
Provvedimento del ministero dell’Interno. L’uomo è stato rimpatriato in Marocco. Tentò di obbligare il suo compagno di cella a “gioire” per i morti di Nizza(vedifoto)
Roma.Due cittadini marocchini sono stati espulsi per motivi di sicurezza dello Stato.
Il primo è un 33enne abitante in provincia di Alessandria, con numerosi precedenti per reati comuni.
L’uomo, dal carattere violento -, sottolinea in una nota il Viminale -, in più circostanze, aveva minacciato alcune persone inneggiando all’autoproclamato stato islamico ed all’ideologia jihadista.
Le indagini, avviate nei suoi confronti, hanno documentato la presenza di chiari indicatori di un processo di radicalizzazione, risultato aggravato dalla sua instabilità comportamentale.
Era stato persino allontanato dalla comunità islamica dell’alessandrino a causa dei suoi comportamenti violenti.
Il cittadino straniero è stato rimpatriato nel pomeriggio di oggi dalla frontiera aerea di Malpensa per Casablanca.
L’altro espulso è un 38enne, segnalato nel luglio del 2016 nell’ambito del monitoraggio dell’ambiente carcerario per aver manifestato indicatori di radicalizzazione religiosa.
In particolare il cittadino straniero, mentre era detenuto nel carcere di Vibo Valentia per reati in materia di stupefacenti, aveva aggredito e minacciato il suo compagno di cella per obbligarlo a festeggiare l’attentato compiuto il 14 luglio sul lungomare di Nizza.
Successivamente gli erano stati concessi gli arresti domiciliari.
Espiata la pena, è stato espulso oggi e rimpatriato in Marocco con volo diretto.
Con questi provvedimenti salgono a 317 le espulsioni eseguite dal gennaio 2015, di cui 80 nel 2018.
Da Palermotoday
“E' successo in piazza Casa Professa.
La vittima un bengalese, che dopo il pestaggio ha chiamato la polizia.
Quindi le indagini e l'arresto. Un ghanese senza fissa dimora è finito al Pagliarelli, continua invece la caccia al complice
Una violenta rapina in pieno centro, la fuga, le indagini, la svolta.
La polizia ha effettuato un fermo di indiziato di delitto nei confronti di un uomo di 44 anni. Si tratta di un extracomunitario (A.A. le sue iniziali).
Nei suoi confronti sono emersi gravi indizi di colpevolezza in merito a una rapina in concorso con una persona che è rimasta ignota.
I fatti risalgono allo scorso 5 agosto, quando i poliziotti appartenenti all’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico si erano recati in piazza Casa Professa dove un cittadino del Bangladesh aveva segnalato di esser rimasto vittima di una rapina ad opera di due stranieri.
"L’uomo - spiegano dalla questura - ha raccontato che mentre percorreva a piedi via Casa Professa parlando al telefono, era stato avvicinato da due persone che dopo avergli chiesto una sigaretta, lo avevano strattonato con il chiaro intento di rapinarlo".
Secondo il racconto della vittima, mentre uno dei due lo teneva fermo per le braccia, il secondo lo colpiva in faccia a pugni, per poi intimargli di consegnare tutto il denaro che aveva addosso.
Dopo aver "perquisito" senza "fortuna" le tasche del povero bengalese, i due rapinatori hanno sottratto al malcapitato lo smartphone che teneva in mano.
Non prima però di averlo colpito nuovamente alla schiena con dei pugni.
Gli agenti, a distanza di pochi minuti dall'aggressione, hanno accompagnato la vittima sul posto.
Un giro di ricognizione, nei dintorni, alla ricerca dei rapinatori.
"E infatti - sottolineano dalla questura - dopo alcuni metri, in piazzetta Brunaccini, il bengalese ha notato uno dei due aggressori, che tra l’altro corrispondeva in pieno al minuzioso identikit fornito poco prima ai poliziotti.
Accortosi della presenza degli agenti, il rapinatore ha cercato di fuggire, venendo, però, prontamente bloccato. L'uomo, privo di documenti, è stato poi identificato". Si tratta di un cittadino ghanese di 44 anni senza fissa dimora.
Dai successivi accertamenti è emerso che era irregolare sul territorio italiano.
Il giudice gli ha "spalancato" le porte del carcere Pagliarelli”.
Che strana Italia! Una donna è stata allontanata dall’Università di Parma da una Guardia Giurata perché allattava al seno il figlio di pochi mesi e perché urtava la sensibilità degli altri studenti. L’episodio ha creato polemiche ed è dovuto intervenire l’Ateneo stigmatizzando l’accaduto.
Che strana Italia! Chi ci capisce qualcosa merita un premio Nobel.
A Parma una ragazza allatta al seno il proprio bambino e subito viene allontanata perché disturba gli altri studenti, in Vaticano, invece, nella Cappella Sistina, il Santo Padre, rivolgendosi ad una mamma che teneva il figlio in braccia per essere battezzato e piangeva disse, improvvisando: Dagli da mangiare, dagli il latte.
Amici siamo nella Cappella Sistina affrescata da Michelangelo non in una chiesa qualsiasi o in un giardinetto pubblico.
Quel bambino che piangeva era figlio di un dipendente del Vaticano che aspettava di essere battezzato dal Santo Padre, come fa ogni anno.
Allora il Papa, rivolgendosi a tutte le mamme presenti alla cerimonia, con un discorso improvvisato, come di solito sa fare, ha invitato tutte le mamme ad allattare al seno i propri figli anche in chiesa se necessario e condannando chi critica le donne che allattano al seno in pubblico.
“Se i bambini cominciano a fare un concerto, o sono a disagio, o hanno troppo caldo, sono affamati, allattateli al seno, non fatevi intimorire, perché anche questo è il linguaggio dell’amore”.
Le donne, dunque, possono benissimo allattare al seno i propri figli anche in chiesa durante le funzioni religiose.
E se lo possono fare in chiesa, lo possono fare ovunque, anche nei giardini pubblici, nelle scuole, in tutti i luoghi perché l’allattamento di un figlio per una mamma è la cosa più naturale che possa esserci e non provoca nessuno scandalo.
Le affermazioni del Papa hanno suscitato un certo clamore perché in alcuni ambienti anche italiani una donna che allatta il suo bambino mostrando le mammelle crea un certo imbarazzo.
Una mamma che allatta crea imbarazzo.
Ipocriti, sepolcri imbiancati!.
Non crea imbarazzo, invece, una bella fanciulla che a mare prende il sole mostrando tutte le sue bellezze e le mammelle scoperte, e nessuno osa protestare perché non creano imbarazzo e nessun vigile urbano osa intervenire.
Che strana Italia!