Ne eravamo certi che prima o dopo la verità sulla vallata dell’Oliva sarebbe venuta a galla, magari un pezzo a la volta, ma prepotentemente.
Alcuni fatti sono come i sottomarini che risalgono in superficie prima mantenendosi in movimento e azionando i timoni di profondità, poi espellendo l’acqua da una delle casse (la cassa di emersione) immettendovi aria compressa, prelevata da apposite bombole (interne allo scafo).
E lo stesso sta succedendo al mistero della vallata dell’oliva.
Da poco è stato pubblicato in questi giorni il Rapporto ISTISAN 16/9 contenete lo “Studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria: obiettivi, metodologia, fattibilità”.
Oggi un quotidiano regionale riporta che in Calabria ci sono 18 siti ad alto rischio.
Sette sono in provincia di Cosenza sono: Cariati, Cassano allo Ionio (incluso anche nel Sin), Firmo, Laino Borgo, Lungro, Scalea e Tortora. (Cariati ricade nel Sistema del Marchesato crotonese, mentre gli altri sono nel Sistema del Massiccio del Pollino).
Due sono in provincia di Catanzaro : Davoli e Lamezia Terme.
Uno in provincia di Vibo: Zambrone.
Otto sono nella provincia di Reggio Calabria: Bovalino, Cosoleto, Palmi, Scilla e Reggio Calabria, tutti nel Massiccio dell’Aspromonte.
La prima sorpresa è che tra i 18 siti ad alto rischio non c’è l’Oliva.
Ma della vallata dell’Oliva se ne parla da pagina 124 a pagina 131 sotto il titolo: “ Studio sulla valle dell’oliva; contaminazione dei suoli”.
Leggiamo qualche passaggio de “Un caso studio della valle dell’Oliva. Contaminazione dei suoli”.
La Valle dell’Oliva è quella porzione di territorio che ricade nella provincia di Cosenza e più precisamente nel versante tirrenico meridionale della provincia stessa. Il nome è dato dalla presenza del fiume Oliva che attraversa ben 9 Comuni e sono: Aiello Calabro, Amantea, Cleto, Domanico, Grimaldi, Lago, Malito, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello.
Mentre i territori comunali di Aiello Calabro, Amantea, Grimaldi, Lago e Serra d’Aiello sono bagnati dal fiume sopracitato in ampi spazi, lo stesso non si può dire per i restanti Comuni che vengono solamente interessati in piccole porzioni di territorio. Una prima caratteristica dell’intera area, ma lo si può intuire dall’ampiezza della stessa, è che ricade in ben 3 Sistemi di Paesaggio.
Da premettere che tutti i 9 Comuni ricadono, chi totalmente e chi in parte, nel Sistema di Paesaggio della Catena Costiera Paolana. Amantea, Cleto, Lago, San Pietro in Amantea e Serra D’Aiello vi ricadono completamente.
Aiello Calabro e Grimaldi rientrano anche nel Sistema di Paesaggio dell’Altopiano della Sila. Domanico nel Sistema di Paesaggio della Valle del Crati. Malito ricade in tutti e tre.
A proposito di questi Sistemi, la Carta Regionale dei Luoghi redatta dal Dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio con il supporto tecnico-scientifico dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (1) fornisce le seguenti indicazioni. Il Sistema di Paesaggio della Catena Costiera Paolana ha la caratteristica di allungarsi per circa 73 km parallelamente al litorale tirrenico. Costituita prevalentemente da rocce arcaiche e paleozoiche con presenza di frequentissimi scisti cristallini. Numerosi torrenti (l’Oliva, il Licetto( e il Catocastro!):
STOP: , il Fabiano: il torrente Fabiano è noto solo al consorzio Valle del Lao. Nemmeno Google Maps lo conosce ????).
Torrenti -continuano i ricercatori-, dalla portata generalmente esigua, squarciano letteralmente i fianchi delle montagne con corsi stretti, brevi e precipiti. Si riscontra la presenza, soprattutto lungo il litorale, di un gran numero di centri di piccola e media dimensione a prevalente vocazione turistica (Fuscaldo, Amantea) ma anche storico-culturale e di centro di servizi (Paola)(.
STOP: a che servono queste notizie. Solo a far volume?. .
