
Un animatore turistico, in servizio in un villaggio della costa ionica Catanzarese, è stato denunciato a piede libero con l'accusa di violenza sessuale.
A fare scattare la denuncia è stata una turista di 29 anni, residente in Calabria.
Secondo le indagini dei carabinieri della Stazione di Botricello, partite dopo il racconto della ragazza, l'animatore avrebbe rivolto più volte attenzioni nei confronti della giovane.
Un atteggiamento che non avrebbe destato sospetto, dal momento che l'animatore svolgeva comunque il suo lavoro con gli ospiti del villaggio.
Qualche sera fa, lo stesso animatore, un ragazzo di colore residente nel Nord Italia, avrebbe chiesto alla ragazza di fare una passeggiata.
Una volta raggiunta la spiaggia, il giovane trentenne avrebbe baciato la ragazza, quindi l'avrebbe violentata.
La violenza sarebbe stata anche certificata dalla visita medica.
Il dramma sarebbe stato ancora più grave per il fatto che la donna, secondo quanto ricostruito, aveva fatto voto di castità.
La ragazza, in evidente stato di shock, ha confessato tutto ad alcune amiche, quindi ha presentato denuncia alla locale Stazione dei carabinieri.
L'animatore è stato allontanato dal villaggio della costa ionica ed è stato trasferito in un'altra struttura calabrese.
Non si e' fermato un giorno.Ne sono testimone, il mio caro concittadino che da quando e' tornato in terra natia, il primo pensiero che gli occupava la mente era quello di fare un qualcosa di diverso, qualcosa che lo gratificasse.Vi parlo dell' Attore Calabrese_Walter Cordopatri diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia Romano dove uno dei suoi insegnanti,mostro sacro del cinema italiano, il celebre Giancarlo Giannini lo vide subito caparbio nell' ottenere un risultato che con il tempo gli avrebbe fatto acquisire quel carisma che a oggi lo rende protagonista. Inizio’ con un cortometraggio girato nel proprio paese dove vive tutt'ora Rizziconi e da li c’ e' stata tutta una serie di eventi partecipando a diverse pellicole una delle quali lo porto' in Emilia, quest' ultima forte da tema toccante “La notte non fa più’ paura” che ricorda il terremoto in Emilia del 2012. Nel mentre si completavano le riprese di questo film, la voglia di intraprendere un nuovo cammino professionale lo accompagnava quotidianamente, con la fermezza e la determinazione di farlo nella propria terra d'origine. Ecco che finalmente dopo i vari aspetti burocratici riesce a fondare la S.R.C -Scuola di Recitazione Calabrese, della quale e’ direttore artistico, grato della riuscita ha sempre ringraziato tutti per il lavoro svolto.Tante persone lo hanno sostenuto con la fiducia del primo cittadino Cosentino che ha visto una vera svolta, un' idea culturale innovativa al progetto, mettendo a disposizione i locali del “Il Polo Solidale della Legalita' di Cittanova, bensì il 22 Gennaio 2017 c' e' stata l' inaugurazione e subito dopo a febbraio l' inizio delle attività.Come già’ anticipato l' Attore Cordopatri da indole teatrale indiscussa, tra un viaggio capitolino e l’altro mantiene un rapporto costante con i suoi colleghi; successivamente nell' estate 2017 riesce ad entrare nel cast di “Solo 2” prodotto dalla Taodue a fianco il nostro conterraneo Peppino Mazzotta e il celebre Marco Bocci, che si era riproposto nel 2016 con la prima serie di “Solo”. Walter interpreta nel film il ruolo del Santista “Picciotto” del clan della famiglia Corona nonché autista della stessa. Ecco che gli sforzi assunti in questi ultimi anni hanno ripagato l'entusiasmo, l' impegno, in primis di una persona stupenda, disponibile e cordiale e da buon calabrese anche testardo, virtu' con le quali e' riuscito a sbarcare sul grande schermo. A settembre sara' in onda la fiction su Canale 5. Ma le sorprese non mancano ad arrivare, proprio in questo frangente estivo sempre lui e' impegnato in un' altra pellicola girata in Calabria con le riprese di“Zero Zero Zero “ regia di Stefano Sollima tratto dal romanzo di Roberto Saviano. Stavolta a fare da traino e' stata la professionalita’ e i grandi sacrifici che lo hanno reso protagonista di se stesso, facendo suscitare un grande interesse a gli occhi dei registi. Che dire a riscuotere successo ci sta riuscendo alla grande. Forza e Onore “Giuseppe Ierace”
Carissimi amici di Tirreno News. La tragedia del Raganello che ha colpito un piccolo paese arberesh della nostra provincia di Cosenza per quattro giorni ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. Tutti gli inviati speciali delle maggiori testate televisive e dei giornali nazionali sono piombati come falchi a Civita, in questo borgo antichissimo, uno dei borghi più belli d’Italia, e hanno contribuito raccontando, a volte distorcendola, la verità della tragedia.
