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Una rocambolesca rapina. Finita male nel giro di 48 ore per i presunti autori, due giovani di nazionalità rumena ed un rossanese.

Teatro del fatto un’abitazione dello Scalo coriglianese di Corigliano Rossano.

 

 

 

 

È accaduto nella serata di mercoledì scorso, ma la notizia è trapelata soltanto nelle ultime ore. Quando il terzetto sarebbe piombato all’interno dell’abitazione minacciando con una pistola le due persone che vi risiedono, fratello e sorella, quest’ultima dedita all’attività di prostituzione, costringendoli a racimolare tutto il denaro contante che avevano in casa per consegnarglielo.

Minuti di panico quelli vissuti dalle vittime, che riuscivano a raccogliere circa 800 euro.

Quindi la fuga dei tre uomini a bordo d’una Ford Focus station wagon con targa straniera.

La prontezza d’una delle vittime le permetteva di fotografare diverse volte i rapinatori durante la fuga e a riprendere pure l’autovettura.

Allertati i carabinieri, è stato immediato l’intervento e le indagini dei militari della locale Stazione e della Sezione radiomobile della Compagnia coriglianese diretti dagli esperti marescialli Renato Perna e Serafino Madeo.

Cominciava così la minuziosa attività investigativa per ricostruire l’accaduto e risalire ai responsabili. Grazie a diverse immagini acquisite si riusciva ad individuare i volti dei responsabili, e ricorrendo alle banche dati in uso alle forze di polizia s’ottenevano anche le generalità dei rapinatori. S’accertava che due dei presunti responsabili erano rumeni domiciliati presso la marina di Schiavonea di Corigliano Rossano, mentre il terzo uomo era un 42enne rossanese, Antonio Sapia, residente presso le case popolari di Via Gran Sasso allo Scalo.

I “segugi” dell’Arma risalivano pure ai telefoni cellulari dei rapinatori, il cui tracciamento, richiesto d’urgenza alla Procura di Castrovillari, permetteva d’appurare, in poco tempo, come i due rumeni della banda stessero fuggendo verso Reggio Calabria. Uno dei due per lungo tempo aveva abitato in provincia d’Agrigento: per questo motivo i carabinieri ritenevano che i due fuggitivi stessero per raggiungere la Sicilia. Si cercava così d’anticiparne le mosse ed avvisati i carabinieri di Villa San Giovanni, dopo averli costantemente informati sugli spostamenti dei fuggitivi, venivano approntati appositi posti di blocco all’imbarco dei traghetti per la Sicilia al fine di fermarli. Ma questi arrivati davanti al dispositivo messo in campo tentavano un’ultima disperata fuga, dapprima cercando di speronare i carabinieri, quindi scappando a piedi per le strade limitrofe. Alla fine si sono dovuti arrendere: si tratta d’un 27enne con diversi precedenti penali e d’un 22enne. Entrambi arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, oltre al fatto che nei confronti del 27enne pendeva pure un ordine di cattura da parte della Procura d’Agrigento. Sulla scorta dei gravi indizi di colpevolezza raccolti e dell’evidente pericolo di fuga, i carabinieri procedevano a notificare ai due, già ristretti in carcere a Reggio Calabria per gli altri reati, i provvedimenti di fermo d’indiziato per concorso in rapina a mano armata.

E per chiudere il cerchio i militi della Benemerita coriglianese guidata dal capitano Cesare Calascibetta rintracciavano il 42enne rossanese Antonio Sapia - diversi precedenti penali pure lui - il quale s’era barricato in casa presso le palazzine popolari ove risiede. Pure nei suoi confronti scattava l’esecuzione del fermo d’indiziato di delitto: ora è in carcere a Castrovillari

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Sentenza in abbreviato del gup di Caltanissetta che ha inflitto 14 anni per corruzione all’ex presidente di Confindustria Sicilia e condannato altri imputati

Il gup del Tribunale di Caltanissetta, Graziella Luparello, ha condannato in abbreviato Antonello Montante a 14 anni di reclusione.

L’ex presidente di Confindustria Sicilia, considerato per un decennio un paladino dell’Antimafia, era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Sarebbe stato al centro del cosiddetto "Sistema Montante", una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari dandogli la possibilità di essere la testa di un "governo parallelo" in Sicilia. Il pm aveva chiesto 10 anni e 6 mesi. Gli altri imputati – accusati vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio, al favoreggiamento – sono stati condannati quasi tutti: il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta a 3 anni (la richiesta era di 4 anni e 6 mesi), il sostituto commissario Marco De Angelis a 4 anni (chiesti 6 anni e 11 mesi), il capo della security di Confindustria Diego Di Simone a 6 anni (chiesti 7 anni, 1 mese e 10 giorni). L’attuale questore di Vibo Valentia, Andrea Grassi, è stato invece assolto da due capi d’imputazione ma condannato a un anno e 4 mesi per un altro (per lui erano stati chiesti 2 anni e 8 mesi). All'epoca dell'inchiesta, Grassi era funzionario del Servizio centrale operativo della polizia di Stato ed in tale veste era accusato di aver fatto filtrare la notizia dell'indagine condotta dalla Squadra mobile nissena su Montante. Assolto – come avevano chiesto i pm – il dirigente regionale Alessandro Ferrara (chiesta l’assoluzione).