Nella zona interna, il Paesaggio è influenzato da una corona di Paesini disposti lungo il versante orientale della catena montuosa e che si affacciano sulla sottostante area del cosentino e del fiume Crati. Fra questi spicca per importanza quale nodo di servizi il centro universitario di Rende
STOP: e che ci azzecca?.
Partendo dalla costa fino ad addentrarsi verso l’interno e quindi dal comune di Amantea verso i comuni di Domanico e di Malito, si passa dalle Unità 6.2 e 6.3 all’Unità 6.4. Questa porzione di territorio è costituita da rocce arcaiche e paleozoiche con presenza di frequentissimi scisti cristallini e talvolta di sovrapposti strati calcarei triassici. A un litorale basso e sabbioso si contrappone un’area interna costituita da rilievi alternati a pianori. Se geologicamente le Unità sopracitate sono uguali, esse si differenziano per altitudine; l’Unità 6,2 (Amantea,Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea) è compresa tra la linea di costa e i 600 m s.l.m. per arrivare ai 1.500 m s.l.m.dell’Unità 6.4 (Domanico e Malito); per popolazione (si parte con Amantea che supera i 13 mila abitanti per arrivare a Domanico e Malito che sono sotto i mille) e quindi per grado di urbanizzazione. Per quanto riguarda porzioni di territorio dei comuni di Aiello Calabro, Grimaldi e Malito, ricadono nell’Unità 7.7 del Sistema di Paesaggio dell’Altopiano della Sila. Area a pendenza variabile compresa tra i 150 e i 1.256 m s.l.m. Quest’ultimo, morfologicamente è costituito da pendici che declinano più o meno rapidamente verso i territori contermini, intervallate da valli sul cui fondo scorrono numerosi corsi d’acqua a carattere torrentizio e di fiumara. Tra questi si annoverano le fiumare Savuto e Amato, comprensive dei loro innumerevoli affluenti. Porzioni di territorio di Domanico e Malito ricadono nell’Unità 9.1 del Sistema Paesaggistico della Valle del Crati. Area a pendenza molto bassa situata intorno ai 100 m s.l.m. L’area è dominata dal fiume Crati e dai tratti sommitali dei suoi affluenti e costituisce per il territorio della Valle la fonte principale per l’irrigazione. L’area è dominata dal centro di Cosenza dalla parte meridionale e da tutta una serie di piccoli centri strutturalmente legati alla produzione agricola e industriale.
STOP: insistiamo, che ci azzeccano queste notizie?
Contaminazione dell’area e attività successive
La contaminazione della Valle dell’Oliva è dovuta principalmente all’interramento illegale, in un’area che interessa i Comuni di Amantea, San Pietro di Amantea e Serra d’Aiello, di rifiuti pericolosi in località Foresta.
Altri siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi sono stati successivamente individuati in un ambito territoriale più ampio lungo il corso del fiume Oliva.
La vicenda è stata oggetto di numerose indagini in ambito giudiziario, ma non si dispone di una complessiva caratterizzazione del sito effettuata secondo i criteri e le procedure illustrate nel presente Rapporto, né di pubblicazioni scientifiche su riviste peer-reviewed.
Un rapporto redatto dal World Wide Fund For Nature Italia (WWF Italia) insieme al Comitato Civico Natale De Grazia WWF 2009 La Valle dei Veleni – Presenza di sostanze chimiche lungo il corso del Fiume Oliva: indagini ambientali ed effetti sulla salute della popolazione”, riporta una elencazione dei dati disponibili e alcuni elementi di valutazione.
In estrema sintesi, viene rilevata, in un’area ubicata lungo il corso del fiume Oliva in corrispondenza del confine amministrativo fra i tre comuni in esame, la presenza, nel sottosuolo, di rifiuti industriali contenenti composti organo alogenati quali diossine e policlorobifenili (PCB), diversi metalli pesanti e radionuclidi artificiali fra i quali il Cesio 137.
L’area in esame non è stata ancora bonificata.
Nel Marzo 2015 una richiesta in tal senso è stata rivolta dalle Associazioni Ambientaliste ai sindaci dei Comuni di Amantea, San Pietro d’Amantea, Serra d’Aiello, Aiello Calabro e Lago (http://www.comitatodegrazia.org).
