra il matrimonio con una bambina e la pedofilia.
La Corte Europea ha fatto propria anche la motivazione della magistratura austriaca sulla necessità di prevenire la reazione violenta degli islamici, sostenendo il “legittimo scopo di prevenire disordini salvaguardando la pace religiosa e rispettando il sentimento religioso”.
Ebbene è un dato di fatto che la Corte Europea nutre questa particolare sensibilità solo nei confronti dell’islam. Lo scorso gennaio la stessa Corte Europea aveva sentenziato che usare le immagini di Gesù e Maria negli spot pubblicitari, anche in pose irriverenti, è perfettamente legittimo.
Cari amici, la sentenza della Corte Europea, e prima ancora delle Corti di giustizia dell’Austria, ci fanno toccare con mano che i giudici in Europa si comportano come se noi fossimo già sottomessi all’islam.
Pur di assolvere Maometto dalla ovvia constatazione che, avendo sposato una bambina di sei anni ha assunto un comportamento attribuibile alla pedofilia, hanno introdotto il criterio della “non reiterazione” del reato, quindi se l’ha fatto una sola volta non è incolpabile.
Ma soprattutto, secondo le Corti di giustizia europee, bisogna anteporre il tema della sicurezza: se dire che Maometto è stato un pedofilo finirà per scatenare la violenza degli islamici, allora non bisogna dirlo.
Se invece oltraggiare Gesù non scatena alcuna violenza da parte dei cristiani, allora lo si può oltraggiare.
Ebbene è arrivato il momento di dire la verità in libertà. Solo dicendo la verità in libertà anche nei confronti dell’islam, di Maometto, di Allah e del Corano, noi europei riusciremo a riscattare la nostra civiltà decadente. Andiamo avanti a testa alta e con la schiena dritta. Insieme ce la faremo. –di Magdi Allam