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Carissimi amici, ho letto e riletto con interesse l’articolo pubblicato su Tirreno News del 6 ultimo scorso: “Amantea, città dei burattini e delle marionette”.

Ma davvero la bella cittadina a noi tanto cara è popolata di marionette, burattini, mentitori, bugiardi, gatti e volpi, Mangiafuochi e chi ne ha più ne metta?

 

Stento a crederci

Eppure conosco tantissime persone buone, brave, intelligenti, impegnate in politica e nella società civile.

Quante persone non hanno il naso lungo, perché non dicono bugie.

Non hanno nulla di che vergognarsi perché non hanno commesso imbrogli, ladroniggi, spacciato droghe.

Se ne stanno da parte, non prendono parte ai pettegolezzi e non hanno nessun interesse ad entrare in qualche modo nella storia.

E sono la maggioranza dei cittadini della nobile città di Amantea.

Ci sono, come del resto ci sono in tutti i paesi di questo mondo, altre persone, purtroppo, che aspirano a posti di comando che con lusinghe e sotterfugi si fanno infinocchiare dai molti burattinai che sempre ci sono stati e che, ahimè! con loro dobbiamo convivere.

La favoletta di Collodi citata nell’articolo, molto ardito e divertente, ci fa capire che il burattino Pinocchio può ancora insegnare qualcosa, non solo ai piccini, ma anche e specialmente a noi adulti.

Pinocchio è un burattino vispo, allegro, vivace, imprevedibile come erano e come sono tutti i ragazzi del mondo nel loro comportarsi quotidiano e concreto.

Ieri come oggi i ragazzi ma anche gli adulti si ritengono capaci di agire da soli, di sapersi muovere con perizia e saper superare tutti gli ostacoli che si sovrappongono al loro cammino pieno di spine e di pericoli e di innumerevoli tentazioni del male.

 

Vogliono fare sempre da soli. E poi sbagliano, vengono imbrogliati, cadono nelle grinfie di imbonitori e come il povero Pinocchio vanno a finire in padella come i pesci, finiscono a fare il cane da guardia come Melampo, si fanno ingannare dalle astuzie del Gatto e della Volpe. Pinocchio, però, a differenza dei burattini Mantioti, senza guida e senza esperienza va in giro per il mondo.

Quelli che vivono in Amantea sono rimasti abbarbicati ai loro posti.

Pinocchio in fondo è buono ed è capace di riconoscere l’errore commesso.

I burattini di Amantea non vogliono riconoscere un bel niente, a quanto pare.

E Pinocchio, nel suo peregrinare, non commette mai lo stesso errore.

Gli amici di Amantea, invece, non hanno mai imparato la lezione

Alla fine si pente, dopo aver sperimentato sulla propria pelle tutte le lusinghe di questo mondo, le falsità della gente, le adulazioni, gli inganni, le promesse non mantenute.

Ha sbagliato tante volte, ma poi si è corretto.

E’ spesso caduto ma poi si è rialzato.

 

Voglio sperare che tutti i burattini evocati nell’articolo e che hanno sbagliato un giorno si possano pentire, si possano correggere, si possano rialzare.

Questi cambiamenti si verificheranno allorquando tutti noi diventeremo più buoni e sapremo riconoscere gli errori commessi.

Se qualcuno si sentirà offeso chiedo umilmente perdono.

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Francesco Gagliardi

“ Leggendo il Quotidiano del Sud di oggi venerdi' 29 settembre 2017 ho appreso che Padre Pio Marotti, parroco della parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di San Pietro in Amantea e' stato trasferito nella parrocchia di santa Maria La Pinta di Amantea.

Ribadisco che non e' una notizia di oggi.

E' una notizia vecchia di oltre 4 mesi orsono.

E poi il trasferimento non e' avvenuto su richiesta di diversi fedeli di S.Pietro in Amantea.

Questa e' una notizia falsa e merita di essere smentita.

E' un normale avvicendamento dei parroci della Diocesi di Cosenza-Bisignano voluto ardentemente dal nostro Arcivescovo Mons. Nole', il quale nel luglio scorso ha voluto ringraziare i sacerdoti e le comunita' parrocchiali per l'accoglienza degli avvicendamenti.

