La Magna Grecia è un lungo e straordinario racconto. La mente attraversa i territori del Mediterraneo che sono dentro la nostra Storia. Un racconto che recita frammenti di tempo attraverso una riappropriazione di quei segni che si lasciano ascoltare tra i venti della nostalgia.
Noi siamo figli di quella Magna Grecia, figli dello stesso sud che ha portato la civiltà in Occidente, figli dello stesso sud che adottò e fece nascere insieme ai Greci quella democrazia che fu uno dei pilastri costruttivi del mondo occidentale. Noi siamo figli di quel suddella libertà e noi abbiamo l'obbligo di rifondare la nostra Terra, ce lo stanno chiedendo le future generazioni!
Dopo aver destinato all’oblio la ingombrante e fastidiosa Magna Grecia, in epoca romana il poeta Orazio descriveva minuziosamente come gustare i vini della Basilicata, allora chiamata Lucania. Fu lui a dare il via alla fuga di cervelli dell'antico sud, con il suo trasferimento a Roma.
Nella seconda parte dell’Ottocento i settentrionali si sono trovati al posto giusto nel momento giusto, si fa per dire. Mentre un’esigua minoranza dei meridionali, non più dell’1-2 per cento della popolazione, era animata dal “devoto” desiderio di unificare l’Italia, la Casa Savoia ne aveva un’impellente necessità. I settentrionali strozzati dai debiti, potevano salvarsi solo con l’invasione e il saccheggio del Sud. Lo scrisse nel 1859 il deputato Pier Carlo Boggio, braccio destro di Cavour: “O la guerra o la bancarotta”.
Per più di un secolo il Sud - quello che gli italiani chiamano il Mezzogiorno - è stato identificato con la povertà, la mafia e un esodo di persone in cerca di lavoro e di una nuova vita nel nord e più in là.
Oggi, l’Italia è uno degli Stati membri dell'UE28 più colpiti dell’impoverimento causato in origine dai Savoia e dell’apparato governativo che ne seguì fino ai giorni nostri. In Italia, i settentrionali hanno a lungo ritenuto che i meridionali - in particolare i calabresi e siciliani - fossero un popolo “incivile” e razzialmente inferiore, troppo africani per far parte dell'Europa.
Qualche tempo fa, un ex consigliere della Lega Nord ha pubblicato un commento su Facebook chiedendo che tre vulcani italiani spazzino via il sud e che i suoi abitanti siano processati con l'accusa di razzismo. Donatella Galli, di Desio, vicino a Milano, è stata convocata in tribunale a Monza dopo aver scatenato un furore nel 2012 quando ha scritto: "Forza Vesuvio, Forza Etna, Forza Marsili" (Vai Vesuvio, Vai Etna, Vai Marsili) accanto a una mappa satellitare dell'Italia comprende solo le regioni settentrionali.
“ I razzisti e privi di cultura hanno invaso i muri di Pordenone con migliaia di manifesti nei quali chiedevano ai meridionali di: "LASCIARE PULITO NON SIAMO A NAPOLI" Tutto questo trova molte corrispondenze mistificate dell’ideologia dei molti “intellettuali” settentrionali , studiosi borghesi dell’economia politica che hanno colto la pienezza della loro propensione e la trascrivono nella falsa coscienza della loro teoria capitalistica tutta italiana, basata sul profitto privato e debiti pubblici, come ha insegnato all’Italia la FIAT della famiglia Agnelli.
Un settentrione che ha rubato al Sud anche le origini della Lingua italiana.
“Amore è uno desi[o] che ven da’ core
per abondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima genera[n] l’amore
e lo core li dà nutricamento.” Iacopo da Lentini nel 1224.
Questo italiano non venne sciacquato in Arno. Quasi cento anni prima della Commedia di Dante, venne immerso nelle acque sacre del Mare di Ulisse di un Sud, crocevia di confluenza delle culture araba, greca e poi latina, fu terreno favorevole alla nascita di una nuova letteratura in volgare, grazie a Federico II, immenso mecenate di artisti, scienziati e poeti, sviluppando nel contempo un tipo di cultura giuridica, cancelleresca, storica.
Lo stesso Federico II posò la prima pietra nel mondo della promozione delle arti. A completamento di ciò arrivò l’inaugurazione dello Studium, nucleo originario costitutivo dell’Università che a Napoli porta il suo nome. La Federico II fu infatti la prima università regia non di matrice religiosa; nonché la prima istituzione didattica di tipo laico d’Italia e Occidente.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Dal mio albero di limoni, le foglie si adagiavano sulla roccia color ferro. L'aria era fredda, umida, e limpida; e anche il fischio del treno mi era indifferente. Me ne stavo rannicchiato sul mio letto mentre lo scorrere del fiume si allungava sulla superficie dell’Ulisse, palmo dopo palmo.
