BANNER-ALTO2
A+ A A-

Autovelox ad Acquicella: impossibile credere all’Amministrazione Comunale

Vota questo articolo
(4 Voti)

Il giorno 23 settembre siamo andati ad Acquicella ; era il giorno di inizio della attuazione dell’impiego dell’autovelox.

Viaggiando a 50 kmh abbiamo creato una notevole fila, costringendo molti automobilisti a sorpassarci pericolosamente.

 

Non vogliamo giungere alla affermazione che il limite di 50kh è difficile, se non impossibile, da osservare, ma forse è davvero così; in particolare quando il traffico non è intenso e lo spazio davanti alla propria auto è ben maggiore della distanza di sicurezza ( 25 mt per 50kh) prevista dal CdS e dall’altro lato non viene nessuno.

Ma perché un limite così basso in una strada che fino a “ieri” si poteva percorrere normalmente a 90 kmh?

 

Ci è venuto, quindi, il dubbio che il limite di 50kmh fosse se non illegittimo, quantomeno inopportuno: non voglio dire finalizzato a far soldi con l’autovelox.

Ma chi lo ha disposto questo limite ?

Trattandosi di un strada di proprietà dell’Anas sulla quale il comune mette gli autovelox ( appena possibile) ci siamo fermati ed abbiamo osservato( e fotografato) i segnali di limite massimo di velocità proprio per sapere se gli stessi sono stati disposti e collocati dall’Anas o dal Comune.

Ovviamente sul verso del segnale non è riportata alcuna indicazione della ordinanza( e quindi della competenza).

Occorre scrivere ai due enti per sapere; ovviamente sperando che rispondano.

 

Abbiamo anche osservato che l’incrocio della SS18 con lo svincolo per Belmonte Calabro è regolato da due distinte velocità ( un po’ come Aquicella ed Acquicella) di cui quella verso nord a 50Kmh e quella verso sud a 70kmh.

Potete anche non crederci, ma è così. E poi ci sono e foto a dimostrarlo!

Ma perché, poi, 50kmh?

Si tratta forse di un centro abitato?

Impossibile.

 

Il centro abitato, dice il CdS, è quello indicato dall'art. 3, comma 1, punto 8 del nuovo codice della strada (letteralmente : Centro abitato: insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine. Per insieme di edifici si intende un raggruppamento continuo, ancorché intervallato da strade, piazze, giardini o simili, costituito da non meno di venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada).

 

E questa condizione non ricade. I 25 fabbricati non ci sono!

Non solo.

 

La edificazione ad Acquicella è sostanzialmente quella al tempo della costruzione della SS18 per cui non si comprenderebbe in alcun modo come mai per una situazione stabile nel tempo la norma si applichi soltanto adesso e non anche al tempo della realizzazione della strada.

Se mai occorre chiedersi come sia stato possibile autorizzare ( posto che lo siano) l’incredibile ( ed increscioso) alto numero di accessi nessuno dei quali ci sembra legittimo.

Ma su questo occorrerà indagare

E non finisce certamente qui!

Ma davvero dovremmo credere alla bufala che gli autovelox sono attivati “per garantire maggiore sicurezza”?

Ma perché la sicurezza si attua per alcune ore a giorni alterni?

Dai! Per favore!

E poi si attua solo ad Acquicella? Gli altri non ne hanno diritto?

Né appare credibile “L’obiettivo di educare chi guida al rispetto della segnaletica, evitando il transito dei mezzi a velocità troppo sostenuta”

Ma perché questo obiettivo dovrebbe attuarsi solo ad Acquicella?

Che cosa ha di speciale Acquicella rispetto a tutte le altre zone di Amantea e tutte le altre immissioni a rischio della SS18 di Amantea?

Ci sembra che l’unica a dire la verità sia il sindaco Sabatino quando afferma che «L’installazione dell’autovelox presso località Acquicella era stata fortemente richiesta da tantissimi residenti nel corso della campagna elettorale del maggio 2014”.

