Un vecchio adagio napoletano dice che Mentre il medico studia, il malato muore.
Se volete in napoletano “Mentre ‘o miedeco sturéa, ‘o malato se ne more”, ma è ancora più intenso in calabrese “nzinu ca u miedicu studie, u malato sinn’i more”.
Il proverbio riassume efficacemente quello che sta vivendo la nostra spiaggia.
Ed in particolare quella di Catocastro che per secoli è stata amplissima ed ora è letteralmente scomparsa.
Il mare ha “rubato” 4 metri in altezza di sabbia.
In una delle foto il gancio dove si legavano le barche oggi è a 4 metri sul livello del mare.
E’ quindi scomparso un volume di circa 40 mila mc di sabbia, cioè 4 m x 30 m x 300 m.
La spiaggia, anzi le spiagge, sono state per secoli in equilibrio.
Il mare portava via, o meglio trasportava verso sud la sabbia, ma i fiumi le rimpolpavano con materiale nuovo.
Oggi il Catocastro non addiziona materiale litoide alla “sua” spiaggia.
La colpa è delle abnormi asportazioni di materiale, del mare, prima, e del fiume, dopo, servito per il rilevato ferroviario a fine 800 , servito per il raddoppio del rilevato stesso negli anni sessanta, del rilevato della SS18 sempre negli anni sessanta, e servito per la costruzione della parte bassa della città nei decenni successivi.
E quando per colpa di queste abnormi asportazioni sono caduti i muri laterali del fiume la soluzione trovata è stato il peggior rimedio possibile.
Invece di lasciare fare alla natura garantendo comunque il trasporto del materiale fino alla spiaggia, sono state realizzate le briglie trasversali che insieme con il ponte della provinciale per Lago hanno fermato ogni trasporto e possibile ricarica delle spiagge.
Anche nel recente convegno sulla erosione costiera organizzato da Rotary Club non abbiamo fatto mancare le nostre osservazioni chiedendo di abbassare le briglie per permettere il trasporto a mare del materiale litoide.
Vox clamantis in deserto!.
Nessuno ha ascolta e fatta propria la nostra proposta, nessuno si è preoccupato di valutare questo suggerimento.
Tantomeno il comune.
Catocastro, poi, ormai non ha quasi più abitanti e tantomeno turisti e pur essendo la unica spiaggia libera di Amantea nessuno tenta di garantirne la esistenza.
E’ una ennesima indicibile vergogna di questo paese e delle amministrazioni di questa città.
Giuseppe Marchese
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