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I “Democratici per Amantea” esprimono una posizione fortemente contraria alla realizzazione della discarica di “Cozzo Giani” nel vicino comune di Lago. L’area in cui dovrebbe sorgere si affaccia sulla Valle dell’Oliva, già compromessa a causa dell’illecito smaltimento di circa 140 mila metri cubi di materiali tossici e nocivi - come denunciato dalla relazione tecnico scientifica dell’Ispra e dalle indagini condotte dalla Procura di Paola - i cui effetti sulla salute dei cittadini e sull’ambiente continuano ad essere colpevolmente sottovalutati. Realizzare questa discarica è una scelta assolutamente sbagliata, di evidente e inconfutabile impatto ambientale negativo, che non risolve affatto le criticità (servirebbe difatti solo pochi anni, senza riuscire ad aggredire il problema dei rifiuti in modo strutturale) e rappresenta la sconfitta plateale del tanto decantato programma di riconversione verso la differenziata e la riutilizzazione del rifiuto come risorsa.

Per tali ragioni, dando seguito alle preoccupazioni evidenziate in aula lo scorso 27 dicembre l’esponente dei “Democratici per Amantea” Vincenzo Pugliano ha depositato in data odierna una Proposta di Deliberazione di Consiglio comunale.

Nel documento si chiede alle autorità competenti di “non sperperare risorse pubbliche in opere che potrebbero ulteriormente danneggiare una vasta area, che necessita invece di essere bonificata, e di investire in politiche volte a creare virtuosi percorsi di smaltimento dei rifiuti compatibili con il rispetto dell’ambiente; di conoscere lo stato di attuazione del Registro Tumori da parte dell’ASP di Cosenza ed i dati statistici dell’incidenza tumorale nel Comune di Amantea, con annesso studio epidemiologico, con particolare riguardo alle aree limitrofe del bacino idrografico del Fiume Oliva; di procedere con urgenza all’inserimento della Valle dell’Oliva tra le aree che necessitano di risanamento, con contestuale stanziamento dei fondi necessari all’ormai improcrastinabile bonifica”.

I “Democratici per Amantea” saranno al fianco dei comitati civici, del sindacato, delle associazioni ambientaliste e soprattutto delle popolazioni locali per avviare una grande mobilitazione contro la realizzazione della discarica di “Cozzo Giani” e per la bonifica della Valle del Fiume Oliva, e si attiveranno per la raccolta differenziata spinta e sull’incentivazione di iniziative volte al trattamento dei rifiuti differenziati in loco ed alla loro riutilizzazione, guardando con positività alla proposta “rifiuti zero”.

Venerdì 17 Gennaio 2014

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Sfatiamo le “credenze” alle quali ci hanno abituato e cominciamo a dircela, finalmente, questa verità!

Il nostro mare è sporco, sporco, sporco.

Lo si vede dalla schiuma che è presente vicino a riva, ed in particolare vicino agli scogli ed alle barriere a terra, quando il mare è lievemente mosso.

Una schiuma che si presenta in tutta la sua cruda drammaticità

La differenza è che, non essendo estate, oggi, coloro che sembrano essere pagati per addormentare il popolo, non vengono emessi i soliti comunicati o note rassicuranti, che spiegano che la schiuma non è pericolosa, che non è indice di inquinamento perché i parametri di colibatteri rientrano nella norma.

Una vera e propria presa per i fondelli: classica della nostra legislazione e di quella europea

La legge non fa cercare i veri inquinanti ma semplicemente i batteri.

Ancora oggi la legge è orientata dalla famosa legge sul colera di Napoli e cerca i colibatteri, i colifecali, cioè il vero e proprio scarico della fognatura urbana

Nessuno che verifica la presenza dei nitrati, dei nitriti, dell’ossigeno disciolto. Nessuno che spieghi come e perché nasce questa schiuma. O perchè non nasce .

