Francesco Gagliardi
Nato in San Pietro in Amantea.
Insegnante elementare in pensione. Ex coordinatore provinciale per l'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole elementari.
Ha frequentato l'Università Statale dell'Alabama U.S.A. Ha combattuto in Korea con U.S. Army.
Corrispondente del giornale "Il Popolo", "Giornale d'Italia", "Il Quotidiano di Roma" ora "Avvenire".
Suoi articoli sono stati pubblicati da "Oggi Famiglia", "Calabria Ora", "il Quotidiano", "Mezzoeuro", "La Provincia", "Idee per la sinistra", "Iniziativa". Consigliere comunale dal 1964 al 1970. Assessore e Vice Sindaco dal 1975 al 1985.
Ha pubblicato: Storia di San Pietro in Amantea; La Santona; Nell'Inferno di Korea; Viaggio nella memoria; Dolci e antichi ricordi; La valigia dei sogni; Paese di Maria e della Comunicazione; S.Pietro tra Storia, storie, leggende e attualità; Paese in lenta agonia.
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Amantea: Il 2017 anno orribile per l’ex Sindaco Sabatino
Mercoledì, 18 Gennaio 2017 15:29 Pubblicato in Economia - Ambiente - EventiIl 2017, che è appena incominciato, passerà alla storia come l’anno orribile per l’ex Sindaco Sig.ra Monica Sabatino del Comune di Amantea.
Eletta due anni e mezzo fa ha dovuto lasciare la fascia tricolore e la propria poltrona perché sfiduciata principalmente dalla sua stessa maggioranza per lasciare spazio, ancora una volta, a distanza di pochi anni, al Commissario Prefettizio.
La Sig.ra Sabatino è stata mandata a casa perché 9 consiglieri comunali si sono dimessi, ultimo in ordine di tempo Giusi Osso.
La vicenda del Comune di Amantea, culminata con le dimissioni di 9 consiglieri e col defenestramento del Sindaco, ha fatto ritornare di grande attualità la parola commissariamento.
Infatti il Comune, in attesa della nuova consultazione elettorale amministrativa, viene affidato ad un Commissario straordinario, solitamente un Prefetto o un vice Prefetto.
I suoi poteri sono uguali a quelli del Sindaco, ma, poiché resterà in carica per pochi mesi, di solito, si limiterà alla ordinaria amministrazione.
L’incarico durerà fino all’elezione del nuovo consiglio comunale e del nuovo Sindaco, da tenersi normalmente nel primo turno elettorale utile previsto dalla legge.
Non è la prima volta che il Consiglio Comunale di Amantea viene sciolto anticipatamente.
Alcuni anni fa, quando era in carica il caro e indimenticabile amico Franco Tonnara, il Consiglio Comunale venne sciolto per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso.
Dopo due anni di commissariamento, però, Franco Tonnara ha potuto riprendere il suo posto perché democraticamente eletto dagli elettori di Amantea.
Il defenestramento di un Sindaco è un dramma non solo per i consiglieri di maggioranza e per il Sindaco, ma per tutti quegli elettori che hanno creduto in lui ed hanno approvato il suo programma.
E’ stato un bene, è stato un male sfiduciare il Sindaco democraticamente eletto?
Non spetta a me dirlo, perché essendo cittadino ed elettore di un altro comune, non ho nessun diritto giudicare l’operato dei consiglieri che si sono dimessi.
Molti elettori di Amantea, però, che hanno dato la fiducia all’ex Sindaco, certamente si sono arrabbiati un po’ perché, secondo loro, il defenestramento è stato un errore politico clamoroso.
La Sabatino non solo non sarà più Sindaco, ma non potrà più concorrere neppure alla nomina di consigliere provinciale perché decaduta.
Chi sceglieranno prossimamente come Sindaco gli elettori della cara Amantea?
Il nome non sarà facile.
Se però sceglieranno il bravo ragazzo imberbe o la brava ragazza mamma, gli unici a festeggiare saranno l’ex Sindaco e gli 8 consiglieri rimasti a lei fedeli che hanno dovuto lasciare a malincuore l’incarico anticipatamente.
NdR. Sapete quanto noi si sia affezionati a Francesco Gagliardi ma questa volta dobbiamo evidenziargli che il vero problema che si deve affrontare non è il nome del sindaco, quanto la capacità sua e della sua giunta di affrontare i gravissimi problemi della città, che, ricordiamo, sono almeno di tre specie: gravità della situazione finanziaria e possibilità di dissesto, insufficienza numerica e qualitativa dell’organico, procedimenti contabili, civili e penali in corso ed in arrivo.
Certo, come lui, anche noi temiamo che il commissario non vorrà affrontare i grandi problemi di Amantea così che si arriverà alle prossime elezioni senza nemmeno sapere le verità finora tenute segrete ( Sergio Tempo docet).
Come dico a tanti amici il prossimo sindaco dovrà essere od uno scemo incosciente od un eroe coraggioso dotato di un buon esercito.
