
Secondo l'accusa, l’attività svolta dall’ex dirigente della Prefettura avveniva sotto particolari “favori” come biglietti/ abbonamenti della Juventus, apparati elettronici, cene, creme, collane e lavori effettuati in casa.
Favoreggiamento della permanenza degli immigrati clandestini sul territorio nazionale, falso ideologico per induzione e falso materiale: queste le accuse mosse dal Nucleo Investigativo provinciale dei Carabinieri di Savona all’ex vice Prefetto Andrea Giangrasso, 69 anni, arrestato questa mattina dopo un’imponente e delicata indagine iniziata a marzo 2018, che ha coinvolto in collaborazione anche la Prefettura e la Questura savonese.
L’ex dirigente responsabile dell’area IV immigrazione della Prefettura da qualche anno in pensione, per cui è stata emessa l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, è stato condotto alla casa circondariale di Marassi con l’accertamento ed una documentazione degli anni 2013-2014 inoltre legata ad una passata indagine, della forzatura della procedura per l’ingresso di cittadini extracomunitari che venivano in Italia (per lo più egiziani e tunisini) per svolgere attività lavorativa stagionale mediante promesse di assunzione da parte di un esercente italiano che permetteva allo straniero di presentare una richiesta di permesso di soggiorno temporaneo per svolgere attività lavorativa stagionale sul territorio italiano.
Dopo un’accurata attività di indagine, osservazione, pedinamento e acquisizione della documentazione da parte della Prefettura (vittima stessa di questi reati), la compagnia investigativa è riuscita anche tramite ad un interrogatorio di convalida d’arresto del 10 marzo scorso in cui è stato riferito da parte di un egiziano che le attività di rilascio del permesso di soggiorno erano seguite da un funzionario della Prefettura con i quali loro erano in concorso per quanto riguarda l’attività, il quale spiegava le alternative e si interessava per l’ottenimento con i vari uffici della Questura e della Direzione Territoriale del Lavoro (enti che non hanno responsabilità ma anzi hanno agevolato il lavoro di indagine).
“Il cittadino extracomunitario dopo che aveva ottenuto tutti i pareri di permesso di soggiorno temporaneo, il primo dalla Direzione Territoriale del Lavoro che valutava la congruità dell’esercizio commerciale all’assunzione di questo lavoratore e il secondo della Questura che decretava la conformità della documentazione, poteva pertanto ottenere il visto che gli veniva consegnato dall’Ambasciata o dal Consolato nel paese di appartenenza entrando poi regolarmente in Italia per il periodo indicato dalla proposta di assunzione” spiega il Capitano dei Carabinieri di Savona Alberto Azara.
Successivamente l’extracomunitario aveva 8 giorni per presentarsi allo sportello unico dell’immigrazione della Prefettura, per concretizzare l’assunzione, recandosi poi alla Questura di Savona per ottenere il permesso di soggiorno. Ma questo non accadeva e da lì è partita la seconda complicata fase dell’indagine che ha visto coinvolte altre 4 persone denunciate in stato di libertà.
“In alcuni casi questi cittadini extracomunitari non si presentavano allo sportello negli 8 giorni ma diventavano immigrati clandestini sul territorio nazionale, il funzionario insieme ai soggetti in concorso con lui, aveva proposto ad un intermediario di far presentare agli extracomunitari, certificati medici che sanassero il periodo di tempo in cui erano stati in Italia superiore agli 8 giorni. Venivano stilati da un medico compiacente che li consegnava all’intermediario e successivamente al funzionario che a sua volta li rilasciava in Prefettura allegandoli alla pratica rendendo la procedura formalmente corretta. Veniva presentata la documentazione alla Questura che presentava il permesso di soggiorno” continua Azara.
Sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri, quindi sono finiti anche un medico curante di Savona, specializzato in chirurgia estetica, un consulente del lavoro finalese, un albergatore pietrese (ex hotel Adriana di Pietra Ligure) e l’intermediario oltre a Giangrasso e Ibrahim Bedir, coordinatore principale dell’attività sin dalle prime fasi. Gli extracomunitari firmavano il contratto d’assunzione e pagavano l’inps, per una cifra totale che si attestava sui 10mila euro totali, oltre all’importante spesa per giungere in Italia
L’attività svolta dall’ex dirigente della Prefettura avveniva sotto particolari “favori” come biglietti/abbonamenti della Juventus, apparati elettronici, cene, creme, collane e lavori effettuati in casa. Sta comunque continuando l’attività investigativa e la perquisizione domiciliare e l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip Fiorenza Giorgi su richiesta del sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro.
