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La Mobile di Bari ha arrestato 4 cittadini nigeriani, accusati, in concorso, di violenza privata e violenza sessuale di gruppo nei confronti di una connazionale 24enne nel centro accoglienza Cara di Bari Palese.

Una quinta persona è ricercata.

 

 

Gli arrestati sono di età compresa tra i 21 e i 37 anni ed alcuni di loro hanno precedenti di polizia o sono irregolari nel territorio dello Stato, tra cui un uomo già detenuto in carcere per un omicidio di un nigeriano nel 2017.

La vittima ha denunciato l'episodio che si sarebbe verificato a maggio dello scorso anno.

Giunta in Italia dopo un terribile viaggio della speranza attraverso il mare, nel quale era stata minacciata di doversi prostituire per ripagare il debito contratto (20mila euro) per la traversata, era riuscita a sfuggire alle grinfie degli sfruttatori raggiungendo la struttura di Palese.

Lì era stata oggetto di attenzioni sessuali da parte di un connazionale e più volte importunata.

Non è bastato opporsi più volte all'uomo: una sera l'avrebbe prima minacciata di morte con un coltello, quindi, attorniata dal branco, picchiata più volte con schiaffi e pugni. La donna sarebbe stata poi trascinata in una stanza e stuprata dall'uomo mentre gli altri impedivano l'accesso alla camera ad estranei.

La donna, dopo mesi di paura per eventuali ritorsioni ai suoi danni, ha deciso di denunciare tutto alla Polizia ed è stata presa in carico da associazioni di protezione.

La Squadra Mobile, attraverso indagini approfondite, ha provveduto poi agli arresti disposti dal gip di Bari su richiesta della Procura: i 4 bloccati sono stati condotti nel carcere del capoluogo.

Proseguono le ricerche per rintracciare la quinta persona destinataria dell'ordinanza.

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terrenoAmici, il Governo sta per approvare alcune riforme che dovrebbero cambiare, secondo il M5S e la Lega, la vita di alcune famiglie italiane se decidessero di fare il terzo figlio. Nell’ultima bozza di Bilancio circolata ieri, oltre alla conferma del reddito di cittadinanza e alla flat tax, è spuntata, a sorpresa, la cessione di terre da coltivare alle famiglie che decidessero di fare il terzo figlio tra il prossimo anno e il 2020. Una misura adottata per favorire lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali e la crescita demografica attraverso il sostegno alle famiglie. Quali sarebbero i terreni da dare alle famiglie? Quei terreni di proprietà dello Stato e quei terreni in stato di abbandono specialmente nelle Regioni del Sud. Saranno concessi gratuitamente per un periodo non inferiore a 20 anni. Ma c’è di più. Per i nuclei familiari è prevista anche una agevolazione per l’acquisto della prima casa nelle vicinanze dei terreni eventualmente assegnati, ossia mutui per 200 mila euro per la durata di 20 anni a tasso zero. Terreni incolti da diversi anni e terreni abbandonati nei nostri paesi ce ne sono tantissimi e sarebbe davvero bella cosa se ci fossero famiglie disponibili a ritornare nei campi, a seminare come si faceva una volta grano e granturco, a coltivare patate, fagioli, melanzane, pomodori, cavoli e i vigneti, i ficheti, gli uliveti della Variante, di Cannavina, di Camoli, di Colongi, di Gallo, di Sant’Elia, etc. I nostri vini erano rinomati e i nostri fichi erano richiesti da Marano e Colavolpe. Non molto tempo addietro le numerose famiglie calabresi abitavano nelle turre di campagna e vivevano soltanto di agricoltura e le terre erano fiorenti. Poi, vuoi per la scarsa natalità, per il calo dei matrimoni, per l’invecchiamento della popolazione, per l’emigrazione dei giovani in cerca di fortuna all’estero, i terreni sono stati abbandonati specialmente quelli collinari e al posto dei rigogliosi vigneti, ficheti, uliveti ci sono cresciute spine e calavruni. Ora il Governo si è accorto che in Italia, specialmente nelle Regioni del Sud, ci sono moltissimi terreni incolti e abbandonati e che la popolazione di anno in anno sta decrescendo. E allora per incrementare la demografia darà la terra gratis a chi ne farà richiesta ma alle famiglie con almeno tre figli a carico. Le terre ci sono, purtroppo. Mancano, però, le famiglie con tre figli. Dove sono le famiglie oggi disposte ad avere un terzo figlio se a malapena riescono a sbarcare il lunario con uno o due figli a carico? E dove sono le famiglie che desiderano ritornare alla terra? I giovani hanno lasciato la loro terra e non sono più disposti, facendo enormi sacrifici, a ritornare alle origini. Non dovevano partire. Non li dovevamo fare partire. Purtroppo sono partiti. E ogni anno 16 mila giovani calabresi vanno via, partono. Lasciano casa e famiglia alla ricerca di opportunità che qui non trovano e forse di una vita migliore. Altri giovani sono rimasti, studiano, si laureano. E poi? Alla fine, come hanno fatto i loro coetanei, partono anche loro e non hanno nessuna voglia di ritornare. Ma ritorniamo alle reali intenzioni del Governo adottate per la crescita demografica attraverso il sostegno alle famiglie. Mi è venuto alla mente un famoso slogan di Benito Mussolini:- Un popolo ascende in quanto sia numeroso -. Per questo motivo il fascismo ha incoraggiato in tutti i modi l’aumento della popolazione tassando i celibi e premiando chi faceva figli. E così istituì i premi di natalità. Molte famiglie del mio paese beneficiarono di questi premi. E ora, a distanza di 90 anni, essendo l’Italia in fase di decrescenza demografica, oltre che di crisi economica, il Governo in carica tenta di rivisitare il premio di natalità di Mussoliniano memoria con dei provvedimenti che non porteranno nessun beneficio perché non ci sono in Italia coppie che vogliono più figli.

