
Il commissario Longo mantenga gli impegni presi in Consiglio: bisogna rivedere la Rete ospedaliera e dell’emergenza-urgenze.I presidi di Cariati, Lungro, Mormanno, San Marco Argentano devono essere riattivati per recuperare gli 86 milioni della mobilità passiva.Da rifare anche gli Atti aziendali delle Asp calabresi non più in linea con quanto previsto nel Recovery Fund.
COSENZA, 11 GIUGNO 2021 -“I dati della mobilità extraregionale, riferiti all’anno 2019, indicano che il totale dei ricoveri fuori regione è pari a 53.866 per un valore economico di 222.229.451,49 euro: numeri non omogenei in tutto il territorio regionale visto che si registrano valori più alti nelle Asp di Cosenza e Reggio Calabria. Sono 21.290 i cosentini che si sono ricoverati in altre regioni per un valore di prestazioni di euro 86.185.423,18. Oltre il 40 per cento dell’emigrazione sanitaria calabrese proviene dalla provincia di Cosenza.
La Chirurgia generale (Codice 09), l’Ortopedia e traumatologia (Codice 36), l’Ostetricia ginecologica (Codice 37) assorbono oltre il 30 per cento di tutti i ricoveri fuori regione, sia in termini assoluti che per valori tariffari”.
È quanto scrive il consigliere regionale del Partito democratico, Carlo Guccione, che ha inviato una lettera al Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, prefetto Guido Longo.
Nella lettera il consigliere Guccione ricorda “l’impegno preso dal commissario Longo, nel corso del Consiglio regionale convocato sulla questione Sanità, è quello di mettere mano alla Rete ospedaliera e dell’emergenza-urgenze. Un atto fondamentale che permetterebbe, ad esempio, nella provincia di Cosenza il recupero di una parte degli 86 milioni che sono stati spesi per curare oltre 21 mila cosentini fuori regione in modo da ridurre, in modo significativo,i costi delle terapie oncologiche e di alcune prestazioni come Urologia (Codice 43), Ortopedia e traumatologia (Codice 36), Ostetricia ginecologica (Codice 37), e per riaprire presidi ospedalieri chiusi, quali Cariati, Lungro, San Marco Argentano, Mormanno. Bisognerebbe attuare quanto sancito dalla giurisprudenza amministrativa che impone, con sentenze definitive, la riapertura e riattivazione dei presidi ospedalieri di confine, Praia a Mare e Trebisacce. In questo modo si andrebbero a recuperare i soldi dell’emigrazione passiva, senza far ricorso a risorse aggiuntive. Inoltre, andrebbero riattivati i posti letto per acuti autorizzati e mai attivati negli ospedali Spoke e Hub della provincia di Cosenza: è come se fosse stato cancellato un intero ospedale di oltre 400 posti letto.
C’è bisogno di una forte capacità organizzativa e di coordinamento da parte dell’Ufficio del commissario per evitare che la Calabria, ancora una volta, si trovi agli ultimi posti. Per non rimanere indietro in questo processo di riforma sanitaria previsto dal Recovery Fund è fondamentale che lei, in quanto commissario alla sanità in Calabria, chieda con immediatezza di rivedere gli Atti aziendali.
Non possiamo commettere gli stessi errori del passato, la pandemia ha fatto emergere tutte criticità del nostro sistema sanitario e la mancanza di una medicina territoriale adeguata. Tante risorse non sono state spese e molti investimenti sono rimasti solo sulla carta. L’Unione Europea non ammette ritardi ed errori. Dunque, non possiamo più permetterci di arrivare impreparati e senza una catena di comando”.
“Il Recovery Fund – sottolinea Carlo Guccione - metterà in atto una vera e propria rivoluzione e, a partire dal prossimo mese di settembre, incomincerà ad avere immediata attuazione su cinque pilastri che andranno a potenziare la sanità territoriale. L’importo previsto è di 7 miliardi di euro.
Il primo punto riguarderà il ruolo cruciale delle Case della Comunità: in Calabria ne sono previste 96, 37 nella provincia di Cosenza (una ogni 20 mila abitanti). Sono previsti poi gli Ospedali di Comunità: 38 in Calabria, 15 in provincia di Cosenza. Saranno il punto di riferimento per ricoveri brevi e per pazienti che necessitano di interventi a media/bassa intensità di cura. Un altro punto riguarda le cure domiciliari e il potenziamento della telemedicina. Si farà in modo che almeno 10 per cento della popolazione over 65 più bisognosa venga curata a domicilio. E poi ci saranno le Centrali Operative Territoriali (COT) – una ogni 100 mila abitanti - che avranno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari e territoriali.Ultimo punto riguarderà il ruolo dei medici di famiglia. L’Unione Europea chiede di rivedere le nuove regole di ingaggio: non ci sarà solo un rapporto di liberi professionisti convenzionati, ma un rapporto più diretto col Sistema sanitario nazionale.
