In qualunque parte del mondo ci si trovi si incontrano tracce del passato.
Osservarle senza conoscerle, senza sapere perché siano li, da dove abbiano avuto origine, o chi le abbia costruite e perché, significa non capirle, non viverle.
E’ come essere sul molo di un porto e vedere tante navi partire ed arrivare senza capire da dove vengono o dove vanno, chi e cosa trasportino. O, se volete, è come essere dinanzi ad un fiume senza sapere da dove viene e dove vada!
Spesso le tracce sono una chiesa, un castello, una torre o di un manufatto od i loro ruderi.
Vederle senza sapere quando siano state realizzate, da chi e perché significa non apprezzarle.
A questo serve la storia. A capire le cose e gli uomini che ne sono stati testimoni, siano essi individui o comunità.
Le tracce, poi, sono una parte importante della memoria storica di un territorio o di una comunità.
E la memoria storica di una comunità è indispensabile per evitare il rischio di “perdere e smarrire il significato e il senso profondo della propria identità culturale e civile”.
Piccola o grande che sia, la storia è vitale anche per affrontare il futuro.
Ogni società “è frutto di una continua evoluzione avvenuta nel tempo, di una successione di avvenimenti che l’hanno portata ad acquisire determinate caratteristiche e peculiarità; è impossibile credere che l’attualità, la nostra realtà, non derivi da un progressivo mutamento radicato nel tempo”.
La storia acquista di fatto un ruolo fondamentale nella comprensione degli avvenimenti odierni, un’importanza assolutamente fondamentale che troppo spesso tende ad essere trascurata.
Eric Hobsbawm. nella sua opera più famosa “Il secolo breve”, ha affermato che “la maggior parte dei giovani è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono”.
Questa totale assenza d’interesse nei confronti del passato, o, comunque, questa distanza è un grave fattore che dovrebbe far riflettere: com’è possibile pensare di costruire un futuro o semplicemente di comprendere il presente se mancano completamente le basi radicate nel passato?
La nostra ignoranza è tale che per lo più non conosciamo nemmeno la storia della nostra comunità.
Spesso, però, più che di ignoranza si tratta di mancata conoscenza.
Vogliamo, allora, cominciare a provare a raccontare episodi delle nostra storia locale e regionale.
E saremo grati a chiunque voglia aiutarci in questa intrapresa fornendoci propri contributi da pubblicare.
Non abbiamo nessuna pretesa ma solo il desiderio di offrire liberi contributi alla conoscenza della nostra terra e della nostra gente.
Usiamo il web perché le memorie che vi offriamo appartengano a tutti, oggi e domani