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Riceviamo e pubblichiamo dal M5S di Amantea

“E’ chiaro da tempo a tutti che l’erosione della s.s.18 e la presenza del porto siano tra loro strettamente collegate e, per quanto qualcuno dei nostri amministratori e funzionari finga una apparente convinzione nel sostenere il contrario, questo sentimento fa ormai parte del sentire comune dei cittadini.

Eppure questa, come altre vicende tutte meridionali e Amanteane, suscita il solito senso di rassegnazione misto a critica pesante ma silenziosa, che costituisce alla fine, per la casta, un permesso sotterraneo per la continuazione di scempi ed oltraggi al territorio, oltre che di uno sperpero incontrollato di denaro pubblico.

E tuttavia il calabrese, abituato da secoli a percepire lo Stato come una entità astratta, sembra volersi disinteressare di come vengono spese queste risorse, lamentandosi però contemporaneamente dell’aumento delle imposte comunali e statali, che servono, o dovrebbero servire, per far quadrare i bilanci.

Negli ultimi tempi alcuni ci accusano di voler bloccare la spesa pubblica ed addirittura di essere contrari allo sviluppo ed al porto, ritenendoci quasi come corresponsabili della crisi che uccide il nostro territorio ed il paese.

Noi siamo favorevoli alla portualità ed allo sviluppo del turismo che consideriamo essere l’unica risorsa capace di risollevarci, ma siamo contrari ad una spesa pubblica fatta solo per usare il denaro senza alcun progetto preciso, finalizzato alla realizzazione di opere valide e che durano nel tempo e non invece a sprechi o peggio a finanziamenti illeciti ed occulti.

Siamo consapevoli che la interruzione della statale 18 comporta inevitabilmente una spesa per ripristinare la circolazione su una arteria di vitale importanza per i collegamenti su tutto il tirreno, ma ci chiediamo e chiediamo ai cittadini di interrogarsi se questa non sia la volta buona per capire ed intervenire su come vengono spesi questi soldi e soprattutto per evitare nel futuro di ritrovarsi nelle stesse identiche condizioni, pronti a giustificare nuovamente situazioni di emergenza.

Avevamo rivolto tale domanda agli Enti preposti, con richiesta di istituzione di una commissione mista di esperti ed amministratori, per affrontare la problematica, ma ad oggi solo il Prefetto di Cosenza, ha correttamente ritenuto di raccogliere la nostra richiesta, convocandoci come movimento di Amantea, per discutere delle nostre istanze, condividendole in pieno.

Comune e Regione Calabria sono rimasti come al solito in silenzio!

Questa è l’ennesima dimostrazione come la politica calabrese non tenga in alcun conto le istanze che provengono dalla società, ma questo accade anche perché siamo noi cittadini a consentirlo.

La Regione Calabria, dopo i soliti proclami si è tirata fuori, lasciando al Comune ed all’Anas, quest’ultima proprietaria della strada, di ritrovare le risorse. Il Comune lamenta i vincoli del patto di stabilità e dall’altra parte l’Anas, ben sapendo che i problemi della s.s.18 sono causati in buona parte anche dal porto e dalla sua pessima progettazione, non vuole metterci i soldi... ed allora che si fa?

Qualsiasi persona di buon senso avrebbe cercato di capire cosa causa l’erosione e di eliminare per quanto possibile il problema, i nostri amministratori, invece, il problema non se lo pongono e preferiscono insistere su un percorso fatto di proclami, promesse di intervento definitivo ma senza competenze e con la presunzione che da sempre accompagna gli incapaci.

E’ quasi dalla sua inaugurazione che il porto ha problemi di insabbiamento... occorre un genio per capire che è stato fatto male?

Dal 2011 questa amministrazione annuncia interventi definitivi, ben sapendo di non avere i fondi necessari, continuando ad illudere i diportisti e gli addetti ai lavori, pescatori compresi, incassando senza scrupoli i canoni per gli attracchi e per il ricovero delle loro barche.

Poi nella emergenza affida i lavori alla ditta NE.CO. SrL ovvero Neve e Coccimiglio senza spiegare a nessuno quanti soldi pubblici saranno spesi: non una delibera, non una determina e ciò nonostante siano sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti!

Ed infine l’Anas, che d’accordo con il Comune, senza alcun atto formale bilaterale ma con una sua semplice direttiva, e non invece quantomeno con un regolare contratto di assunzione di oneri, consente alla ditta di operare sulla strada tentando di scaricare ogni sua responsabilità per qualsiasi evento dannoso dovesse verificarsi, addossandola alla ditta in questione, ignorando completamente le leggi statali al riguardo che individuano invece solo nell’ente proprietario il responsabile per eventuali eventi dannosi.

In pratica siamo di fronte al solito meccanismo dello “scarica barile” che, in caso di ulteriori danni, lascerà il cittadino abbandonato a se stesso, mentre gli enti responsabili incaricheranno costosi legali per dirimere i problemi causati dalla loro stessa negligente attività, tutto rigorosamente a nostre spese.

Noi del MoVimento 5 Stelle, siamo nati per informare ed il nostro obiettivo è quello di promuovere la partecipazione diretta del cittadino alla cosa pubblica, la quale altrimenti rimarrebbe, come rimane tuttora, solo uno strumento in mano a chi ci governa, per gestire risorse e progetti in modo completamente sganciato dalla volontà popolare.

La casta che ci governa si rivolge al cittadino solo per il voto, dopodiché chi s'é visto s'é visto!