Ogni regione sarà chiamata a firmare un Contratto istituzionale di sviluppo che prevede un cronoprogramma specifico per la realizzazione di questa importante riforma sanitaria. La Calabria, dunque, deve fare la sua parte. Ecco perché gli Atti aziendali delle varie Asp calabresi sono tutti da rifare, non essendo in linea con quello che si dovrà realizzare da settembre in poi”.
Mala tempora currunt. E sì, cari amici della nobile città di Amantea. Brutti tempi corrono. E’ davvero brutto, triste, difficoltoso il periodo che stiamo vivendo e non solo a causa del Coronavirus. Brutte notizie sono arrivate da Roma. I cittadini di Amantea non si recheranno alle urne nella prossima tornata elettorale autunnale. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha deliberato la proroga, per sei mesi, dello scioglimento del Consiglio Comunale. Questo, a dire la verità non ci voleva, nessuno se lo aspettava. Per altri sei mesi ancora, purtroppo, Amantea sarà retta dai Commissari Prefettizi. Motivi adottati: Completare l’azione di ripristino dei principi di legalità all’interno dell’Amministrazione Comunale. Il Consiglio Comunale era stato sciolto per infiltrazioni mafiose nella seduta del Consiglio dei Ministri del 13 febbraio 2020 a norma dell’Art. 143 del TU delle Leggi sull’ordinamento degli Enti locali.
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico. Il poeta Giovanni Pascoli ha scritto che c’erano gli aquiloni. Io, che non sono un poeta, oggi invece dico che di nuovo e d’antico ci sono i comunicati stampa dei vari esponenti politici perché nel prossimo autunno in Calabria ci saranno le elezioni regionali anticipate dopo la scomparsa prematura della compianta Presidente della Regione On. Jole Santelli. E le elezioni, si sa, per gli uomini politici, specialmente per i candidati che aspirano a posti di prestigio e di comando, sono come una manna caduta dal cielo. Ma prima delle elezioni, per farsi notare, per apparire, si inventano svariate cose, promettono favori, ai Sindaci promettono opere che poi a volte rimangono incompiute, come tante cattedrali nel deserto. Quanti progetti faraonici! Quante opere inutili e mai finite! Quanti miliardi buttati! Soldi nostri. Dentro c’è di tutto: Ospedali che non hanno mai curato un malato; dighe che non hanno mai visto un litro di acqua: aeroporti che non hanno mai visto un aeroplano ed un passeggero; strade incompiute; scuole, asili, opere pubbliche realizzate, finite, arredate e mai aperte, oppure utilizzate solo in parte, a volte solo per pochi giorni o per pochi anni, come la struttura finanziata nel mio Comune, San Pietro in Amantea, nel lontano 1996 con un costo di 327 mila euro, ma per anni è rimasta una cattedrale nel deserto, abbandonata al degrado più totale. Ha funzionato ed anche benissimo come Centro Diurno per i diversamente abili. Il Centro è stato chiuso perché secondo i NAS era stata cambiata la destinazione d’uso. Il 6-9-2016 l’Ecodello Jonio riporta un comunicato Stampa dell’On. Guccione: L’incompiuta che rinasce. Così la nota: Per quanto riguarda la struttura di San Pietro in Amantea è stato effettuato prima dell’estate un sopralluogo alla presenza dei tecnici dell’Asp di Cosenza e del Dipartimento Salute della Regione. In pochi mesi un patrimonio di 21 strutture completamente abbandonate e in alcuni casi del tutto sconosciute, è stato portato alla luce ed è stata intrapresa la via del recupero che in molti casi, sta diventando realtà.Il 24 luglio 2019 Guccione annunciava:-Entro poche mesi una nuova struttura sanitaria sarà pronta ad ospitare minori con problematiche psicopatologiche e/o sottoposti a procedimento minorile-. Sono passati due anni e il 27 maggio 2021 sempre Guccione annuncia:- Ancora bloccata struttura in San Pietro in Amantea. Intoppi e lungaggini burocratiche continuano a ritardare l’apertura e il funzionamento di servizi sanitari territoriali adeguati alle esigenze dei cittadini -. Quali sono On. Guccione questi intoppi? Perché questa lungaggine? San Pietro in Amantea attende risposte serie e non comunicati stampa che lasciano il tempo che trovano. Ne abbiamo letto tanti e la struttura è ancora chiusa. I ragazzi aspettano, aspettano invano. La struttura col tempo un’altra volta si deteriorerà e dovranno necessariamente essere spesi altri soldi pubblici. Ed i cancelli in ferro battuto resteranno chissà ancora per quanto ancora sbarrati. I ragazzi per giocare li salteranno e come è successo lo scorso anno, qualcuno si farà del male. Un ragazzo di Cosenza si è gravemente ferito alle gambe ed ha trascorso le vacanze in un letto dell’ospedale.