Di fronte a questa affermazione il pensiero corre prepotente a 1600 persone che abbiamo firmato per il lungomare e che rimasti inascoltati e si impone la domanda : “ chissà quanti saranno stati gli abitanti di Acquicella che hanno chiesto l’autovelox?” .

Chissà che appena arriveranno i salati verbali qualcuno ne chieda l’elenco: magari solo per ringraziarli! O magari per sapere se sono loro stessi stati contravvenzionati!

Meno credibile, invece, ci pare il sindaco quando dichiara che l’autovelox ha “ l’obiettivo di tutelare chi vive in questa zona della città e non di fare cassa”.

Salvo che non si riferisca al fatto che trattandosi di strada di competenza dell’Anas questo ente non pretenda come per legge la metà dell’importo. In sostanza il comune “ingrassa” l’Anas!

Tantomeno è credibile la affermazione che “Per il momento il servizio funzionerà in via temporanea, ma l’auspicio è di realizzare una postazione fissa”

Forse il sindaco non sa che sono stati già da tempo piazzate le telecamere delle postazioni fisse.

Altro che “auspicio” !

Altro che “servizio finalizzato alla formazione di una mentalità più attenta verso il comune senso civico”.

Nessuno ci toglie dalla testa che si tratta di far Cassa per risollevare le gravi condizioni economiche del comune di Amantea

Così come nessuno ci toglie dalla testa che Amantea già abbandonata per i photored diverrà sempre più deserta!

E c’è altro. E chissà che non emerga in Tribunale.

 

Divieto verso nord

 

Divieto verso sud

 

Il secondo laser già pronto

Ultima modifica il Martedì, 29 Settembre 2015 07:55
Redazione TirrenoNews

Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.

 