Lo scenario aperto dal lavoro dei pm della Procura di Caltanissetta ha fatto emergere connivenze istituzionali e politiche. Oltre a quello di Montante sono venuti fuori i nomi di ufficiali delle forze dell’ordine e di politici come l’ex presidente del Senato Renato Schifani. Dopo la conclusione dell’inchiesta, l’industriale ha scelto il processo in abbreviato. Gli altri indagati sono sotto processo davanti al Tribunale: tra loro anche il leader siciliano di Forza Italia Schifani. Alla corte di Montante, ora ai domiciliari per motivi di salute, secondo i pm erano in tanti: vertici delle forze di polizia e dei Servizi, prefetti, imprenditori, giornalisti, magistrati che a lui si sarebbero rivolti per avanzamenti di carriera. Ognuno avrebbe avuto una richiesta per un familiare, un amico o per se stesso. Un' ascesa veloce quella dell'imprenditore, passato dalla realizzazione di ammortizzatori e pezzi meccanici alla fabbricazione di bici di lusso, e diventato icona dell'imprenditoria. L'inchiesta ha raccontato come l'imprenditore di Serradifalco fosse il destinatario di decine di richieste di raccomandazione: gli investigatori ne hanno trovate almeno una novantina, arrivate tra il 2007 e il 2015, e altre 40 di soggetti che erano stati «certamente» segnalati. L'elenco con nomi e cognomi venne recuperato nel corso delle indagini: un file excel all'interno delle cartelle 'curric per sen' e 'tuttì; un altro file denominato 'curriculum vitae 11.06.12' trovato nel server ormai dismesso della società 'M.s.à. Poi le carte sequestrate sia nell'abitazione di Montante sia negli uffici di Confindustria Sicilia a Palermo. Presente alla lettura della sentenza il procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone, l'aggiunto Gabriele Paci e i pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso. Montante non era presente.

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ideeNon solo eventi, la Rete turistica propone un piano di rigenerazione della Città antica

CORIGLIANO-ROSSANO – Sabato11Maggio 2019 – In prossimità della stagione estiva 2019, la Rete Turistica Corigliano-Rossano, annuncia il suo calendario degli eventi. Quest’anno ad aprire il cartellone sarà un video spot che sarà lanciato in concomitanza con la conferenza stampa di presentazione del cartellone artistico. Un pacchetto di iniziative che non si limiteràalle sole manifestazioni che si svolgeranno nella nostra città ma le stesse saranno volte a dare valore ad un processo di promozioneintegrale del territorio. È quanto fa sapere Francesco Marino Scarcella, presidente della Rete turistica Corigliano-Rossano.

«Lavoriamo costantemente – dice Scarcella - tra mille difficoltà burocratiche, affinché si possa garantire ai cittadini, ma anche e soprattutto alle tante famiglie che ogni anno vengono a visitare il nostro magnifico territorio, momenti di puro divertimento e spensieratezza, con la consapevolezza di voler realizzare un brand di notevole caratura turistica. Ci sono tutte le condizioni ed i presupposti per poter raggiungere i nostri obiettivi e siamo certi che, sulla strada dell’unione, ci siano tutti gli ingredienti per un’offerta turistica degna di questo nome. Questa, tra l’altro, è l’unica via da poter perseguire, tenendo in considerazione che deve necessariamente esserci un forte anello di congiunzione tra noi e la futura amministrazione comunale».

«Un viaggio artistico-culturale – aggiunge - che si ramifica tra la storia, la cultura e le tradizioni. Dalla montagna, al mare, alla pianura, senza escludere le contrade. Ma in tutto questo percorso ci sarà certamente un occhio di riguardo verso i centri storici della nostra città. In particolare quello di Corigliano – precisa con n certo ottimismo il presidente della Rete turistica – che potrà essere interessato da una concreta ripresa. È molto più semplice di quanto si possa credere. Con alcune delle nostre associazioni aderenti alla rete, ci si potrà rapportare per far sì che riaprano, lungo tutto il corso di via Roma, tanti locali storici. Quella via che era il centro commerciale quasi all’aperto, il cuore pulsante dell’economia del centro antico, potrebbe ritornare a vivere. Tante piccole attività di souvenir e questo solo per il primo anno. In futuro l’idea è quella di sottoscrivere un protocollo d’intesa con importanti attività commerciali, chiedendo loro la disponibilità ad aprire proprio lungo Via Roma ed incentivandoli attraverso una detassazione dei tributi comunali».

«La rete turistica, inoltre, - precisa Scarcella - durante alcuni incontri ha sollecitato i candidati a sindaco, proponendogli alcune opere che potrebbero stravolgere in meglio la vita del Centro antico. Tutti quegli edifici di proprietà comunale e quelle strutture non utilizzate appieno, non possono essere lasciate nell’incuria, rischiando l’abbandono totale. Da qui l’idea di allocare dei poli distaccati di facoltà universitarie o della formazione, centri culturali e di servizi. Non è un’utopia, tutto questo potrebbe diventare realtà. Immaginate il Castello Ducale o palazzo Bianchi oppure i palazzi della zona del Pendino e tutto il cuore del centro storico funzionante con uffici e servizi. Immaginate turisti, studiosi e semplici visitatori, provenienti da ogni angolo d’Italia, girare per le vie del nostro centro. Il borgo antico nuovamente abitato e pieno di attività. Basta agire e far sì che questa si trasformi veramente nella terza città più grande della Calabria. Tanti sono i progetti in cantiere – conclude - , idee lungimiranti e proposte atte a tutelare il paesaggio, a valorizzare i rapporti umani, a custodire le tradizioni della nuova città di Corigliano-Rossano, ricca di centri storici che hanno risorse preziose da promuovere e far rivivere». ©CMPAGENCY

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