Un primo studio epidemiologico relativo all’area in esame, effettuato in ambito giudiziario dal Dr Giacomino Brancati, Consulente Tecnico d’Ufficio della Procura della Repubblica di Paola, con riferimento agli anni 1992-2001, ha mostrato eccessi di mortalità per alcuni tumori maligni e malattie cardiovascolari, nonché un eccesso di ricoveri ospedalieri per tumori della tiroide (patologia a bassa letalità che non può essere indagata con l’analisi di mortalità).
Il presente studio di mortalità, del quale metodi e risultati vengono illustrati nei paragrafi seguenti , ha la finalità di aggiornare lo studio del Dr Brancati con riferimento al periodo 2002-2012.
Studio di mortalità
Metodi
La mortalità è stata studiata nel periodo 2003-2012 nei comuni di Amantea, San Pietro di Amantea e Serra d’Aiello utilizzando i seguenti indicatori: Tasso Grezzo, tasso standardizzato (Tasso Std) e rapporto standardizzato di mortalità (SMR, Standardized Mortality Ratio).
Come popolazioni di riferimento sono state utilizzate la popolazione italiana al 2001 nella standardizzazione diretta (Std) e quella calabresenella standardizzazione indiretta (SMR). Gli indicatori di mortalità, specifici per genere, sono stati calcolati per 55 cause singole o gruppi di
cause, corrispondenti e quelle utilizzate nel Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento)
Nella standardizzazione per età sono state impiegate classi quinquennali, a eccezione delle
classi 0-0, 1-4, 100+.
Gli intervalli di confidenza dei rapporti standardizzati di mortalità sono stati calcolati al 90% avvalendosi del modello Poisson per osservazioni inferiori a 100 casi. Per osservazioni pari o superiori a 100 casi è stata impiegata l’approssimazione di Byar.
Risultati
La Tabella 1A allegata al capitolo mostra il quadro della mortalità (2003-2012) nell’area in esame, costituita dai comuni di Amantea, San Pietro di Amantea e Serra d’Aiello, con riferimento alla popolazione complessiva e alla popolazione dei singoli Comuni.
Nell’area in esame, la mortalità osservata (popolazione maschile e femminile) è sostanzialmente coincidente con quella attesa per tutte le cause (SMR 99 IC 90%, Intervallo di Confidenza al 90%, 95-104), 1128 osservati) e per tutti i tumori (SMR 95 IC 90% 86-105, 257 osservati).
Fra le malattie neoplastiche si osserva un eccesso significativo di tumori esofagei (SMR 231 IC 90% 113-475, 5 osservati).
Eccessi significativi si osservano inoltre per il Morbo di Parkinson (SMR 169 IC 90% 107-265, 13 osservati), l’epilessia (SMR 755 IC 90% 439-1298, 9 osservati), l’infarto miocardico acuto(SMR 135 IC 90% 111-163, 73 osservati) e i disturbi circolatori dell’encefalo (SMR139 IC 90% 124-156,196 osservati).
Il significativo eccesso di cancro dell’esofago si osserva anche nel Comune di Amantea (Tabella 2A allegata al capitolo): SMR 262 IC 90% 128-538, 5 osservati).
Ad Amantea si osservano inoltre eccessi significativi di mortalità per T. dell’utero (SMR 186 IC 90% 108-319, 9 osservati), epilessia (SMR 375, IC 90% 168-835, 4 osservati) e disturbi circolatori dell’encefalo (SMR 132 IC 90% 116-150, 162 osservati).
A San Pietro di Amantea (Tabella 3A allegata al capitolo) si osservano eccessi significativi per le malattie ischemiche del cuore (SMR 191 IC 90% 129-284, 17 osservati), in particolare infarto miocardico acuto (SMR 29-486, 10 osservati) e disturbi circolatori dell’encefalo (SMR 184 IC 90% 125-271, 18 osservati).
Diverso, e più sfavorevole, il quadro dei dati relativi a Serra d’Aiello (Tabella 4A allegata al capitolo).
