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giggino…il mondo è offeso,  
le strade sono offese
le montagne sono offese 
l’acqua e la natura sono offese.Versi di SherkoBekas

Sentire un'affinità con i vitigni di Calabria che si stanno rifocillando e che si affacciano sull’orlo di una strada di campagna: cercare una alternativa alla scoperta di una libertà concessa e per rivendicare la libertà di auto-realizzazione. Creare una propria coscienza e urgenza per questo processo di “costruirsi”, come gli aspiranti cavalieri dell’”Orlando Furioso”, una propria esistenza.

Abbracciare l'incertezza di quale forma emergerà, senza manuale o garanzie di successo. Forse è quello che si dovrebbe fare durante questo periodo pandemico, che, se da una parte ha fornito ossigeno ai padroni del mondo, dall’altra ha in un certo qual modo fornito gli strumenti, all’altra parte dell’umanità, per analizzare e capire l’incremento quantitativo dei livelli di disuguaglianza e di povertà che ha prodotto cambiamenti di fondo nella società. Gli effetti sociali provocati, sono diventati molto più estesi e hanno assunto un carattere strutturale, sistemico, difficilmente modificabile nel breve e nel medio termine.

Una collettività che costruisce troppi spazi sociali ai suoi margini estremi e tante fragilità nelle condizioni di vita delle classi meno abbienti, dovrebbe riuscire a creare una insofferenza sociale tale da travolgere ogni relazione di vita e ogni progetto collettivo. Si tratta di un cancro che una parte non secondaria della classe dirigente non si preoccupa più di guarire. L’umanità sembra proprio costretta a vivere in una società diseguale, con un’alta incidenza di povertà che si vede impegnata a costruirsi spazi di vita e di socialità separati.

Nella mente di tutti noi, non più minoranza, rimane, quindi, quel senso di angoscia, di distacco che affiora tutti i giorni dell’anno quando ci si si ritrova in un rifugio ai margini della società, lontano dal caos assordante e alienante della città. Il degrado dei luoghi in cui si vive riflette il disagio urbano, le macerie dell’alienazione, della modernità e della nuova tecnologia. Come se noi tutti stessimo scivolando via senza alcunfondamento a trattenerci. Forse vivere ai margini è l’unica via per la libertà. Successo, potere e ricchezza da qui sembrano gabbie. Gabbie dorate ma gabbie.La crisi economica è oggi più che mai aggravata dal degrado istituzionale e da quello etico/morale che ha provocato e sta provocando una nefasta corruzione del sistema e un sostanziale disinteresse da parte del governo attuale e di quelli che lo hanno preceduto a risolvere concretamente i nodi della crisi.
In buona sostanza l’attuale presidente del Consiglio è l’elemento di spicco in Italia delle banche e dei colossi finanziari che controllano la vita dei paesi d’Europa, vera e propria maledizione agli occhi di una parte percentualmente ampia della popolazione e, guarda caso, proprio di quella economicamente più debole ed indifesa, sempre più costretta ai margini dell’esistenza.
Cosa è il margine? Su un foglio è lo spazio bianco non occupato dalla scrittura. È la parte finale di una superficie: per esempio, il margine di una stradina, il margine di un bosco, cioè la parte scoperta. È la quantità di tempo che si ha a disposizione: hai un margine di tempo e quindi non ti affretti a concludere quello che stai facendo.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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 gigino nuovaCaro ZapOrly, ‘vorrei vederci chiaro, in me, prima che sia troppo tardi’, scriveva Jean- Paul Sartre nella sua “Nausea”.

Io, invece, tiscrivo dall’insignificanteBeaumont sur Mer, da un bar circondato da barche dentro il mare di Ulisse perfettamente blu e sotto un cielo genuino. Sono statouna settimana a Roma – seguendo il consiglio diZuby e mi sono rinnamoratodi quella città. Ho preso un impegno con me stesso di ritornarci più spesso, prima che sia troppo tardi.Sono appena tornato… e il gran desiderio di raggiungere, con la mia piccola imbarcazione, l’orizzonte è riapparso più forte che mai.  All’inizio del mese, come gli altri inizi che hanno preceduto quest’ultimo, sono stato così privo di energie da non avere le forze neppure per scegliere un posto in riva all’Ulisse dove trascorrere un paio di ore ad ammirare lo scintillio delle acque.