Nessuno che ci dica quale è l’indice di stato trofico TRIX, cioè quell’indice individuato dal D.Lgs. 152/99 e successivamente modificato dal D.Lgs. 258/00 (Allegato 1, par. 3.4.3) per conoscere lo stato di qualità delle acque marino costiere, cioè, ancora, quell’indice che considera le principali componenti degli ecosistemi marini che caratterizzano la produzione primaria: nutrienti e biomassa fitoplanctonica e riassume in un valore numerico una combinazione di 4 variabili ,Ossigeno disciolto, Clorofilla “a”, Fosforo totale e Azoto inorganico disciolto.

Possiamo dare atto che no si tratta di una situazione gravissima come quella che si vede molto spesso in tante spiagge europee e del mondo dove la schiuma arriva ad altezze incredibili!

Ma la Calabria ha solo il mare e dobbiamo difenderlo. Amantea pure!

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Il 9 gennaio i deputati del M5S Paolo Parentela( primo firmatario) e Dalila Nesci hanno presentato al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a quello della salute ed a quello dell’Interno l’interrogazione a risposta scritta n 4-03105, avente il seguente testo:(

“Per sapere – premesso che:

in un tratto dell'alveo del fiume Oliva, nel tratto che attraversa i comuni di Aiello Calabro, Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d'Aiello, è stato portato alla luce un illecito interramento di rifiuti;
la procura della Repubblica di Paola, durante le diverse attività di indagine, ha disposto accertamenti tecnici di svariata natura (analisi chimico-fisiche nelle diverse matrici ambientali, prospezioni geologiche, determinazioni radiometriche, valutazioni di riskassessment, ecc.) rivolgendosi sia agli organismi tecnici territorialmente competenti, che ad enti o professionisti presenti e operanti nel territorio calabrese e in altre parti della nazione (Arpacal – Agenzia di protezione ambientale della Regione Calabria, Consiglio nazionale delle ricerche, università di Cosenza regione Calabria, Arpa Emilia Romagna, vigili del fuoco, e altri). Molte delle determinazioni chimico-analitiche sono state ripetute e confrontate dallo stesso soggetto e da soggetti diversi e nel corso degli anni in cui si è svolta questa tenace attività di indagine, fornendo alla fine un insieme di informazioni ed un quadro di presenza di elementi inquinanti univoco che, allo stato delle conoscenze sull'area dell'Oliva, non può essere contraddetto e sottaciuto da alcuno. In ultimo sono state compiuti dall'ISPRA accertamenti sistematici tesi a meglio precisare il quadro già delineato dalle indagini della Procura, anche ai fini della caratterizzazione e che hanno dato sostanziale conferma delle sostanze presenti;

analisi chimiche svolte in zona hanno messo in evidenza disparate sostanze, sia di natura organica che inorganica, alcune non presenti abitualmente in natura, ovvero non abitualmente presenti in natura alle concentrazioni riscontrate;

in una relazione dell'ISPRA, viene riportato che in tale zona è avvenuto smaltimento illecito mediante interramento previo asporto del terreno originario nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno venti anni addietro. I rifiuti rinvenuti sono costituiti, in massima parte, da materiali dalla lavorazione della pietra (fanghi, inerti, e altro) e da materiali derivanti dall'attività edile (tra cui tondini di ferro, cavi elettrici, e altro);

a tale attività di illecito smaltimento hanno concorso, in qualità di promotore e di organizzazione dei trasporti e degli interramenti, il gestore di un'impresa dedita alle attività estrattive ed in qualità di titolari consenzienti delle aree di interramento, alcuni privati della zona;

per tali fatti sono stati contestati i reati di disastro (articolo 434 codice penale) e di avvelenamento di acque destinate al consumo (articolo 439 codice penale), nonché i reati di gestione di rifiuti senza autorizzazione e di discarica abusiva (articolo 256, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 152/2006);
in generale, il territorio in questione si presenta come un'area a destinazione naturale ed agricola, ricca di vegetazione. Nelle vicinanze sono presenti, anche terreni destinati a coltivazioni di pregio. Il territorio che include le spiagge prossime alla foce del fiume, ha anche un particolare valore turistico. I siti di smaltimento ricadono inoltre in aree soggette al vincolo paesaggistico, idrogeologico e sismico;

