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foto 2vvNel corso della mattinata odierna, la Capitaneria di porto di Vibo Valentia insieme alla Polizia Locale di Vibo Valentia, ha posto sotto sequestro attrezzature balneari di vario genere (ombrelloni, lettini, sdraio) rinvenute lungo tutto il tratto di costa che va dalla località Pennello fino a Bivona. Nello specifico sono stati sequestrati oltre 255 ombrelloni e 130 sdraio, nonché un gazebo in legno posizionato sulla spiaggia,in violazione delle norme che disciplinano l’uso del pubblico demanio marittimo. Queste attrezzature balneari erano di fatto usate come dei segnaposto,usatiarbitrariamente per appropiarsi di parti di spiaggia libera, impedendo di fatto la libera fruizione dell’arenile ai numerosi avventori.

L’attività operativa posta in essere della Guardia Costiera e dalla Polizia Locale, preventiva e repressiva, sarà costante, e proseguirà per tutta la durata della stagione balneare.

Si coglie l’occasione per rammentare, altresì, l’importanza del rispetto delle regole generali previste dalla vigente ordinanza balneare e di generale prudenza,al fine di prevenire eventuali emergenze ed assicurarela libera fruizione del mare e del litorale da parte di bagnanti e diportisti.

La Sala Operativa della Capitaneria di porto, in caso di necessità, è sempre contattabile al numero blu 1530.

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fulmineUna lunga notte di lampi e tuoni reali. Un uomo, con gli occhi velati dai sogni, stava in punta di piedi per guardare da una vecchia finestra il grigio di un cielo d'altri tempi, sopraffatto da un vago "qualcosa" che è sempre presente per un'anima abbastanza sensibile da notarlo.

La grande forza delle emozioni e dei sentimenti aveva restituito un uomo a questa terra come l'unico scopo e mezzo di rivelazione. Una voce gli sussurrò all'orecchio: "Chi sogna durante il giorno è consapevole di molte cose che sfuggono a chi sogna solo durante la notte". L’uomo si schiantò sopra questo mio terrazzo che si affaccia sul Mare di Ulisse. L’impatto fu molto violento, causando non pochi dolori fisici. L’uomo aveva un corpo armonioso come un tanghero argentino. Qualcosa di molto viscido lo teneva bloccato a terra.

Così decise di distrarsi pensando a problematiche più “universali” che lo avrebbero portato lontano da quei suoi pensieri così fastidiosamente intimi e fuori luogo. La sua mente lo portò indietro nel tempo, a quando le classi privilegiate erano confortevolmente sdraiate e serene nei loro credi, a quando la loro coscienza era limpida, anche grazie alla Chiesa che rendeva questa classe dominante un ruolo da protettore con gli oppressi, che non sapevano di esserlo, debitamente convinti di essere creature inferiori, orgogliosi della loro condizione servile. Gli intellettuali, usignoli dei padroni, si sentivano a loro agio, nel redigere i loro discorsi politici che in gran parte erano in difesa dell’indifendibile.

In questa atmosfera  veramente appiccicosa era difficile generare pensieri. Le sensazioni che si provavano erano di essere all'interno di una bolla. Un mondo completamente diverso in cui la realtà esisteva ma era attutita e chiusa all'esterno. Durante il sonno, si ritrovava all’improvviso sveglio ma come paralizzato, con la sensazione di una minacciosa presenza estranea che incombeva su di lui e addirittura tentava di fargli del male. 

Gli antichi Greci parlavano di pnigalion, o di barychnas, termini collegati alla difficoltà di respirare. In diversi paesi europei ci sono tracce di racconti di una cavalla che sale sul petto dei dormienti, o porta con sé degli spiriti maligni. Uno dei miti più studiati e descritti è quello della OldHag dell’isola canadese di Terranova, una strega che assale i dormienti e li lascia incapaci di gridare o reagire.

Nella cultura degli Inuit canadesi si parla di uno spirito malvagio che cerca di impossessarsi del corpo di una persona che dorme, mentre in Giappone il potere in questione si chiama Kanashibari.

Qui nel Mezzogiorno d’Italia:

“Usiamo parole per frignare,

parole per non parlare,
parole per fare solo rumore.
Camminiamo per cercare insieme
le parole per parlare.” Parole liberamente tratte da alcuni scritti di Gianni Rodari.