Ho seguito con la massima attenzione il triste evento e anche io, come del resto tutti gli italiani, sono rimasto attonito e malissimo nell’apprendere che 10 persone che con spensieratezza in un assolato giorno di agosto volevano trascorrere un giorno di vacanza in una località bellissima, affascinante, meravigliosa, hanno trovato la morte.
La maggior parte di loro erano turisti e villeggianti provenienti da altre regioni italiane che soggiornavano in luoghi di villeggiatura lungo le coste del mare Tirreno della Provincia di Cosenza. Avevano lasciato le spiagge assolate del nostro mare, avevano lasciato la combustione del traffico delle nostre strade e si erano recati a Civita, che fa parte del Parco Nazionale del Pollino, nelle Gole del Raganello, e con bambini al seguito, prendevano il sole e camminavano tranquilli nel greto del piccolo fiume dove l’acqua è bassissima e accarezza dolcemente le gambe.
Ma per una tragica fatalità del destino crudele una cascata di acqua anomala li ha travolti e 10 di loro sono morti annegati e sbattuti violentemente contro i massi del fiume.
Addirittura alcuni di loro sono stati trovati e recuperati ad oltre tre chilometri di distanza dal luogo della tragedia avvenuta a monte del Ponte del Diavolo, ora reso tristemente famoso.
Fino all’altro ieri, tanti, molti italiani ignoravano il Ponte e le Gole del Raganello.
Ignoravano le bellezze dei nostri piccoli paesi bagnati dal Mare Tirreno e dal Mare Jonio, le nostre terre ricche di foreste e di montagne, profumate dai fiori di arancio, gelsomino, ginestra e mirtillo, con chiese e castelli ricchi di storie e di leggende.
Ora tutti parlano della tragedia di Civita e fanno benissimo.
Ma io voglio ricordare Civita che ebbi il piacere di visitarla alcuni anni fa con gli amici della Provincia Cosenza non per la triste vicenda che l’ha colpita, ma per le sue bellezze naturali, per il suo paesaggio meraviglioso, per le sue casette caratteristiche, le case di Kodra, dalla curiosa forma umana; per i suoi vicoletti incantati; per i caratteristici comignoli,veri e propri capolavori artistici. Ogni casa ne esibisce uno diverso dalla forma capricciosa.
Hanno la funzione non solo di aspirare il fumo dai camini, ma anche di tenere lontano gli spiriti maligni; per la roccia maestosa ed imponente “La Timpa del Demanio” alta più di 800 metri che mi ha colpito appena entrato nel borgo; per le Gole famosissime e frequentatissime da chi vuole fare sport estremo e perché no, anche per l’antico e caratteristico ponte medievale in pietra soprannominato Ponte del Diavolo.
E poi per gli abitanti del luogo molto cordiali ed accoglienti; per i costumi che indossano; per la lingua dei loro padri che ancora parlano; per i balli e i canti caratteristici che ebbi modo di apprezzare ultimamente a Cosenza in Piazza Fera in occasione di una festa annuale dove si erano riuniti per l’occasione tutti i Comuni calabresi di lingua arberesh.
Ora la Magistratura indaga, ma cosa vuole indagare.
A chi vorrà attribuire la morte dei 10 villeggianti e amanti della natura che in un giorno di agosto hanno trovato la morte nelle Gole del Raganello?
Alle Gole del Raganello, all’acqua che si è ingrossata, alla pioggia dei giorni scorsi, all’imprudenza dei villeggianti?
O forse al Sindaco della cittadina che non ha fatto sapere il comunicato emesso dalla Protezione Civile?
La tragedia si poteva evitare si sono domandati in molti.
E’ stata una fatalità,una triste fatalità.
Contro la natura che quel giorno assolato di agosto si è manifestata con la sua forza dirompente non si poteva fare nulla. Sono stati davvero sfortunati quelli che hanno perso la vita.