I decessi totali sono circa il doppio di quelli attesi (SMR 203 IC 90% 176-233, 138 osservati). Si osserva un significativo eccesso di tumori del colon-retto (SMR 330 IC 90% 171- 638, 6 osservati). Altri eccessi significativi riguardano diabete mellito (SMR 306 IC 90% 183- 512, 10 osservati), Morbo di Parkinson (SMR645 IC 90% 258-1613, 3 osservati), epilessia (SMR 7691 IC 90% 3744-15800, 5 osservati), malattie del sistema circolatorio (SMR 166 IC 90% 132-209, 51 osservati), malattie ischemiche del cuore (SMR 197 IC 90% 131-297, 16 osservati), in particolare infarto miocardicoacuto (SMR 311 IC 90% 186-520, 10 osservati), disturbi circolatori dell’encefalo (SMR 184 IC 90% 122-276, 16 osservati), malattie dell’apparato respiratorio (SMR 222 IC 90% 132-371, 10 osservati), malattie polmonari croniche ( SMR 225 IC 90% 116-434, 6 osservati), malattie dell’apparato digerente (SMR 265 IC 90% 144-489, 7 osservati), insufficienza renale acuta e cronica (SMR 282 IC 90% 113-706,3 osservati) e sintomi, segni e stati morbosi maldefiniti (SMR 332 IC 90% 172-643, 6 osservati).
Considerazioni conclusive
Alla luce di quanto esposto in questo capitolo, e tenendo conto dell’impostazione generale adottata nel presente rapporto, appare indifferibile la realizzazione di uno studio epidemiologico approfondito relativo al sito contaminato della Valle dell’Oliva. L’analisi di mortalità qui presentata costituisce un primo contributo a tale studio, ma deve essere accompagnata da un’analisi dei ricoveri ospedalieri per investigare anche la patologia a bassa letalità, ad es. il T. della tiroide, e da uno studio di coorte relativo ai soli residenti nella zona a ridosso del sito di interramento illegale dei rifiuti pericolosi. Lo studio di coorte di popolazioni residenti in siti contaminati peraltro è stato già svolto dall’Istituto Superiore di Sanità in altri contesti, quali l’area industriale di Milazzo (4), il Quadrante Orientale di Ferrara, quartiere costruito in un’area il cui sottosuolo era contaminato dallo smaltimento di rifiuti industriali e più recentemente nella frazione Quirra del Comune di Villaputzu, a ridosso del poligono militare di Salto di Quirra .
Idealmente, inoltre, il nuovo studio epidemiologico dovrebbe avvalersi delle conoscenze prodotte da un’attività di caratterizzazione ambientale che consenta di individuare gli inquinanti indice e quindi formulare ipotesi a priori di interesse eziologico sugli organi bersaglio degli agenti cancerogeni presenti, secondo l’approccio descritto da Zona et al.
Il presente studio ha comunque fornito due elementi di interesse. In primo luogo è stato confermato, a grandi linee, il quadro della mortalità nei comuni dell’area già emerso dal precedente studio del Dr Brancati. In secondo luogo è emersa una situazione particolarmente critica a Serra d’Aiello, che deve essere sollecitamente approfondita.
I risultati qui riportati, come si è detto, per essere interpretati in termini di nessi causali richiedono una caratterizzazione ambientale sistematica e non frammentaria, che riguardi il suolo, la falda e la catena alimentare.
Solo in questo modo indagine epidemiologica e caratterizzazione ambientale potranno efficacemente contribuire alla realizzazione dell’opera di bonifica.
STOP. Che cosa emerge da questo studio ( se studio possiamo chiamarlo visto che gli unici dati seri sono quelli della mortalità) tra le tante approssimazioni( davvero tante) se non i dati sulla mortalità ( tutta , non quella da soli tumori)?
Ve li abbiamo evidenziato in grassetto:
Tabella 1a) Nell’area in esame( Amantea, San Pietro e Serra d’Aiello) , la mortalità osservata (popolazione maschile e femminile) è sostanzialmente coincidente con quella attesa per tutte le cause.
Nella stessa area si osserva un eccesso significativo:
-Fra le malattie neoplastiche di tumori esofagei (SMR 231 IC 90% 113-475, 5 osservati).
-Fra le altre malattie il Morbo di Parkinson (SMR 169 IC 90% 107-265, 13 osservati), l’epilessia (SMR 755 IC 90% 439-1298, 9 osservati), l’infarto miocardico acuto(SMR 135 IC 90% 111-163, 73 osservati) e i disturbi circolatori dell’encefalo (SMR139 IC 90% 124-156,196 osservati).