Ma interroghiamoci insieme anche sulle nostre responsabilità, ovvero sul nostro rapporto con gli

amministratori: scambiamo spesso diritti con piaceri e doveri con imposizioni ed è questo che ci ha

condotto alla crisi, allo sperpero di denaro, al clientelismo ed agli affari occulti tra potenti!

Se davvero vogliamo crescere, abbiamo bisogno di cambiare anche il nostro modo di vedere le cose, senza lamentarci in continuazione ma piuttosto partecipando e protestando in modo civile ed organizzato.

Se invece continuerà a starci bene così e se il futuro dei nostri figli dovrà essere lasciato al caso e lontano dalla propria terra, allora smettiamola almeno di lamentarci e godiamoci quel che resta del panorama.

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“Una occasione per ritornare ad Amantea, una per incontrare gli amici del movimento di questa bella cittadina e del tirreno cosentino, una per “sentire” da vicino i problemi del territorio e della gente e per utilizzare la nostra condizione di deputato per trovare una soluzione ad antichi e gravissimi problemi”.

È un giovane dal viso pulito, simpatico, Sebastiano Barbanti, deputato della repubblica italiana, eletto nelle liste del Movimento 5 Stelle, appena giunto nell’area della Principessa a “camminarla” cogliendo così dal vivo la drammaticità del problema del mare che per il momento è stato fermato dal rilevato della statale18.

Insieme a lui “grillini” di Amantea e del tirreno.

Ha orecchie per tutti; ascolta con attenzione , come gli auguriamo di fare sempre, come è dovere di tutti coloro che rappresentano il “popolo”, suggerimenti, opinioni; anzi stimola in una voglia di sapere tutta la verità. Fa domande, chiede.

“Non è facile-aggiunge- essere presenti costantemente come vorremmo su tutto il territorio calabrese. Ed occorre uno sforzo rilevante proprio perché non abbiamo, ancora, consiglieri regionali, provinciali, comunali, con i quali condividere questo sforzo. Fintanto ci saremo noi”

Non ha l’auto blu della kasta e si è tolta la giacca che porta sul braccio per vincere il caldo. “Seba” è uno dei tanti giovani come quelli senza “titoli” che gli stanno intorno, uniti dalla voglia di concorrere a determinare una società diversa, migliore.

Ma il bello, “l’umano” è che si è portato la famiglia ( moglie e figlioletta piccolissima) per stare insieme a loro almeno nei giorni in cui ritorna in Calabria( mentre scrivo rifletto che è la prima volta che mi capita di vedere un fatto simile. E non mi dispiace)

Ma il problema resta e resta tutto. Che fare ? Si sono persi centinaia di metri di profondità di spiaggia. Tutta causa del porto? O ci sono anche altre ragioni? Davvero se non ci fosse stato il porto la spiaggia sarebbe rimasta? Possibile che si sia realizzato il porto pur sapendo che sarebbe successo quello che vediamo? Ma a Coreca dove pur manca quasi per intero la spiaggia non c’è il porto. Ed allora? Allora prima di decidere occorre capire: forse non è solo questione di soldi!

“Non abbandono questo paese, non dimentico questo problema” sembra dire mentre saluta il folto gruppo di “ grillini” che insieme a lui sta palpando i problemi della SS18 e del porto. E forse in questo sforzo non sono nemmeno soli!

Amantea 18 maggio 2013

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“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. La famosa frase è tratta da “Il Gattopardo” in quel dialogo essenziale che spiega, come pochi romanzi, il senso della Sicilia e della sicilianità. E perchè no della Calabria e della calabresità.

Ieri come oggi

Ed ecco che ricomincia l’estate ad Amantea e tutto cambia perché nulla cambi.

Tutti ciechi, con le palpebre socchiuse non come i miopi che si sforzano di mettere a fuoco per vedere meglio: affatto. Semmai per non vedere : troppa la responsabilità. Meglio non vedere, meglio non sentire, meglio non parlare; tantomeno scrivere. E per aiutarci a non vedere, a non sentire ci distraggono, ci fanno parlare di Berlusconi e del bunga, bunga, e noi popolo , come “ciavucchi” lì a ripetere pappagallescamente per avere il 5 e mezzo che poi diventa il sospirato 6 che ci permette di passare alla classe superiore fino al auspicato diploma di imbecilli civili.

Ecco arriva l’estate e ricomincia la vergognosa storiella del montaggio e smontaggio di lidi che si preparano a ricevere i turisti che poi non verranno.

Poi si pulisce la parte principale della spiaggia togliendo non solo “gli orfanielli”( cioè i legnetti portati dai fiumi e sparsi dalle onde delle mareggiate fin dentro i massi a difesa del rilevato ferroviario), le bottiglie di plastica, ma anche le poche pietre esistenti e se non si scansano anche le poche piante che crescono sulla sabbia e che aiutano nella difesa della spiaggia dai marosi.

Poi si scaricano i depositi acqua piovana( che tali non sono) facendo arrivare al mare l’acqua piovana( che tale non è). Lo si avverte dalla puzza che si diffonde nell’aria proprio ora che non si sente più il profumo di zagara. Danno l’allarme gli abitanti del posto.

E guarda caso il mare mostra tutto il suo dolore. Un risultato vergognoso. Terribili macchie di schiuma perfino spesse che si avvicinano al bagnasciuga e che le piccole onde piano, piano distruggono riversando il tutto sulla sabbia. Dove resta pronto ad essere ripresa dalla prima mareggiata per ridiventare ancora una volta la porcheria che alberga sul mare.

Un infinito. Un continuum.

Già , perché cambiare? Se lo facessimo non sarebbe più il nostro mare. Che mare sarebbe se non fosse sporco?

 

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