LogoTirrenoNews

Sito web: www.trn-news.it

4 commenti

  • menomalecheanasce

    Per dovere di cronaca e per il rispetto di anas
    "La sanzione amministrativa pecuniaria (nel linguaggio di tutti i giorni: la "multa") può avere diverse funzioni. Di deterrenza, innanzitutto. Come tutte le sanzioni, infatti, serve a dissuadere il singolo, nonché la collettività, dal tenere il comportamento illecito. Inoltre, specie se si tratta di "multe" standardizzate e applicate quotidianamente, una possibile funzione di (indiretto) riequilibrio economico, ove quel gettito sia impiegato dagli apparati pubblici per migliorare lo specifico contesto ambientale nel quale è maturato il comportamento illecito.
    Il principio era ben noto alla legislazione in materia di circolazione stradale della prima metà del secolo scorso che assegnava i proventi delle sanzioni all'Ente proprietario della strada su cui era avvenuta l'infrazione. Quest’ultimo doveva utilizzarli in lavori di miglioramento infrastrutturale.
    La legislazione successiva si discostò da tale principio. Fino ad arrivare all'attuale Codice della Strada che, sul punto, enuncia la regola secondo cui i proventi contravvenzionali spettano all'Amministrazione di appartenenza dell'agente accertatore. In pratica: vanno al Comune, se il verbale d'infrazione è stato redatto dai vigili urbani; alla Provincia, se è stato redatto da agenti di polizia provinciale; allo Stato, se il compilatore del verbale è un carabiniere o un poliziotto. Quanto ai possibili impieghi di tali somme, sono variegati, descritti dalla norma in maniera non troppo chiara e, in ogni caso difficilmente controllabili.
    Questo, dunque, il quadro della situazione. Senonché, negli ultimi tempi, è emersa una criticità. O, per meglio dire, una vera e propria distorsione del sistema. Quando le polizie municipali collocano strumenti rilevatori della velocità dei veicoli su strade statali attraversanti il territorio comunale, la rispettiva Amministrazione comunale finisce per introitare da una popolazione non residente (le strade in questione sono utilizzate da automobilisti di passaggio) una notevole quantità di denaro, utilizzata, poi, per migliorare non meglio precisate infrastrutture cittadine e/o per altre attività dell'Ente locale. E, comunque, per finalità riconducibili alla sicurezza stradale solo molto indirettamente. Non tutti i Comuni, beninteso, operano in tal modo. Ma, in certi casi, la tentazione di avvalersi delle strade statali come se fossero un "bancomat" ha il suo innegabile appeal.
    Il legislatore del 2010 (parliamo della riforma del Codice della Strada sfociata nella Legge 120/2010) ha inteso affrontare il problema. E l’ha fatto con un parziale ritorno al passato, stabilendo che, almeno per un'infrazione (gli eccessi di velocità), il 50% dei proventi delle "multe" sarebbe dovuto finire all'Ente proprietario della strada oggetto del rilevamento tramite apparecchiature: a prescindere dallo status dell'agente accertatore. Però, a due anni e mezzo di distanza, la nuova regola (potremmo chiamarla, per brevità, "regola del riparto al 50%") permane inattuata. La ragione di ciò va ricercata nella formulazione, estremamente complessa, con cui è stata posta. Da un lato, una serie di tecnicismi amministrativo-contabili richiedenti, per forza di cose, un decreto attuativo; dall'altro, la presenza di una frase che, tra le diverse interpretazioni possibili, sembrerebbe escludere proprio le statali dal meccanismo del riparto al 50%. Quest'ultimo punto, evidentemente, dovrà essere chiarito dal decreto attuativo stesso: decreto che sembra ormai prossimo all'emanazione.
    Una cosa, in ogni caso, è certa: un'eventuale esclusione delle strade statali dall'ambito di applicazione della riforma del 2010 avrebbe, davvero, il sapore della beffa. E potrebbe innescare un effetto perverso: quelle polizie municipali che, adesso, svolgono accertamenti della velocità veicolare lungo strade provinciali o regionali potrebbero spostare i loro apparecchi, tutte le volte che è possibile, lungo le statali per continuare ad avere a disposizione la totalità, anziché la metà, dei proventi. A un osservatore esterno, questa vicenda può sembrare un semplice contrasto tra Enti, a vario titolo, “gelosi” delle proprie attribuzioni. In realtà, è questione che attiene alla disponibilità, o meno, di risorse da dedicare immediatamente al miglioramento manutentivo della rete stradale d’interesse nazionale. Un tema, dunque, che riguarda la qualità della mobilità e, più in generale, la sicurezza stradale e le problematiche a essa connesse".
    AI posteri l'ardua sentenza

    Rapporto menomalecheanasce Giovedì, 08 Ottobre 2015 22:08 Link al commento
  • Franco

    leggo sul vs. articolo:"Abbiamo anche osservato che l’incrocio della SS18 con lo svincolo per Belmonte Calabro è regolato da due distinte velocità ( un po’ come Aquicella ed Acquicella) di cui quella verso nord a 50Kmh e quella verso sud a 70kmh.Potete anche non crederci, ma è così. E poi ci sono e foto a dimostrarlo!"
    ma il segnale vs. nord indica fine divieto 50km inizio 70km
    quello vs. sud indica fine divieto 70km inzio 50km
    mi sembra giusta come segnaletica

    Rapporto Franco Lunedì, 28 Settembre 2015 10:26 Link al commento
  • elcif

    i 1600 cittadini pro lungomare sono contrari al SINDACO, i voti degli "acquicellani" ovvero degli abitanti di contrada acquicella hanno contribuito ad eleggere il SINDACO chiedendo anche il limite di velocità in quel luogo.

    Rapporto elcif Domenica, 27 Settembre 2015 09:09 Link al commento
  • Adamo Ianni

    L'unica soluzione per Acquicella, e non solo, sono due rotonde, una a nord e una a sud.

    Rapporto Adamo Ianni Sabato, 26 Settembre 2015 15:22 Link al commento

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove è consentito

BANNER-ALTO2

Follow us on Facebook!

I Racconti

Meteo - Amantea

© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy