La situazione politica amanteana diventa sempre più ingarbugliata, così da diventare di difficile lettura.
E la vicenda amanteana , oggi scarsamente compresa e scarsamente comprensibile, può orientarsi nella direzione, da qualcuno voluta, invocata e sorretta, dello scioglimento virtuale o fattuale della amministrazione, o verso un momento di stasi che non aiuta certamente la città nel suo sviluppo.
E la riprova la si trova anche nei comportamenti individuali dei singoli amministratori.
C’è che si alza in punta di piedi per apparire nelle immagini fotografiche.
E c’è chi si stringe al Partito, in particolare ora che l’ amministrazione ha dichiarato di essere nata da una lista civica e non da una lista di partito.
Una scelta, questa, dal grande significato.
Ed è forse questa la chiave di lettura della posizione di fatto espressa da Sergio Tempo e tradotta nella affermazione sostanziale di essere da sempre un coerente amministratore del PD.
Non una posizione strumentale, ma una condizione fortemente vera.
Una condizione che, quando capita od almeno letta da un politico sereno, non può non essere intesa nella sua valenza politica.
Ed è forse per questa possibile lettura che ancora non è stato sciolto il dilemma delle dimissioni autonome da assessore di Sergio Tempo o della sua revoca da parte del sindaco Sabatino
Si , stando a voci molto attendibili la maggioranza avrebbe votato per il suo allontanamento dalla carica e quindi per la accettazione della proposta di GB Morelli che ne ha chiesto la testa.
Ma se anche questa notizia fosse vera appare difficile sapere le ragioni della revoca.
Il sindaco ha dimostrato di essere politico accorto e quindi sa che non può parlare della proposta avanzata dal Morelli perché farebbe intuire al popolo di essere succube del suo vice.
Né può riportare a giustificazione della revoca il pronunciamento della gran parte della maggioranza ; anche in questo caso lascerebbe capire che una siffatta strada potrebbe valere per tutti gli altri della sua giunta.
Come abbiamo detto, occorrono ragioni specifiche e di interesse reale della comunità amanteana.
Peraltro non è facile sostituire Tempo nelle sue gravose e delicate funzioni.
Qualcuno teme di ricevere parte delle sue competenze.
Da qui la logicità della veridicità del suo mantenimento in giunta.
Ancor più oggi che Tempo ha con la sua partecipazione agli incontri di partito ad ogni livello ha dato atto, se mai ve ne fosse stata la necessità, della sua posizione partitica.
Ed il PD , l’unico partito vitale ad Amantea, non può andare verso i suoi impegni futuri, referendum compreso, spaccato nelle sue componenti e nei suoi rapporti interpersonali.
Anche noi, come dice il sindaco Sabatino, possiamo sbagliare, ma sospettiamo che la fragilità della situazione amanteana imponga moderatezza e cautela nelle scelte politiche.
E se è così Sergio Tempo resterà in Giunta anche se sarà invitato a prendere atto del sostanziale rispetto che in tal modo gli verrebbe dimostrato.
Come dire anche in questa vicenda “Tiri la prima pietra solo chi è senza peccato”.
E poi Tempo fuori dalla Giunta sarebbe talmente mortificato da poter e dover allontanarsi dalla lista civica che ha portato al successo.
E Tempo potrà anche essere un amico dal carattere difficile ma certamente non è logico averlo come nemico , informato come è!