Amici, ieri ho appreso dai social una brutta e sconvolgente notizia che cambierà la storia italiana e che ha sconvolto la mia giornata monotona e piovosa. La Signora Isoardi, conduttrice in RAI della Prova del Cuoco, ha lasciato il suo fidanzatino il Ministro degli Interni Matteo Salvini. E’ stata lei che su Instagram ha postato una foto molto intima che ha suscitato non poche polemiche annunciando la fine della loro intensa storia d’amore: - Non è quello che ci siamo dati a mancarmi, ma quello che avremmo dovuto darci ancora. Con immenso rispetto dell’amore vero che c’è stato. Grazie Matteo -.
E’ finita la storia d’amore, amici. E mo, e mo, Moplen, direbbe il grande Gino Bramieri. E a noi che ce ne frega? Si sono lasciati? La loro love story è finita? Cavoli loro. Noi abbiamo altre preoccupazioni e gravi problemi da risolvere. La Isoardi, invece non ha problemi. Percepisce un lauto stipendio dalla RAI con i nostri soldi e con quella bocca può dire ciò che vuole. Ma davvero è finita la loro storia d’amore che ha fatto impazzire il Web? Qualcuno addirittura afferma che si è trattato di una manovra pubblicitaria per far salire gli ascolti de La Prova del Cuoco che sta facendo un flop clamoroso dopo l’addio della signora Clerici. Ma davvero agli italiani interessa la loro love story andata in malore? L’Italia è flagellata dal vento impetuoso e dalla pioggia incessante che hanno causato lutti e rovine immani e i giornali italiani dedicano troppo spazio ad una storia d’amore che dovrebbe essere privata. Perché la Isoardi ha voluto mettere in piazza la sua vita privata? Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’Italia ha dichiarato guerra alla Comunità Europea? Gli alieni sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino? E’ stato sconfitto il cancro? E’ stato azzerato il debito pubblico? Hanno costruito in un solo giorno il ponte crollato a Genova? In Italia tutto funziona alla perfezione? La sanità, la scuola, i trasporti, il pubblico impiego, la raccolta differenziata, i lavori pubblici, le strade, le ferrovie, i ponti, i cavalcavia, gli ospedali, sono fiori all’occhiello del Governo Italiano? Macchè! Salvini è stato disarcionato dalla sua compagna. E a mmia che me ne importa? Niente. E al resto degli italiani? La stessa cosa, niente. E allora voltiamo pagina e al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno. Il gossip lasciamolo ad altri.
A Pieve Modolena arrivate le forze speciali, rilasciato uno degli ostaggi. E' entrato urlando: "Sono quello condannato a 19 anni"
Momenti di tensione a Pieve Modolena frazione di Reggio Emilia dove un imputato, condannato a 19 anni e 1 mese, pochi giorni fa nel maxi-processo di 'Ndrangheta 'Aemilia', da allora irreperibile, si è asserragliato dentro l’ufficio postale con un coltello.
Appena entrato ha fatto uscire i clienti, 6-7 persone, ma ha trattenuto i 5 dipendenti, tra i quali anche la direttrice
Dai primi accertamenti avrebbe fatto uscire tutti i clienti, tenendo in ostaggio cinque dipendenti, tra i quali la direttrice.
Sul posto le forze dell’ordine che hanno chiuso le strade e hanno avviato trattative.
L'uomo in questione è Francesco Amato.
La parte della via Emilia dove si trova la filiale delle Poste è stata evacuata, e sono stati creati due punti di sbarramento ai lati.
L'uomo barricato nell'ufficio postale del quartiere Pieve Modolena di Reggio Emilia ha anche chiesto di parlare con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.
Nel frattempo una delle donne, una cassiera di 54 anni, è stata fatta uscire, perché stava male. Appena uscita è stata rilasciata e subito soccorsa dal personale del 118 che è sul posto con varie ambulanza, pronte per ogni evenienza.
Amato era cliente dell’ufficio postale, andava a pagare le bollette, lo conoscevano anche a causa di una menomazione fisica che ha a una mano.
Fuori dallo stabile prosegue la trattativa con le forze dell'ordine.
Sul posto è arrivato anche il questore di Reggio Antonio Sbordone e il prefetto Maria Forte.
«Siamo chiusi dentro. . Lo vedo. Il signor Amato parla con i Carabinieri, con noi.
Ha un coltello in mano. Io lavoro qui; siamo in quattro.
Il signore è qui da parecchie ore. Ha detto che se apriamo la porta qualcuno fa una brutta fine e quindi siamo trincerati dentro».
Con queste parole uno degli ostaggi, un’impiegata dell’ufficio postale di Pieve Modolena frazione di Reggio Emilia, ha descritto la situazione intervistata da Marco Sabene del Giornale Radio Rai.
Amato è ormai asserragliato nell'ufficio postale da diverse ore.