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Angolana presa a pugni perché non ha raccolto la cacca del suo cane.

L'episodio è avvenuto nel profondo nord , a Torino, in via Sineo.

La vittima ha 19 anni ed è all'ottavo mese di gravidanza.

 

E è finita in ambulanza all'ospedale Maria Vittoria con il timore (poi fortunatamente fugato) che l'aggressione avesse potuto provocare danni alla bambina che sta per partorire.

Il fidanzato ieri era fuori città per lavoro.

Di solito si occupa lui di portare fuori il cane proprio perché è meglio che la ragazza, visto lo stato interessante, non abbia contatti con le feci.

E' quello che lei ha cercato di spiegare al 60enne italiano che prima l'ha insultata e poi le ha tirato un pugno in faccia e un calcio su un ginocchio.

Una donna che ha assistito alla scena non ha fatto nulla per aiutarla, dicendole che avrebbe dovuto badare al suo cane.

La ragazza ha subito chiamato la polizia, a cui ha sporto denuncia in serata, descrivendo le fattezze dell'aggressore.

I carabinieri stanno conducendo le opportune indagini sull’italiano che per evidenti ragioni razziste ha picchiato la giovane africana.

Dobbiamo segnalare che le cacche dei cani non vengono raccolte nel profondo sud Italia ma nemmeno nel profondo nord Italia.

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Il 6 agosto 2018 due gravissimi incidenti stradali hanno causato morti e feriti e la violenta esplosione di un’autocisterna che trasportava liquidi infiammabili sulla A14 all’altezza di Borgo Panicale ha fatto crollare addirittura una porzione di cavalcavia dell’autostrada.

Il bilancio è stato drammatico.

Oltre 100 feriti, alcuni molto gravi per le ustioni riportate.

Coinvolti finanche 11 agenti di Polizia e Carabinieri.

Le fiamme sprigionatesi dopo una violenta esplosione hanno distrutto non solo l’autocisterna e il camion con cui si schiantata, ma anche diverse auto parcheggiate sotto il cavalcavia e danneggiato diverse abitazioni.

La forte esplosione è stata udita da tutta la città e la colonna di fumo e di fiamma che si è alzata è stata davvero impressionante.

Le cause? Dai filmati si vede chiaramente l’autocisterna che tampona un camion. L’autista non frena, va diritto contro il Tir.

Malore del conducente? Colpo di sonno? Stava parlando al cellulare? Un attentato?

Le Forze dell’Ordine indagano.

Intanto il bilancio è davvero drammatico.

Al momento si contano un centinaio di feriti,una decina molti gravi per le gravi ustioni riportate. Molte case e automobili hanno riportato gravi danni.

Una vera devastazione.

L’autostrada è stata chiusa e le ripercussioni sul traffico sono fortissime. Per ripristinare la normale viabilità, assicurano i tecnici, servirà parecchio tempo.

Già la Procura di Bologna ha aperto un’inchiesta per disastro colposo.

L’altro grave incidente si è verificato nel foggiano dove hanno perso la vita 12 extracomunitari stipati in un furgone come bestie che avevano finito di lavorare nei campi e tornavano a casa.

E’ il secondo grave incidente stradale che si è verificato in quella zona dove avevano perso la vita altri quattro braccianti, sempre nord africani.

Il furgone che trasportava i braccianti è andato a sbattere contro un camion che trasportava farinacei ed è stato violentissimo, tanto è vero che i Vigili del Fuoco hanno impiegato diverse ore per estrarre i corpi dalle lamiere contorte.

Ancora da chiarire la dinamica dell’incidente mortale.

Fatto sta che in una settimana due tragici incidenti, identici, hanno causato la morte di braccianti nord africani che dopo aver raccolto pomodori per una intera giornata e che avevano appena finito di lavorare nei campi sotto un sole cocente ritornavano a casa.

Il furgone poteva trasportare al massimo 9 persone.

Ne trasportava 12.

Ora sono scoppiate, come al solito, le polemiche e si da la caccia e la colpa al caporalato e a chi sfrutta questi poveri disgraziati che sono costretti a lavorare 12 ore al giorno per un piatto di lenticchie.

La morte sulle strade foggiane di 16 immigrati, braccianti agricoli, è un boccone molto amaro e indigesto che abbiamo dovuto trangugiare in questi primi assolati giorni di agosto.

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Un immigrato ancora presente a Lucca nonostante il decreto d’espulsione aggredisce una donna.

L’aggressione poteva avere conseguenze peggiori.

 

Brutti cinque minuti per una turista australiana che stava passeggiando nel centro di Lucca, quando un nordafricano di origini magrebine ha provato ad aggredirla per rubarle una collana.

Il magrebino si è avvicinato alla donna e ha tentato di strapparle con la forza il gioiello dal collo.

Ha scaraventato a terra la turista che, successivamente, è stata costretta a ricorrere alle cure dei sanitari del 118 che sono corsi sul luogo dell’aggressione.

Un grazie a Piero Pacini, titolare della storica gelateria “I gelati di Piero” che insieme al parente della donna ha deciso di intervenire, dopo avere ascoltato le urla della donna.

I due sono riusciti a raggiungere il magrebino, bloccarlo e farsi riconsegnare la collana.

Un altro episodio che evidenzia l’insicurezza nelle nostre città nel silenzio assoluto dei buonisti della sinistra.

Ma il paradosso è un altro: risulta che all’uomo, pluripregiudicato, era già stato notificato un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Lucca notificato lo scorso 1 agosto, con l’obbligo di lasciare il territorio italiano fissato entro 7 giorni dal ricevimento della comunicazione.

Processato con il rito direttissimo, l’uomo è stato condotto in carcere dove attenderà la prossima udienza fissata al 18 settembre.

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