Tabella 2a)
Il significativo eccesso di cancro dell’esofago si osserva anche nel Comune di Amantea (Tabella 2A allegata al capitolo): SMR 262 IC 90% 128-538, 5 osservati).
Ad Amantea si osservano eccessi significativi di mortalità
-per T. dell’utero (SMR 186 IC 90% 108-319, 9 osservati),
-epilessia (SMR 375, IC 90% 168-835, 4 osservati) e
-disturbi circolatori dell’encefalo (SMR 132 IC 90% 116-150, 162 osservati).
Tabella 3A).A San Pietro di Amantea (Tabella 3A allegata al capitolo) si osservano eccessi significativi:
- per le malattie ischemiche del cuore (SMR 191 IC 90% 129-284, 17 osservati), in particolare infarto miocardico acuto (SMR 29-486, 10 osservati) e
disturbi circolatori dell’encefalo (SMR 184 IC 90% 125-271, 18 osservati).
Tabella 4°a)Diverso, e più sfavorevole, il quadro dei dati relativi a Serra d’Aiello (Tabella 4A allegata al capitolo).
I decessi totali sono circa il doppio di quelli attesi (SMR 203 IC 90% 176-233, 138 osservati).
In questo comune si osserva un significativo eccesso di :
-tumori del colon-retto (SMR 330 IC 90% 171- 638, 6 osservati). Altri eccessi significativi riguardano
-diabete mellito (SMR 306 IC 90% 183- 512, 10 osservati),
-Morbo di Parkinson (SMR645 IC 90% 258-1613, 3 osservati),
-epilessia (SMR 7691 IC 90% 3744-15800, 5 osservati),
-malattie del sistema circolatorio (SMR 166 IC 90% 132-209, 51 osservati),
-malattie ischemiche del cuore (SMR 197 IC 90% 131-297, 16 osservati), in particolare infarto
-miocardicoacuto (SMR 311 IC 90% 186-520, 10 osservati),
-disturbi circolatori dell’encefalo (SMR 184 IC 90% 122-276, 16 osservati),
-malattie dell’apparato respiratorio (SMR 222 IC 90% 132-371, 10 osservati),
-malattie polmonari croniche ( SMR 225 IC 90% 116-434, 6 osservati),
-malattie dell’apparato digerente (SMR 265 IC 90% 144-489, 7 osservati),
-insufficienza renale acuta e cronica (SMR 282 IC 90% 113-706,3 osservati) e
-sintomi, segni e stati morbosi maldefiniti (SMR 332 IC 90% 172-643, 6 osservati).
Conclusioni.
I miasmi degli inquinanti sversati nell’oliva sono saliti di 400 metri ed hanno provocato in Serra d’Aiello il doppio dei decessi totali attesi?
Evidentemente no!.
Tutti lo sappiamo la verità meno che il ministero della sanità.
In un paesino di 400 abitanti dove erano ricoverati il doppio di anziani ed ammalati che cosa c’era da aspettarsi se non questo dato?.
Ma allora da cosa è nata la bufala dell’Oliva?
Chi la ha voluta, permessa, garantita, diffusa?
Perché?
Non solo.
Ma, e lo come abbiamo scritto in passato, come mai il numero dei morti della zona di Campora SG , prossima al fiume Oliva, è percentualmente nettamente inferiore a quello di Amantea, lontana dall’Oliva!
Perchè non è stato mai fatto uno studio epidemiologico approfondito relativo al sito contaminato della Valle dell’Oliva.?
Forse perché si sospettava che non avrebbe confortato le bufale ampiamente diffuse per ragioni ignote e incomprensibili?
Il sottomarino deve ancora di più emergere!
Già! E perché Asp ed Arpa hanno recentemente detto nella sala consiliare del comune di Amantea che nell’Oliva non c’è traccia di inquinamento radioattivo e l’Istsan ancora continua a riportare che nel fiume Oliva sono stati rinvenuti “radionuclidi artificiali fra i quali il Cesio 137”, che si trova in tutto il mondo in quantità veramente maggiori di quelle minimali dell’oliva?.
Aspettiamo che emerga tutto il sottomarino e per vedere a quale nazionalità appartiene, chi lo guida, da quale equipaggio è garantito …… ed altro.