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Il 6 gennaio, in occasione della festa dell’Epifania, anche nel mio paese San Pietro in Amantea arrivava la Befana, quella favolosa vecchietta così cara ai bambini di tutto il mondo perché portava e porta ancora oggi tantissimi regali.
Questo mitico personaggio, secondo l’invenzione popolare e secondo i racconti degli adulti, era una brava vecchietta, anche se molto brutta, che scendeva nelle nostre case attraverso i comignoli o si infilava attraverso i buchi della porta principale portando sulle spalle un sacco stracolmo di doni e di giocattoli. Si spostava rapidamente andando a cavallo di una scopa magica.
Gli elicotteri non erano stati ancora inventati.
Si trattava di una figura ambivalente, perché metteva paura solo a guardarla a come veniva raffigurata, molto temibile per i suoi poteri magici:
Volava, penetrava nelle case, sapeva in anticipo chi era stato buono o cattivo.
Tutti questi poteri, tuttavia, erano esercitati in fin di bene: essa recava i doni.
E questa era per noi la cosa principale.
Noi l’aspettavamo con ansia e preoccupazione e la notte del 5 gennaio immancabilmente appendevamo una lunga calza vicino il caminetto.
Quello era il posto ideale.
-Nonna, nonna- domandavamo con tanta insistenza – verrà anche quest’anno la Befana?-
-Ma certo che verrà. Se siete stati buoni e bravi vi riempirà anche quest’anno la calza di bei regali-.
-Siamo stati bravi, nonna, dunque verrà anche per noi?-
-Ma certo, miei cari nipotini! Verrà anche per voi e per tutti i bravi bambini italiani. Questa notte a fianco a lei ci sarà un grande uomo che le suggerirà dove andare. Le dirà a chi portare i doni e quali giocattoli e regali infilare nella calza-.
E quali erano i regali che noi aspettavamo? Qualche castagna, qualche fico, due arance, due mandarini, tre o quattro caramelle al miele “Ambrosoli”, qualche cioccolatino, alcuni spiccioli, un soldatino di stagno.
Per i più fortunati una bambolina di pezza, un cavalluccio di carta pesta con le rotelline, una macchinina di latta.
Chi era quell’uomo che secondo il racconto della nonna volava al suo fianco e le suggeriva dove andare e cosa infilare nella calza?
Quell’uomo era Mussolini, il nostro Duce, che voleva tanto bene ai bambini, ai Figli della Lupa, ai Balilla, alle Piccole Italiane.
Quella notte io sognai la Befana e mi svegliai piangendo perché mi sembrava che si fosse dimenticata di me.
Fui tranquillizzato dalla nonna e mi addormentai.
Nel sogno vidi il Duce il quale con mano ferma strattonava la vecchietta e le diceva:- Ti sei dimenticata di questo bambino, come mai?
Perché non gli dai qualche giocattolo?
E’ forse stato cattivo?
No, i Figli della Lupa non sono mai cattivi.
Fai la brava, riempi la sua calza e voliamo via perché si sta facendo giorno ed io ho molto da fare-.
Era un ordine del Duce e la vecchietta, anche se a malincuore, dovette obbedire.
E così, anche nella mia calza, appesa vicino al caminetto della nonna, infilò qualcosa.
La Mattina mi alzai di buonora e corsi verso il caminetto e trovai la calza piena.
Ero felicissimo.
Gli altri bambini, quelli meno abbienti, che non avevano ricevuto la visita della Befana, si recarono frettolosamente alla Casa del Fascio e lì trovarono i regali che la Befana e il Duce avevano lasciato
Per loro c’era la Befana fascista.
Ogni bambino riceveva il suo dono e se lo stringeva felice al seno.
Alcuni, poi, quelli più poveri, ricevevano dei pacchi dono con dentro giocattoli, bambole di pezza, vestitini, scarpe, libri, quaderni, farina, zucchero, marmellata.
Erano tutti felicissimi.
Il nostro Duce e la Befana avevano pensato anche a loro.
Non avevano dimenticato nessuno.
Aveva ragione la mia cara nonna.
Anche quell’anno era arrivata puntualmente la Befana.
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“Vada via, brutto 2016”, così titola il suo augurio di fine anno il nostro amico Francesco Gagliardi, innamorato della nostra quotidianità, del nostro passato, delle nostre consuetudini, dei riti e delle tradizioni, di quel “bell’essere e bel vivere” della nostra gente umana e sincera, che della modestia e della serenità faceva uno stile di vita che permetteva di incontrarsi in chiesa , nelle piazze, nelle vie e di darsi un buongiorno vero che durava fino al prossimo, magari accompagnato , quando era necessario, da un cespo di scarola e quattro “cap’ì patati” che sarebbe stata la minestra di quel giorno per lei e per i figli.
Ne diamo pubblicazione, non dimenticando di ringraziarlo per essere la nostra memoria viva di un “paese che non c’è più” ed insieme di porgergli i nostri auguri di Buon Anno.