Facendo mio il consiglio in sogno del mio amico Felice Fiorillo, forse andrò in Sicilia alla ricerca di un luogo che nella visione notturna assomigliava tantissimo aikibbutz in Palestina-Israele visitati mezzo secolo orsono con Janie. Il kibbutzdoveva essereuna forma associativa volontaria di lavoratori delneo Stato di Israele, dopo la guerra dei sei giorni nel 1967, basata su regole “rigidamente” egualitarie e sul concetto di proprietà collettiva.

Mio carissimo, quel che è certo è che mi sono assolutamente espulso dal sociale ed ho appena appurato che non è un’estrinsecazionepriva di senso. Semplicemente, non ho niente di cui parlare con questi umani. Sebbene sia nato qui, quando l’acqua del sacro Ulisse lambiva lo strapiombo della vecchia Amantea, sembra proprio che non ci sia niente in comune con i gremlins del Tirreno.

Ho una gran voglia di vederci chiaro in me. Ogni giorno mi sento più svuotato.  Insomma, sono stanco e soffro di insonnia. Sono spiacente per questomio messaggio senza umore, senza niente. Sono privo di forze per fare di più. Inoltre adesso mi angoscia questa mescolanza di inglese, italiano, con un pizzico di francese e una spruzzatina di spagnolo.

Mi piacerebbe dirti di più. Ho guardato tante sciocchezze e pensato e osservato un “hollow man” in questi giorni. Scriverò qualcosa chissà, un romanzo chissà, una cronaca sulla scoperta di quanto imbecille possa essere la gente che lo è!

Gigino A Pellegrini & G el Tarik

 

 

 

 

 

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gigino pelOtto uomini possiedono la stessa ricchezza dei 3,6 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera dell'umanità.

Oxfam è un movimento globale di persone che vogliono eliminare l'ingiustizia della povertà. Oxfam (Oxford committee for FamineRelief) nasce in Gran Bretagna nel 1942, per portare cibo alle donne e ai bambini greci stremati dalla guerra. Nel 1965, adotta definitivamente il nome “Oxfam”.Il suo rapporto mostra che il divario tra ricchi e poveri è molto maggiore di quanto si temesse. Descrive in dettaglio come le grandi imprese dei super ricchi stanno alimentando la crisi della disuguaglianza eludendo le tasse, abbassando o tagliando del tutto i salari e usando il loro potere per influenzare e indirizzare la politica.

Nuovi e migliori dati sulla distribuzione della ricchezza globale, in particolare in India e Cina, indicano che la metà più povera del mondo ha meno ricchezza di quanto si pensasse in precedenza. Se questi nuovi dati fossero stati disponibili lo scorso anno, avrebbero dimostrato che nove miliardari possedevano la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, e non 62, come calcolato da Oxfam.

Dal punto di vista dei poveri, è ovvio che siainaccettabile che tanta ricchezza sia tenuta nelle mani di così pochi quando 1 persona su 10 sopravvive con meno di 2 dollari al giorno. La disuguaglianza sta imprigionando centinaia di milioni esseri umani nella povertà; sta devastando la popolazione globale.

“In tutto il mondo, i meno abbienti vengono lasciatial loro destino. I loro salari sono stagnanti, ma i potenti portano a casa bonus da milioni di euro e dollari. La sanità per le persone povere, sembra essere una chimera,l’istruzione viene tagliata mentre le corporazioni ei super ricchi evitano le tasse. Le voci delle persone che stentano vengono ignorate mentre i governi cantano al ritmo delle grandi imprese e della ricca élite.

Un lumicino lontano si intravvede. La rabbia delle personerispetto alla disuguaglianza sta già creando onde d'urto politiche in tutto il mondo. Altro dato significativo è che sette persone su 10 vivono in un paese che ha visto un aumento della disuguaglianza negli ultimi 30 anni.

Tra il 1988 e il 2011 il reddito del 10 per cento dei più poveri è aumentato di soli 65 dollari a persona, mentre il reddito dell'1 per cento dei ricchi è cresciuto di 11.800 dollari a persona, 182 volte di più.I poveri sono costretti al silenzio, quando provano ad alzare un po’ la voce per far sentire le proprie ragioni vengono ignorati o presi a bastonate. I ricchi non amano i poveri e li considerano una razza inferiore da tenere lontano dalle proprie case per non essere contaminati dalle loro brutture, sporcizie e per non dare le briciole della loro opulenza. In molti paesi del Terzo Mondo i poveri sono costretti a mangiare gli scarti putrefatti delle discariche e a raccogliere ogni tipo di cianfrusaglia da riciclare.

“Dicono che chi è sazio non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato”. ‘Umiliati e Offesi’ di Fëdor Dostoevskij.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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