
Parla Tommaso Signorelli
Sindaco PIZZINO, per l'ennesima volta, per il bene della CITTÀ di AMANTEA DIMETTITI.....
Tu che dici di essere un ALTO FUNZIONARIO DELLA PREFETTURA DI CATANZARO e nello stesso tempo ti sei vantato dai palchi di avere un CANDIDATO ESTERNO di nome LA RUPA FRANCO non hai altre possibilità se non le DIMISSIONI....
La lista azzurra, così come confermato da FULVIO CHILELLI, è stata voluta fortemente da FRANCO LA RUPA....
La maggior parte dei tuoi Assessori e Consiglieri Comunali, compreso te, si ispiravano a FRANCO LA RUPA e PRENDEVANO DIRETTIVE proprio dall'ex CONSIGLIERE REGIONALE tant'è che ogni giorno dovevano interloquire con lui o con il SINDACO ESTERNO FACENTE FUNZIONE e non perdevano mai occasione di dimostrarlo (Vedi la PARATA Processione del VENERDÌ SANTO...una vergogna).
MENO MALE CHE L'AMMINISTRAZIONE LA RUPA/PIZZINO/PD DOVEVA PORTARE FUORI DAL TUNNEL LA NOSTRA AMATA CITTÀ.....
SINDACO DIMETTETEVI.............
Riceviamo e pubblichiamo:
“Mi telefona un collega, un avvocato che stimo, il quale mi parla del caso giudiziario di un suo cliente.
Il dialogo è ispirato al confronto, al consiglio e alla riflessione sul fatto attinto dall’interesse della Giustizia penale, che, molto lentamente, tenta di procedere verso la risposta, punitiva o assolutoria, su quella persona, interessata dal calderone giudiziario.
La centralità della discussione è costituita da una mia allegoria, una delle tante utilizzate per parlare di Giustizia, di Professionisti che indossano la Toga e di Processo penale.
L’allegoria rappresenta la nave, che dentro la nebbia più fitta, tenta di raggiungere esattamente Quel Porto, in cui la decisione del Giudice verrà ritenuta congrua per la democrazia che pretende un Sistema processuale, chiaro e bene oliato, capace di garantire la celerità, l’immediatezza e la concentrazione processuale.
A ben vedere, la giustizia penale oggi è lontana dall’immediatezza e dalla concentrazione e quantunque vi sia l’ideale di garantire un processo penale costituzionalmente orientato, la persona imputata è sovente dimenticata nelle aule di giustizia, per via dell’eccessiva durata dei processi (penali e civili).
Per personale inclinazione vorrei volgere lo sguardo alla Giustizia penale.
Il Procedimento penale, si compone di Indagini preliminari, Udienza preliminare e Giudizio (escludendo la fase esecutiva poiché successiva all’accertamento del fatto).
Nel Giudizio v’è l’istruzione dibattimentale, nella quale avviene la formazione di tutto il materiale probatorio (coltivato con testimonianze, perizie, confronti ecc..) da offrire al giudice del merito, affinché lo stesso possa decidere sulla fondatezza o meno dell’accusa.
Orbene, la soluzione del Legislatore per soddisfare la necessità di celebrare comunque i processi è stata quella di allungare i tempi della prescrizione dei reati.
La prescrizione del reato costituisce una cause estintiva del reato, desunta dal decorso del tempo senza che alla commissione del fatto delittuoso o contravvenzionale segua una sentenza irrevocabile.
Alla base dell’istituto, tipicamente di diritto penale sostanziale, sta l’inutilità della repressione, considerato che l’allarme sociale destato dal fatto oggetto di valutazione è venuto scemando, unitamente alle esigenze di prevenzione a seguito del decorso del tempo.
La legge stabilisce, in relazione alla pena massima edittale, il tempo entro il quale ogni reato si può considerare estinto.
La recente riforma della prescrizione ha rimodulato l’intervento dell’istituto prevedendone la sospensione dopo la sentenza di condanna (!) per un tempo comunque non superiore a un anno e sei mesi fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza di condanna che definisce il grado di appello.
Parimenti, v’è sospensione dopo l’appello sino alla pronuncia del dispositivo della sentenza definitiva, per un tempo comunque non superiore a un anno e sei mesi.
A ben vedere, la politica del diritto dovrebbe ispirarsi con maggiore attenzione ad una cultura penalistica matura, evitando “sortite improvvide di giustizialismo estremista”, in questo caso verso chi è condannato, rispettando l’impegno degli operatori giuridici, Avvocati e Magistrati che nel rito attuale della Giustizia italiana sono impegnati ad esercitare con grande fatica.
Allungare i tempi di prescrizione è certamente la strada più comoda per consentire la risposta del giudice, tuttavia è diritto della persona non essere dimenticata nelle aule giudiziali dove si terrà il processo che intende vagliarne la condotta.
Si dovrebbe aggiungere una soluzione ancor più strutturata, mitigatrice della lentezza dell’iter procedimentale, puntando su una corposa semplificazione capace di attenuare l’ipertrofia normativa, molto spesso disorganica e consentire, in chiave procedimentale, la celebrazione di processi la cui durata sia ragionevole.
Avvocato Francesco Bernardo.
Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota dell’avvocato Nicotera( che ringraziamo). e le foto allegate:
“Alla prima gita primaverile lungo la costa tirrenica ricompaiono le problematiche mai risolte o meglio mai affrontate con visione d'insieme e lungimiranza, ai diversi livelli, da tanti amministratori.
Il giorno di Pasquetta chi ha avuto l'idea di raggiungere le località balneari di Nocera Terinese, Campora o Amantea è rimasto bloccato per ore nel traffico che iniziava sin dallo svincolo autostradale di Falerna.
Il tutto a causa dei semafori siti nel territorio comunale di Amantea.
Dopo aver bypassato ogni frantume di studio ed accortezza in merito all'erosione delle coste, solerti (?!) amministratori hanno costruito strutture, lungomari e parcheggi ciclicamente inghiottiti e distrutti dal mare, gettando alle ortiche milioni di euro.
Non paghi di ciò, anziché investire sulla sicurezza dei centri abitati e delle infrastrutture, molti amministratori hanno preferito disseminare autovelox (nascosti) con limiti velocità davvero inverosimili (specie nei periodi invernali), allo scopo non preventivo ma di fare mera cassa.
Risultato: oggi la costa tirrenica, in prossimità della stagione estiva, in molti suoi punti pare attraversata da un conflitto bellico.
Certo, amministratori attenti avrebbero affrontato, per quanto di loro competenza, il problema del mare sporco, causato anche da scarichi abusivi e non controllati o da depuratori malfunzionanti.
Amministratori attenti avrebbero affrontato, per tempo e per quanto nelle loro possibilità e competenze, l'eterno problema della Strada Statale 18 dove i semafori (vedasi quelli ubicati nel Comune di Amantea) costringono gli automobilisti a code interminabili e scoraggianti.
Amministratori attenti e lungimiranti avrebbero voluto più bene ai loro territori, al mare, ai cittadini ed ai turisti.
Già... amministratori attenti.
Avv. Giancarlo Nicotera - già Consigliere Comunale di Lamezia Terme