Gigino Adriano Pellegrini & G elTarik

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pienooTutto esaurito e divertimento incontenibile allo Stadio Guido d’Ippolito di Lamezia Terme per l’unica tappa in Calabria del tour “Amore + Iva”, il nuovo mega show di Checco Zalone, che ha incantato tutti da autentico e poliedrico show man. Uno spettacolo impeccabile, suggellato da numeri record ovunque, prodotto da Arcobaleno Tre di Lucio e Niccolò Presta, affidato in Calabria alla esperta macchina organizzativa di Ruggero Pegna.

Uno spettacolo eccezionale durato oltre due ore, durante le quali Luca Medici, vero nome del comico pugliese, ha sfoderato tutte le sue doti di artista unico nella storia dello spettacolo italiano, mettendo insieme alla sua indiscutibile verve di attore comico anche qualità e abilità di musicista, cantante, imitatore. Un talento completo, capace di incantare con un carisma e una simpatia che arrivano a tutti. Con questo show, qualora ce ne fosse bisogno, Checco Zalone ha confermato anche a Lamezia di non essere solamente autore e attore di film da super incassi ma artista vero, che supera l’esame della prova dal vivo con la lode tradotta in continui applausi, risate, esplosioni di gioia, fino alla lunga standing ovation finale di un pubblico entusiasta, consapevole di aver vissuto una serata magica. Con la sua ironia sempre intelligente e pungente, mai banale, ha trascinato tutti in quella che si può ben definire la “Commedia alla Zalone”, un mix perfetto di tagliente e spiazzante umorismo, tra recitazione dal tratto spontaneo e performance tirate fuori dal suo vastissimo bagaglio di capacità artistiche e bravura. Dal cinema al live, il nuovo salto sulla prova inappellabile del palcoscenico più difficile ha dimostrato la maturità assoluta di un attore fine e completo, amato da ogni target e fascia d’età, come ha dimostrato il pubblico di ieri sera, letteralmente contagiato d’allegria. Il feeling tra lui e il suo pubblico è stato immediato, già dall’arrivo sul palco, raggiunto a sorpresa dal fondo della platea gremita, accolto da un sonoro boato. Il calore subito avvertito dall’artista, lo ha spinto perfino ad allungare la scaletta e regalare alcuni esilaranti fuori programma alle migliaia di spettatori, arrivati da ogni angolo della regione, che hanno riempito platea e tribune di uno stadio trasformato in un vero teatro sotto le stelle.

Uno dietro l’altro, sono arrivati tutti i pezzi forti della nuova scaletta, dalle irresistibili imitazioni di Muti e Vasco Rossi a quella di Bocelli, oltre a innumerevoli gag e alle arcinote hit musicali, chiuse dall’ormai storica “Angela” cantata con il coro di tutto lo stadio.

Annunciato un anno fa, Zalone è tornato in Calabria a 12 anni di distanza da “Resto Umile”, lo spettacolo presentato al Palacalafiore di Reggio, lasciando a tutti il ricordo di una notte davvero indimenticabile. Bravissimi tutti i componenti della band che lo ha accompagnato: Egidio Maggio, chitarra, Pierpaolo Giandomenico, basso, Felice Di Turi, batteria, Antonio Iammarino, tastiera, Vanessa Calderisi, sax, con una nota speciale per Alice Grasso, talentuosa cantante e attrice e per l’attore Maurizio Bousso, tutti applauditissimi.

Perfetta la macchina organizzativa, che ha curato minuziosamente ogni dettaglio per garantire al pubblico visione, acustica, comfort perfetti, non semplici in uno stadio e all’aperto. Oltre a tre enormi ledwall, serviti da apposite regie e telecamere, sono state installate anche ulteriori torri per potenziare l’audio e realizzati vari interventi per eliminare alcune criticità della struttura, come la rimozione dei pannelli in vetro del lato tribuna coperta non più trasparenti, la rinumerazione di tutti i settori, l’efficientamento dell’impianto di luci d’emergenza, la sistemazione di ulteriori servizi igienici chimici, la pulizia di tutto lo stadio, la copertura del passaggio dei mezzi.

Soddisfatti a fine spettacolo, insieme al pubblico, anche i produttori dello show Lucio e Niccolò Presta, entrambi presenti a Lamezia, e il promoter Ruggero Pegna, che li ha ringraziati per la stima e la fiducia. Meritato il “Riccio d’Argento” di Gerardo Sacco, Premio ai Migliori Live d’Autore dell’Anno del Festival “Fatti di Musica”, giunto alla sua trentasettesima edizione, oscar del live, che ora guarda ai prossimi numerosi appuntamenti dell’estate.

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