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“Caro Presidente – si legge nelle lettera di dimissioni invita al presidente dem, Matteo Orfini – dopo il nostro Forum nazionale tenuto a Milano il 27 e 28 ottobre scorsi ritengo assolto il mandato affidatomi dall’Assemblea nazionale il 7 luglio

 

quando, eleggendomi, indicava per la mia segreteria una serie di obiettivi utili alla ripartenza del Pd dopo la sconfitta elettorale di marzo.

Faccio quindi seguito agli impegni presi, dimettendomi dall’incarico di segretario”.

“E chiedendoti – prosegue Martina – di poter convocare a breve l’Assemblea stessa per gli adempimenti conseguenti.

Fino a quel momento garantirò ovviamente per la mia parte un ordinato lavoro di tenuta in attesa delle nuove deliberazioni”.

“Ritengo che in questi mesi complessi il nostro lavoro abbia aiutato a impostare il percorso d’impegno necessario ai democratici dall’opposizione all’alternativa alle forze che oggi governano pericolosamente il Paese.

Siamo tornati in tanti territori, abbiamo cercato di rilanciare l’idea di un partito fianco a fianco alle persone che vogliamo rappresentare, pensando prima di tutto a chi ha di meno e a chi sta peggio.

Con la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma abbiamo dato voce alla comunità democratica che vuole combattere per un’Italia migliore.

Con il Forum di Milano abbiamo cercato di mettere in chiaro gli impegni del nostro riformismo radicale: emancipazione, cittadinanza, ecologia, Europa”.

“Sono davvero convinto – prosegue Martina – che lo spazio dell’alternativa nel paese sia largo e che tocchi ora al Pd muovere l’iniziativa in modo aperto, unitario e plurale.

Oggi è giusto definire la nuova fase di questo percorso pensando innanzitutto alle prossime scadenze elettorali e in particolare alle cruciali elezioni europee di fine maggio 2019.

Ne va del destino europeo e della nostra democrazia.

“Colgo l’occasione per ringraziare te, la presidenza, e tutti i componenti dell’Assemblea nazionale per la collaborazione e l’impegno garantito in questa fase molto particolare della vita del nostro partito.

Mi piace ricordare uno dei messaggi più forti incontrati in questi mesi di lavoro intenso e appassionato: noi siamo somma, non divisione.

Lo dobbiamo alle donne e agli uomini del Partito Democratico e lo dobbiamo all’Italia”, conclude Martina.

Roma, 30 ott. (AdnKronos)

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I Racconti

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