È l’ipotesi di reato su cui lavora la procura che ha aperto un’inchiesta sul bilancio 2015 del Comune e su presunti crediti mai saldati nei confronti di alcune partecipate della Città.
In totale il buco in bilancio che supererebbe i 30 milioni di euro.
Gli ammanchi della Città di Torino sarebbero stati tenuti nascosti.
In totale, scrive il Corriere della sera, se si considerano anche Infra.to, partecipata del Comune che gestisce le infrastrutture del trasporto pubblico e Agenzia mobilità piemontese, consorzio in cui la Città metropolitana di Torino ha un partecipazione del 36 percento, i conti non tornerebbero riguardo a circa 80 milioni di euro.
La Guardia di finanza ha effettuato alcune verifiche a Palazzo civico.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore Ciro Santoriello.
Al momento non ci sono iscritti sul registro degli indagati, specifica il procuratore capo Armando Spataro, e nemmeno un’ipotesi di reato.
L’indagine è soltanto all’inizio.
A farla nascere è un esposto del consigliere comunale della Lega nord Alberto Morano, un notaio che si era candidato sindaco sfidando Chiara Appendino.
Morano ha inoltrato la stessa denuncia anche alla Corte dei conti, che ha aperto un’indagine parallela.
Nella relazione relativa al bilancio del 2015, stilata nel 2016, quando al governo della città c’era ancora Piero Fassino, riguardo a eventuali rapporti di debito o credito con le partecipate, sotto la voce Gtt, c’era scritto: «Dato non disponibile».
Il 31 luglio 2016 invece, quando il bilancio Gtt venne approvato, si era insediata Chiara Appendino, che aveva segnalato una situazione di disallineamento dei conti.
Da FB di Francesca Menichino
“Il buco di Bilancio sembra un vizio del pd.
A Torino 5 milioni.
Ad Amantea 3 milioni e mezzo.
In proporzione è molto più grande quello di Amantea.”