Nella lettera cosi' ha scritto l'Arcivescovo:- Il sacerdote non viene consacrato per una parrocchia o per un paese, ma per la chiesa, per la Diocesi ......e dopo aver trascorso tanto tempo in una parrocchia e' naturale, e' normale che ci affezioniamo alla nostra gente, ed e' normale che essi si affezionino a noi. Ma l'amore e il bene non si cancella anche se uno lascia un servizio, restano come pietre miliari nella storia personale di ciascuno che ci ha incontrati o che abbiamo incontrato-.

Quindi non e'assolutamente vero che Padre Pio sia stato allontanato da San Pietro in Amantea su richiesta di diversi fedeli.

A dire il vero alcuni sedicenti parrocchiani ci hanno provato per diversi anni.

Hanno sottoscritto una petizione inviandola alla Curia e al Santo Padre chiedendo il trasferimento del frate, perche' secondo loro "si preoccupava maggiormente di edificare cattedrali nel deserto piuttosto che rendersi conto che la sua chiesa si svuotava dei suoi fedeli; che amava poco il dialogo, l'umilta' e la trasparenza, mentre dava molta importanza al dio denaro".

Argomentazioni molto forti che non hanno sortito nessuno effetto.

Infatti il nostro Arcivescovo non ha mai preso in considerazione le assurde richieste e ha sempre rifiutato di ricevere in Curia i sedicenti parrocchiani.

I firmatari della petizione non erano la maggioranza dei cittadini sampietresi.

Circa 30 vivevano e lavoravano al Nord o all'estero.

Altri 20 erano persone sconosciute, mai viste in chiesa, neppure nelle feste comandate.

Allora perche' si erano intromesse negli affari interni della parrocchia?

Chi erano?

Cosa volevano ottenere?

Perché' chiedevano l'allontanamento del parroco?

Cosa aveva fatto di male?

Alcuni firmatari della petizione  e alcuni fedeli che oggi festeggiano il trasferimento del parroco sono gli stessi che con attacchi volgari, con insulti pesanti, con calunnie e insinuazioni, nella Sala Consiliare del Comune nel luglio 2013, si sono scagliati contro il Parroco Padre Pio, reo di aver fatto svolgere la festa della Madonna delle Grazie del 2 luglio al Consiglio Pastorale come il Vescovo aveva decretato e non ad un comitato festa gestito dai soliti spendaccioni delle offerte dei fedeli.

Sono gli stessi sedicenti fedeli che in occasione della festa di Sant’Elia nella omonima contrada il 23 e 24 luglio hanno affisso nella porta della chiesetta e nei pali della luce elettrica lettere anonime offensive.

Si accusava il parroco che con i soldi della festa pagava le parcelle dei suoi avvocati e i lauti pranzi con il resto della compagnia.

Sono gli stessi sedicenti parrocchiani che sono andati finanche a Roma in Vaticano per consegnare la petizione direttamente nelle mani di Papa Francesco.

Il viaggio del 21 ottobre 2015 potevano evitarlo.

Non ha sortito alcun effetto.

Si e' trasformato in una bella scampagnata a Roma e dintorni.

Ora pero' che Padre Pio non sara' piu' parroco della parrocchia di San Pietro in Amantea dal prossimo primo ottobre potranno festeggiare, sparare i fuochi d'artifizio e mangiare le torte alla mandorla e al cioccolato e i famosi cullurielli e le grispelle.

Attenti ai dolori di pancia e alle "cacarelle".

Ma loro ci sono abituati ormai.

Ma Padre Pio sara' sempre con noi e in mezzo a noi, perche' i frati francescani hanno realizzato nel Comune un Eremo e un museo della comunicazione.

Lo vedrete sempre, ogni giorno.

Francesco Gagliardi

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Riceviamo e comunichiamo la seguente nota:

“Anche gli intellettuali sono semplici tifosi! Gli italiani anche quando sono riconosciuti di appartenere al rango degli intellettuali non riescono a liberarsi di quella particolare e radicata caratteristica di italianità che è la tifoseria.

La tifoseria si sa non può seguire né la logica e né il buon senso. La squadra del cuore ha sempre ragione anche quando compra le partite e tira calci negli stinchi degli avversari.

Il 20 settembre nella trasmissione di Lylli Gruber, a otto e mezzo, sono ospiti Marco Travaglio(giornalista), Gianrico Carofiglio (intellettuale PD) e Lucio Caracciolo.

Lylli Gruber fa una domanda semplice all'intellettuale Carofiglio :perché il M5S è più popolare, e sopratutto tra i giovani, del PD?

