Ancora una volta il Comune di Amantea a noi molto caro è stato sciolto per mafia su proposta del Ministro dell’Interno. Sciolto per lunghi 18 mesi. Sono tanti. Sono lunghi da passare. Ciò vuol dire che per un anno e mezzo il Comune sarà amministrato da personale nominato dal Prefetto di Cosenza ignari dei bisogni e delle esigenze della gente. Bella prospettiva. La decisione, drastica e inaspettata, che ha lasciato basiti i cittadini onesti e operosi, è stata adottata a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali. Mamma mia che parole grosse sono state adottate, fanno venire la pelle d’oca. In Amantea ci sono delle organizzazioni criminali che comandano, che arrecano grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica. Ed io che ogni Domenica sono al mercato ortofrutticolo e che nei mesi di giugno, luglio ed agosto mi bagno nelle limpide acque del mare di Amantea,dovrò per forza di cose rinunciarvi. E dove andrò? Per paura dovrò necessariamente restare chiuso in casa. Ma quali sarebbero questi accertati condizionamenti e queste organizzazioni criminali? La decisione adottata cita l’Art. 143 del Testo Unico, dove c’è scritto:- I consigli comunali sono sciolti quando, anche a seguito di accertamenti effettuati emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori…..- Non voglio entrare nel merito e non dico che la decisione presa dal Ministro sia giusta o sbagliata. Non spetta a me dirlo. Non ho la competenza specifica per giudicare l’operato di un Ministro. Ma, essendo un cittadino qualunque, che ha sempre amato la bella, la nobile cittadina di Amantea, che ha dato i natali al mio babbo, che mi ha visto frequentare le scuole parificate, uniche scuole esistenti nel territorio negli anni quaranta, vorrei sapere quali sarebbero gli accertati condizionamenti mafiosi, e i concreti, univoci, rilevanti elementi su collegamenti con la criminalità organizzata. Nessuno ancora si è fatto vivo. Passeranno i giorni, i mesi e gli anni e poi si verrà a sapere che le Commissioni d’inchiesta hanno esagerato e che il Comune non doveva essere sciolto. Contrordine compagni, abbiamo sbagliato. Il grave danno è stato però compiuto e chi pagherà i danni subiti dai cittadini di Amantea? Nessuno, come al solito. Il caro ed indimenticabile amico Francesco Tonnara ne ha pagato le conseguenze. Si è finanche ammalato e poi è morto. Il Comune di Amantea sciolto con decreto del 4-8-2008 e poi annullato a seguito di ricorso e Tonnara reintegrato nella carica di Sindaco. Ha lottato con tutte le sue forze, ha cercato in tutti i modi di evitare lo scioglimento del Comune per mafia, alla fine c’è riuscito. Il Consiglio di Stato gli ha dato ragione. Voi, amici carissimi, ricordate certamente quello che disse quell’amico dopo aver rotto il fiasco di vino in seguito ad una caduta e ad un lampo che ha squarciato il cielo:- E mo all’ampami ‘nculo!-