
Per il signore, che rilascia interviste sul "Quotidiano" di oggi, ad eleggere nel 2017 la Giunta di Amantea con 3650 voti su 7000 votanti sono stati degli alieni provenienti da una galassia milioni di anni luce distante dalla Terra e non dai suoi diseredati e maltrattati concittadini. Questo sempliciotto amanteano si definisce un "politico" pronto a capitanare, fra 18 mesi, gli sciagurati trogloditi, alla guida della cittadina. Ulisse pianse nel sentire cantare le gesta sue e degli altri Greci, a Troia. Ma non voleva farsi scoprire. Col lembo del mantello, si coprì il volto e asciugò le lacrime. Solo Alcino, re dei Feaci, se ne accorse ma non disse nulla. Io, che non ho nessun mantello, andrò in riva al mare a versare qualche lacrima, dicendo al mio fraterno amico Beribà che si tratta di semplici gocce salate spinte dal Libeccio.
Come scriveva Khalil Gibran: “Il sale deve avere qualcosa di sacro infatti si trova nel mare e nelle lacrime”. E sogno di trovarmi con la mia piccola barchetta sull’oceano a sfidare le onde e le tempeste, a sentirmi piccolo e sperduto in mezzo al mare gonfio e quasi sconosciuto, senza un approdo e senza una rotta. Mi sento così, prima di essere sommerso dagli amati marosi.
Gigino A Pellegrini
G el Tarik
I nostri cari antenati latini usavano dire: ”Repetita iuvant”. Certamente, l’atto del ripetere ha quasi sempre un’accezione positiva, contribuisce al raggiungimento di una maggiore comprensione, al consolidamento delle conoscenze teoriche e di quelle pratiche. Epperò, quello che si è ripetuto ad Amantea nei giorni scorsi non ha nulla di positivo.
Se il Consiglio dei Ministri, ha deliberato lo scioglimento, per diciotto mesi, del consiglio comunale di Amantea e il contestuale affidamento dell'amministrazione dell'ente a una commissione straordinaria, non ha alcun senso positivo per la città ed è, semmai, gravissimo che si tratti di un evento che si è già verificato in passato.
Un fatto di una pesantezza morale enorme, che colpisce al cuore la città, già duramente provata dal dissesto finanziario in cui versa l'Ente comunale.
Inutile nascondersi che ora ci aspettano tempi difficili cari concittadini di Amantea, perché è sempre un dolore abdicare dalla partecipazione popolare e affidare la gestione del futuro di una Comunità a dei commissari esterni, che avranno il compito, non facile, di rimettere in sesto la macchina comunale, senza una approfondita conoscenza delle peculiarità del territorio e di tutte le sue problematiche.
Con la tristezza nel cuore, comunque, mi sembra necessario e doveroso ribadire un concetto di fondamentale importanza.
Amantea non è una comunità di mafiosi; i cittadini non possono pagare colpe che, evidentemente, dovrebbero essere di poche specifiche persone che negli ultimi anni hanno gestito la cosa pubblica. Guai a generalizzare e colpevolizzare un intero popolo, fatto di gente onesta che, con tanti sacrifici, porta avanti l’intera città. Personalmente, mi batterò per contrastare chi avrà la presunzione di etichettare la mia comunità come mafiosa, magari cercando odiose strumentalizzazioni.
Se ci saranno delle responsabilità verranno individuate, gli organi giudiziari preposti faranno certamente luce sulla vicenda. Perché questo ora merita Amantea, verità, trasparenza e molta presa di responsabilità.
Purtroppo il danno prodotto dai soliti faccendieri, che hanno governano la città da oltre un ventennio, è anche un danno morale oggettivo, che mina quella voglia di partecipazione dei cittadini alla vita politica.
Altrimenti non si spiegherebbe il fatto che i cittadini di Amantea, evidentemente stanchi e rassegnati, sembrano aver sottovalutato la portata di questo scioglimento.
Non vi è stata una reazione d'orgoglio da parte della città dopo questa brutta vicenda, una levata di scudi ed un moto di indignazione che, pure, si potevano immaginare.
A livello nazionale Amantea è stata etichettata, nuovamente, come paese di Mafia, e, per una realtà che vive di turismo e di commercio, il ritorno potrebbe essere devastante per i prossimi mesi.
Bisogna reagire dissociandosi da questa situazione; bisogna scendere in piazza tutti insieme per dire che il popolo di Amantea è fatto di gente onesta che si dissocia dalla Mafia.
Il silenzio NON fa certamente bene; dobbiamo dare voce alla legalità che è insita nel nostro territorio e riprenderci, da cittadini onesti, l'onorabilità che qualcuno ci vuole togliere.
Ecco perché chiedo alle associazioni di categoria, alle associazioni di volontariato, alla scuola, al mondo cattolico a tutti, di manifestare pubblicamente e nei modi che riterranno opportuni, il proprio sdegno ed il rifiuto netto di qualsiasi manovra di accostamento del nome di Amantea a quello della mafia.
Ora bisogna rimboccarsi le maniche, dobbiamo reagire tutti insieme per trovare, nella comunità, giovani preparati e coraggiosi capaci di costruire un progetto di riscatto da offrire al nostro paese.
Bisogna dire basta ai soliti “faccendieri” professionisti della politica, ai portatori d'interesse che per più di vent'anni hanno gestito la cosa pubblica in modo disastroso. Il vaso è colmo, bisogna aprire gli occhi e uscire dal torpore a testa alta.
La mia azione politica continuerà imperterrita e più forte che mai; nei prossimi giorni, appena i commissari prenderanno per mano la macchina comunale, chiederò loro un incontro e mi metterò a disposizione per riportare quelle che sono le istanze che arriveranno dal territorio e per scongiurare gli effetti potenzialmente devastanti di questo nuovo scioglimento.
Ora, davvero, inizia il lavoro più difficile, ma io che amo spassionatamente il mio paese non mi arrenderò, continuerò a lottare a testa alta per dare un'altra opportunità al popolo di Amantea.
Non possiamo più aspettare che qualcuno faccia queste scelte al nostro posto, ora o mai più!!
-Vincenzo Lazzaroli-
Il 20 febbraio del ‘43 - nei pressi del civico 50 di via Indipendenza (oggi c.d. “Case Sciullate”) - gli alleati bombardavano il nostro centro storico seminando terrore, morte e distruzione.
Si tratta in assoluto di una delle pagine più tristi e drammatiche della nostra storia.
Due anni fa, su mia proposta, il Consiglio Comunale ha istituzionalizzato il 20 febbraio come “Giornata della memoria delle vittime civili e militari di Amantea nel secondo conflitto mondiale”.
Una ricorrenza per ricordare le vittime del bombardamento del ‘43 - costato la vita a 26 nostri cittadini, molti dei quali giovanissimi - e tutte le perdite civili e militari che ha subito la nostra cittadina durante la seconda guerra mondiale.
Negli anni mi sono adoperato per coinvolgere e far partecipare a questo momento commemorativo le scuole: ritengo un bene che centinaia di studenti abbiano potuto conoscere una pagina drammatica della nostra storia, interrogandosi e riflettendo sui temi della guerra e delle sue tragiche conseguenze.
Voglio ancora una volta ringraziare i Dirigenti scolastici ed i docenti per la collaborazione e l’empatia dimostrate nell’organizzazione di momenti essenziali per la costruzione di una coscienza collettiva.
Il 20 febbraio è un giorno importante per la nostra memoria: che il ricordo entri nelle nostre case, nelle nostre scuole e nelle nostre istituzioni.
Enzo Giacco