“Sì, fila via, brutto anno bisestile 2016, anno davvero funesto.!
Noi ti avevamo sognato davvero bello,molto bello, radioso, pieno di fascino, di pace e di amore, ma i sogni sono svaniti fin dall’aurora ed è rimasta la cruda realtà, che ci ha riservato cataclismi, assassini, truffe, incendi, case crollate, alluvioni, terremoti, guerre, stragi, arresti,caos negli ospedali, nelle strade, nelle scuole. Nei tuoi 365 lunghi giorni invece di renderci felici hai portato nelle nostre case, nelle nostre aule scolastiche, nei nostri posti di lavoro, giorni infelici, tristi e bui. I nostri fratelli hanno ucciso i fratelli seminando odio, terrore, costernazione e morte. L’anno che finalmente sta andando via sarà difficile da dimenticare. Quante rovine hai combinato con quelle terribili scosse di terremoto del 24 agosto e 30 ottobre nell’Italia centrale. Hai completamente distrutto la bella cittadina di Amatrice e l’incantevole Norcia. Quante case distrutte e quante vite spezzate. Hai causato tanti danni, gravissimi ed estesi, agli edifici e al patrimonio storico e artistico. Paesi completamente distrutti che ora rischiano di diventare fantasma. Migliaia di sfollati. Hai devastato il Piemonte e la Liguria con le esondazioni, le alluvioni. I giorni di forte maltempo hanno causato ingenti danni all’agricoltura. Per diversi giorni le scuole sono rimaste chiuse, alcune tratte ferroviarie sono state interrotte, molte persone hanno dovuto abbandonare le proprie case, molti danni hanno subito le strade comunali e provinciali, con frane e smottamenti, con paesi e frazioni isolate senza luce e senza acqua potabile. Ma quest’anno sarà difficile da dimenticare principalmente per le stragi terroristiche che hanno colpito il cuore dell’Europa ( Nizza, Bruxelles e Berlino). A Nizza un camion guidato da un terrorista islamico ha ucciso centinaia di persone che assistevano agli spari dei fuochi d’artifizio e a Berlino mentre facevano shopping nei mercatini di Natale. E non possiamo dimenticare neppure i vari disastri aerei che si sono verificati in questo infausto anno 2016. Uno in America latina dove l’aereo, rimasto senza carburante, si è sfracellato al suolo causando la morte di una intera squadra di calcio come quella del Grande Torino a Superga nel 1949.. E ultimo in ordine di tempo quello che si è verificato una settimana fa, proprio il giorno di Natale. Il Tubolev russo precipitato nel Mar Nero subito dopo il decollo provocando la morte delle 92 persone a bordo decimando l’intero coro dell’Armata Rossa di Mosca.
Via, brutto 2016! Non c’è stato giorno che, ascoltando la radio e guardando la televisione, non abbiamo sentito fatti di sangue. Si è sparato e ucciso in Afghanistan, in Siria, in Iran , in Irak, nei paesi dell’America latina. Molti uomini e donne e tantissimi bambini sono morti affogati nel nostro Mare Mediterraneo che cercavano di scappare dai loro paesi di origine per sfuggire alla fame, alla persecuzione e alle guerre.
Il male sembra prevalere sul bene, i cattivi sui buoni. Ma l’ultima parola sarà di quel Bambino, all’apparenza indifeso, fragile, umile, nato in una stalla umida e fredda, perché non c’era posto per lui in una stanza di albergo. A lui e soltanto a lui sarà riservata la gloria del trionfo ed i cattivi saranno un giorno sterminati, radiati dal regno dei cieli.
Abbiate fede negli uomini,nelle istituzioni, nel Cristo, figlio del Dio vivente. E il nuovo anno che verrà sia per tutti voi felice, sereno, tranquillo, non più pervaso dall’odio, dal rancore, dalle guerre, dalle uccisioni, dai terremoti, dalle alluvioni, dalle incomprensioni, ma dall’amore, dalla pace vera e duratura. Pace a tutti voi, amici lettori di Tirreno News, al direttore, ai collaboratori, a tutti i bambini del mondo, ai vostri amici e parenti vicini e lontani dalla nostra amata terra di Calabria, agli amministratori dei nostri paesi, a tutti, alle Forze dell’Ordine che giorno e notte sono al servizio dei cittadini e rischiano la loro vita per difenderci dai vili attentati terroristici, e che il nuovo anno che verrà sia per tutti voi felicità che inebria i cuori. E un pensiero affettuoso va ai nostri cari emigrati in terre lontane che hanno dovuto abbandonare la loro terra e i loro affetti in cerca di lavoro in terre straniere, talvolta anche ostili. Chi scrive è stato per lunghi 16 mesi e 2 giorni in missione ONU in Korea, quando l’Italia ancora non ne faceva parte, e sa cosa significhi passare le feste natalizie lontano dall’Italia, dai propri cari e dai propri affetti.
Buon Anno!
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