La striscia lattiginosa che tagliava il cielo, e che noi sappiamo essere la nostra galassia, per i greci rappresentava il latte perso da Era mentre allattava Ercole, che versandosi si sparse nel cielo. Quest'ultimo infatti, era figlio di Zeus ed Alcmena la quale, per paura di ritorsioni da parte della consorte del re degli dei, lo abbandonò subito dopo la nascita.
Stamane nello svegliarmi mi sono ritrovato in quella condizione di stupore e di turbamento in cui sprofonda ‘anima in particolari momenti.
La mia anima è stata da lungo tempo abituata a desiderare, oggi non trova più niente da desiderare, mentre non vorrebbe brutti ricordi.La norma di vita della tragedia -guerra può essere una sola.
Alla base di questo agire temerario, dettato e imposto dalla fame di potere, da una legge economica cui devono inchinarsi tutti i lavoratori e per cui è un rimedio sciocco trovare con le inchieste quello da condannare, sta il più idiota dei culti moderni, il culto della capienza. Non solo è disumano trovare il capro espiatorio, ma è vano, quando si è lasciato emergere questo stolto tirannico ed elitario consorzio produttore, fatto a compartimenti stagni per cui nessuno sarà colpevole. I nostri tiranni sono signori ingiusti e crudeli, amatori solamente dell'utile proprio.
"Conterò poco, è vero"
diceva l'Uno ar Zero
ma tu che vali? Gnente, proprio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un caso voto e inconcrudente”.
Se la luminosità di mille soli irrompesse subito nel cielo, sarebbe come lo splendore di un potente diventato Morte, il Distruttore di Mondi.
Ma cosa saremo? Dei bambini che piangeranno nel buio. Bambini che piangeranno nel cercare la luce. Senza altra lingua che il pianto!
Nessun sole ci riscalderà e sarà la notte perpetua. Tutti gli alberi moriranno insieme al resto. Gli umani radioattivi si nutriranno della carne di uomini radioattivi.Le acque dei mari saranno avvelenate. I laghi e i fiumi scompariranno. Il fetore delle carcasse di uomini e animali si diffonderà nel vento e riempirà le naricidei pochi e malandati superstiti.
Gigino A Pellegrini & G elTarik
Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023torna il più importante evento di piazza dedicatoal patrimonio culturale e paesaggistico italiano con l’apertura eccezionaledi oltre 750 luoghi inaccessibili o poco noti
In provincia di Cosenza aperti 4 siti di interesse storico e culturale
Cosenza, 24 Marzo 2023 – Poste Italiane partecipa al tradizionale appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico italiano in programma sabato 25 e domenica 26 marzo.
La manifestazione, giunta alla 31ª edizione, offriràl’opportunità discoprire tesorid’arte e naturain tutta Italia,con visitein oltre 750 luoghi in 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti di cui 4 in provincia di Cosenza.
Non solo monumenti dal riconosciuto valore, ma anche siti inediti e paesaggi sconosciuti, la cui importanza in termini di cultura, storia e tradizioni, talvolta nascosta o non convenzionale, racconta l’identità del Paese più bello del mondo. Saranno visitabili ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, e ancora esempi di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani. Non mancheranno poi itinerari nei borghi e visite inaree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici.
La manifestazione sarà inoltre un importante evento di raccolta fondi, per questo ai partecipanti verrà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro,utile a sostenere la missione e le attività del FAI.
CHIESA DI SAN BERNARDINO DA SIENA (Amantea, Cosenza)
E’ l’edificio di culto più importante di Amantea, la quattrocentesca Chiesa di San Bernardino da Siena, sita nel centro storico, a 34 metri slm, ai margini dell'antica cinta muraria:modalità di insediamento preferita dall'Ordine degli Osservanti per sottolineare la loro originaria ispirazione di eremiti e la funzione di protezione della comunità. (fonte: giornatefai.it)
PALAZZO CARRATELLI (Amantea, Cosenza)
Il Palazzo si erge n posizione sopraelevata nel centro storico e con splendide vedute panoramiche sul mare e sul Castello ubicato sulla collina a ridosso. (fonte: giornatefai.it)
AZIENDA SURIANOLII (Amantea, Cosenza)
L'Azienda è ubicata nella zona "PIP" della frazione di Campora San Giovanni di Amantea, in prossimità della costa tirrenica e dei campi dove si coltivano il peperoncino calabrese e la Cipolla rossa di Tropea Igp. (fonte: giornatefai.it)
I GIGANTI DELLA SILA (Spezzano della Sila, Cosenza)
Nel cuore dell'altipiano silano c'è una Riserva affidata al FAI dal 2016: I Giganti della Sila. Cinque ettari di paesaggio autentico della Sila che viene dal latino "Silva" e cioè Bosco. (fonte: giornatefai.it)
Per conoscere l’elenco completo dei siti coinvolti e le modalità di partecipazione è possibile visitare il sito www.giornatefai.it
Poste Italiane – Media Relations