i rifiuti sono stati rinvenuti in otto aree per un totale massimo stimabile di circa 140.000 metri cubi e per quanto riguarda la contaminazione dei suoli è stato accertato nella relazione dell'ISPRA che vi è una presenza di elevate concentrazioni di idrocarburi pesanti e di metalli pesanti nell'area Carbonara, in un'area prossima e nell'area Foresta. La contaminazione si è estesa alla falda della zona tale da escludere la possibilità di utilizzare l'acqua per il consumo umano, fini irrigui e zootecnici;
attualmente, citando solamente i dati sicuramente anomali secondo le normative italiane ed europee vigenti, in località Foresta (nei sedimenti fluviali e nelle acque superficiali del fiume Oliva, nel terreno e nei piezometri), le determinazioni tecniche effettuate hanno dimostrato la presenza di concentrazioni di cadmio, mercurio, tallio e manganese al di sopra dei limiti previsti per i siti d'uso pubblico e privato;

in svariati campioni, sono stati misurati valori anomali di alcuni composti alifatici clorurati quali clorometano, diclorometano, triclorometano (cloroformio) e tetracloruro di carbonio nonché composti aromatici quali il toluene;

l'ARPACAL nella propria attività analitica ha verificato in svariati campioni prelevati in profondità nel corso del 2010 concentrazioni al di sopra dei limiti di riferimento di antimonio, arsenico, cadmio, cobalto, cromo totale, rame, stagno, zinco e idrocarburi totali;

un altro rilievo importante è quello relativo alla presenza di radionuclidi artificiali con elevata radio-tossicità e cioè l'antimonio 124 (124Sb) il cadmio 109 (109Cd) ed il cesio 137 (137Cs); (nella foto Fukushima) tutte le sostanze appena riportate hanno effetti biologici importanti tra i quali spicca, per la maggior parte di esse, la capacità di indurre patologie tumorali;

l'entità del danno ambientale è consistente sia in ragione della tipologia delle sostanze presenti che in rapporto al luogo in cui sono dismesse (con un rapporto stretto con il letto del fiume Oliva);
è stata rilevata la presenza di radionuclidi artificiali ed in particolare dell'isotopo del cesio 137 (137Cs), la cui presenza e diffusione impone azioni tese ad una caratterizzazione ulteriore e rende la fattispecie del danno ambientale assai più grave;

nei territori più prossimi ai siti di contaminazione è stata rilevata la successiva evidenza di un eccesso di tumori maligni della tiroide che, ancorché al di sotto del limite di significatività statistica concorda con la presenza anomala di 137Cs;

i fatti sopra citati rafforzano la sensazione che siano effettivamente presenti una quantità e tipologia di inquinanti ambientali nel suolo e nelle acque e in atmosfera in ambito del bacino fluviale del fiume Oliva tali da potere condizionare un danno per la salute dei residenti oltre che per l'ambiente circostante –:

se, alla luce della gravissima situazione igienico-sanitaria e ambientale riscontrata nella valle del fiume Oliva, confermata dal consulente tecnico d'ufficio della procura della Repubblica di Paola, dalle risultanze delle indagini condotte dalla magistratura e dalla relazione dell'ISPRA, i Ministri interrogati non ritengano opportuno, nell'ambito delle rispettive competenze, intervenire con urgenza per garantire la sicurezza igienico-sanitaria e ambientale dell'area e promuovere la bonifica della Valle dell'Oliva;

se il commissario per il rientro dal debito sanitario non ritenga opportuna la predisposizione del registro tumori della Calabria, unitamente a un registro epidemiologico e a tutte le misure necessarie affinché sia tutelata la salute dei cittadini.

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