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Una docente di storia di 55 anni è stata vittima di un agguato all'interno della propria classe.

E' stata infatti ferita a colpi di sedia durante la lezione che stava tenendo all'interno dell'istituto secondario superiore "Floriani" di Vimercate (Monza).

 

Ancora ignoti gli aggressori visto che per agire hanno spento tutte le luci dell'aula e iniziato a lanciare sedie contro la professoressa.

La docente è stata sorpresa alle spalle mentre stava mettendo a posto un registro ed è rimasta ferita a una spalla da alcune sedie lanciate dai suoi studenti.

La donna, che ha riportato lesioni guaribili in cinque giorni, ha raccontato ai carabinieri di essere stata aggredita all'improvviso.

Qualcuno tra i suoi alunni ha spento le luci dell'aula ed altri le hanno scagliato addosso alcune sedie.

Ora indagano i carabinieri.

Il preside Daniele Zangari ha parlato ai ragazzi, per far comprendere loro la gravità dell'accaduto e spingerli ad assumersi le loro responsabilità, ma finora nessuno ha parlato

Chi tace non è meno colpevole di chi ha commesso il fatto

Per lunedì 5 il dirigente scolastico ha convocato un consiglio di classe straordinario per parlare agli alunni e ai genitori.

Il ministro Bussetti ha duramente condannato questo comportamento violento:"L'aggressione alla docente dell'Istituto Floriani di Vimercate è un atto di violenza che condanno duramente. Ho chiesto un approfondimento all'Ufficio Scolastico Regionale che ha avviato tutte le procedure necessarie per accertare le responsabilità del gesto e valutare la possibilità di costituirci parte civile.Si tratta di una vicenda grave rispetto alla quale agiremo con la dovuta fermezza. Ho contattato l'insegnante coinvolta per esprimerle personalmente la mia solidarietà".

Forse se nessuno parlerà potremo anche dire che la scuola ha finito di essere il luogo per eccellenza della formazione e dell'educazione

Comunque sia c’è qualcosa da rivedere.

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L'espressione Piove, governo ladro! è usata come bonaria parodia degli slogan dei cittadini contro il governo e in generale contro il potere costituito, colpevole, a loro dire, di tutti i mali possibili e quindi anche della pioggia.

Ma come è nata questa espressione?

Qualcuno la fa risalire alla tassa applicata alla raccolta dell'acqua piovana ai cittadini che avevano come fonte di raccolta le cisterne alimentate dalle grondaie.

Altre fonti la ricondurrebbero al tempo degli egizi, quando il governo dell'epoca aumentava le tasse nei territori che venivano sommersi dalle acque durante le esondazioni del Nilo, ricoprendo il terreno di limo il terreno era più fertile e ciò dava origine alla maggior tassazione.

Altri ancora riportano questo modo di dire ad Agostino d'Ippona che nel De civitate Dei attribuisce questa frase alla tendenza ad incolpare i cristiani di ogni problema (nello specifico, della siccità, attraverso la frase, definita proverbiale, "pluvia defit, causa Christiani sunt", liber II, cap. 3).

Più prossimo (vedi Dizionario moderno, 1905), ci si accorge che la frase nacque come didascalia di una vignetta.

Nel 1861 i mazziniani avevano preparato a Torino una dimostrazione; ma il giorno fissato pioveva, e la dimostrazione non si fece. Il Pasquino (una rivista satirica) pubblicò allora una vignetta di Casimiro Teja rappresentante tre mazziniani al riparo della pioggia dirotta e ci mise sotto la legenda: "Governo ladro, piove!". L'espressione divenne poi il motto della rivista.

Popolarmente l'espressione si ripete comunemente per satireggiare l'abitudine diffusa di dare la colpa di ogni cosa al governo, talora anche come espressione di sfogo polemico.

Insomma in ogni tempo il governo è ladro.

Cioè, i governi rubano sempre perché piove sempre

Ma ci sono governi e governi, perché ci sono piogge e piogge

Ne sa qualcosa la persona nella foto in basso!

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E 'utempo volana cosa bizzarra osservare vecchie foto. È come guardare attraverso una finestra nella memoria del passato. Ricordando come mi vestivo, chi erano i miei amici, le ragazze che mi piacevano, come mi sentivo e ciò che era importante per me in quel momento. Ho evitato guardare indietro per un bel po’ perché ero convinto che ciò mi avrebbe messo in uno strano stato d'animo e talvolta mi avrebbe reso un po' triste per ciò che avevo perso. Io in realtà mi divertivo un bel po’, ridevo poco, ma mi sentivo sereno nel cuore. È strano come, tanti ricordi e le emozioni di una foto possono turbare lo scorrere del tempo di una persona.

Guardando delle foto - soprattutto quelle scattate durante la mia adolescenza mi riempie sempre con un mix di gioia e di tristezza per quello che sapevo che stesse arrivando e che cosa stavo attraversando in quei momenti. L’adolescenza è stata piuttosto dura con me, quindi sapevo cosa sarebbe successo e che non sarebbe stato solo cioccolato e farfalle. Ero cosciente di essere un ragazzo forte. E alla fine, ne sarei uscito irrobustito.

Da giovane quasi adulto, rimasi completamente devastato quando mia nonna materna morì. Lei, per me, era immortale. Non avrei mai pensato di perderla, ma l'ho persa. Questo mi ha straziato il cuore in tale modo che semplicemente non riuscirei mai a descriverlo senza imbrattare 20 pagine o più. Ma, riguardando nello specchietto retrovisore, riesco ancora a vedere, anche se in modo sfocato, il breve tempo trascorso insieme a Lei quando ancora non c'era nessun altro a interferire.

Quindi, sì può essere nostalgici del passato, solo se i nostri ricordi pendono nella giusta direzione. Quando è stata l'ultima volta che ho annusato una rosa? Quando è stata l'ultima volta che mi son seduto in un parco, o su una spiaggia, e ammirare ciò che mi circondava? Non saprei rispondere sinceramente.

A un certo punto ho deciso di collocare la mia città natale nello specchio di uno scompartimento di seconda classe di un treno che correva verso nord. La gente pensava che ero fuori di testa quando ho detto loro che stavo preparando la valigia per mettermi in cammino verso il Canada occidentale, casa del Grande Blake e delle Giubbe Rosse. I miei amici non potevano crederci e in alcuni momenti, neanche io riuscivo a farlo. Ma, mettendo in un angolo della mia mente la paura, con la mia valigia, un rasoio elettrico, per quando la barba sarebbe cresciuta, sono partito.

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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