Carofiglio, intellettuale (PD),ex magistrato e ora scrittore, mette in campo la risposta che riporto quasi integralmente: “ C'è una espressione che io amo molto e che funziona molto per definire il M5S.

Questa espressione è Agenzia del rancore.

Ci sono movimenti..la cui pratica politica non è tanto quella di proporre qualche cosa nella prospettiva della costruzione di un modello di società nuovo,..ma semplicemente di segnalare che qualcosa non va.

Ma invece di partire da questo per una prospettiva di costruzione di mondo alternativo, alimentano il rancore che in molti e nei giovani in particolare, in un'epoca come questa..delle tematiche che ai giovani piacciono.. anche per una ragione non bella da dire.. che è la semplificazione prodotta dalle agenzie del rancore come il M5S; è una cosa che piace a molti che non vogliono fare lo sforzo di esercitare i doveri di cittadini esercitando l'intelligenza critica imparando a distinguere tra una cosa e l'altra.

La banalizzazione che è tipica di taluni movimenti e partiti populisti a cominciare dal M5S e Lega, fa molta breccia presso chi per le ragioni più varie vuole sfuggire allo sforzo di esercitare l'intelligenza Critica".

Usando l'intelligenza critica del Carofiglio e semplificando, diciamo che l'intellettuale PD con un ragionamento un pò più articolato ha voluto dire che chi vota PD,FI,AP e qualche altro partito che a lui piace, esercita l'intelligenza critica, mentre chi vota M5S non vuole fare lo sforzo di esercitare i doveri di cittadino esercitando l'intelligenza critica e in più banalizza.

In parole ancora più povere chi vota M5S sono brubrù con l'anello al naso.

Io che sono un semplice intellettuale di provincia non oserei mai esprimere un disprezzo così arrogante nei confronti di qualsiasi cittadino che vota un qualsiasi partito o movimento, figuriamoci nei confronti di 8 e passa milioni di cittadini. Per rispetto delle persone in primis,ma anche per rispetto a me stesso.

All'intellettuale organico Carofiglio voglio dire tre o quattro cose:

   non c'era bisogno di usare la sua intelligenza critica per arrivare alla "banale" conclusione che 8 e passa milioni di italiani siano dei brubrù; basta andare in qualsiasi bar dello sport della penisola per ascoltare conclusioni analoghe.

   Evidentemente a chi esercita l'intelligenza critica del Carofiglio sfugge che proporre il reddito di cittadinanza è dare una risposta politica a un problema reale:la povertà. Che vuol dire proporre un modello di società alternativo a quello attuale, che vuol dire redistribuzione di ricchezza.

   proporre un modello di società alternativo a quello attuale è anche proporre l'eliminazione dei privilegi dei politici e i due mandati in quanto vuol dire due cose importanti: avvicinare i cittadini agli eletti e cercare un argine alla corruzione e alla clientela. Sfiducia nella politica,corruzione e clientela sono i cancri che avvelenano la società italiana e azzoppano la nostra economia.

   Anche difendere la Costituzione contro la riforma Renzi-Boschi-Verdini è un modo per proporre un modello di società alternativo a quello del PD et C.                                                          

Tutte queste proposte del M5S e tante altre che possono legittimamente piacere o non piacere non hanno niente a che fare con il rancore e la banalizzazione ma semplicemente prefigurano modelli alternativi di società.

Nella nostra epoca c'è chi vince ed è il capitale, c'è chi perde ed è il lavoro e perde sopratutto la generazione dai venti ai 40 anni.

Questo succede perché quella che doveva essere la sinistra (il PD di Carofiglio) che avrebbe dovuto avere il ruolo storico di difendere il lavoro non lo ha fatto ed ha messo in atto politiche di destra a difesa del capitale e delle banche.

E' semplicemente questo il motivo per il quale il M5S è più popolare del PD tra i giovani. Non centra niente né il rancore, ne la banalizzazione, nè il non voler usare l'intelligenza critica.

Rancore, banalizzazione e non uso dell'intelligenza critica sono riscontrabili proprio in discorsi come quello articolato dall'intellettuale Carofiglio.

In un paese di tifosi almeno gli intellettuali dovrebbero dare esempio di rispetto per gli avversari e con rispetto confrontarsi su Costituzione, democrazia, lavoro, banche, scuola, sanità, previdenza, assistenza ecc. senza mai presentare se stessi come quelli dotati di intelligenza critica a prescindere e gli altri come brubrù a prescindere.

Giuseppe Furano

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