
Renzi sembra dire: Ah Francè m'hai sgamato!
Domenica 25 giugno u.s. si sono svolti in tantissimi Comuni italiani i ballottaggi per eleggere i Sindaci.
In alcune città ci sono stati dei ribaltoni storici, eclatanti, inimmaginabili fino ad ieri. Genova, La Spezia, L’Aquila sono andate al raggruppamento di centrodestra.
Ma il ribaltone che ha lasciato basiti Renzi e tutti i compagni comunisti di ieri e di oggi. si è verificato a Sesto San Giovanni da sempre, sin dalle prime elezioni dal dopoguerra in poi, amministrato dalla sinistra.
Un risultato storico dopo 72 anni di governo sempre di sinistra.
Il neo Sindaco esulta:- Siamo riusciti ad espugnare la “Stalingrado d’Italia”-.
Esulta Berlusconi e già pensa alle prossime elezioni politiche e si è messo al lavoro per formare una coalizione moderata di governo.
Esulta, cose da pazzi, anche il segretario del Pd Matteo Renzi e si vanta dicendo che il suo partito ha vinto, malgrado alcune sconfitte in alcune città importanti, i ballottaggi.
Ma il web lo deride. Salvini e la Meloni addirittura chiedono le dimissioni del Governo Gentiloni perché, secondo loro, non esiste più in Parlamento una maggioranza parlamentare e lo invitano a salire al Colle e rassegnare le dimissioni.
Dal Nord al Sud del paese l’onda azzurra ha decretato una vittoria schiacciante della coalizione del centro destra formata da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia e Matteo Renzi, imperterrito, nega la sconfitta postando un grafico.-67 Comuni sopra i 15000 abitanti sono andati al centro sinistra e 59 Comuni al centro destra-.
Ma il capogruppo alla Camera del Pd lo smentisce e ammette che il Pd ha perso.
I risultati delle elezioni sono andati davvero malissimo.
Nel complesso il Pd passa dal governare 93 Comuni ad appena 56.Il centrodestra, invece, passa da 34 a 46. Ma quello che più fa male al Pd è che il centrodestra è andato a vincere nei feudi rossi. Il messaggio vero, però, uscito dalle urne è uno soltanto:- Renzi, go home -.
Doveva andarsene dopo la sonora batosta subita nel dicembre scorso al Referendum Costituzionale. Ma non l’ha fatto.
Ora paga a caro prezzo la totale incapacità di rendersi conto che in Italia le cose stanno cambiando e che gli italiani sul tema migratorio la pensano diversamente da lui e dal Governo Gentiloni. L’immigrazione, volente o nolente, è percepita, purtroppo, dalla maggioranza degli italiani come un pericolo altro che risorsa.
Dunque Renzi e Gentiloni dovrebbero andare a casa e al più presto perché sono gli unici perdenti di queste elezioni per le loro scelte, per l’immigrazione incontrollata, per il Jus soli, per i fatti della Banca Etruria, per la disoccupazione alle stelle, per il debito pubblico in continuo aumento, per le tasse, per la gestione della vicenda dei vaccini, per lo schifo che si verifica nelle corsie degli ospedali e nei pronto soccorsi, per il disastro sulla legge elettorale, per i terremotati che ancora non hanno una casa.
E’ vero che le elezioni comunali sono molto diverse dalle elezioni nazionali ed europee, ma quando al Pd faceva comodo in Televisione e nei talk show Renzi, la Serracchiani, Orfini e Co. sbandieravano con spocchia che alle elezioni europee avevano preso il 40% dei voti e quindi erano il primo partito in Italia.
Ora, che hanno perso dappertutto e il 40% se lo sono sognato, le elezioni comunali non contano più. Contenti loro.
I ballottaggi di domenica scorsa hanno dimostrato due cose:
Il Pd è in caduta libera e il segretario Matteo Renzi perde le guerre quasi sempre.
Il tocco magico del rottamatore che prese alle elezioni europee il 40% è già storia.
E’ sparito. E’ stato dimenticato.
Come potrebbe sparire, come potrebbe essere dimenticato l’imbonitore fiorentino che in pochissimo tempo è passato dalle stelle alle stalle.
Gli ospiti della comunità di via Lungarini hanno dato vita a una protesta chiedendo maggiore attenzione, la consegna del pocket money e cibo di qualità migliore.
Sul posto polizia e carabinieri.
Hanno lanciato in strada sedie, divani, banchetti e altro ancora.
Mattinata di tensione a Casteldaccia per la protesta dei giovani stranieri non accompagnati ospiti della struttura di via Lungarini.
Poco più di una ventina di ragazzi ha dato il via alla "rivolta" contro il centro che li accoglie chiedendo "maggiore attenzione, cibo migliore e la consegna dei soldi previsti dal pocket money", riferiscono dalla polizia.
Sul posto cinque pattuglie della polizia e tre dei carabinieri.
Gli ospiti della struttura, dopo circa una mezz'ora, hanno interrotto l'azione dimostrativa e si sono aperti al dialogo con i responsabili della struttura.
L'intervento degli agenti è risultato necessario per riportare la calma in attesa dell'arrivo dei mezzi comunali cui toccherà il compito di liberare la strada dagli arredi buttati giù dalle finestre.
Secondo alcune indiscrezione sembrerebbe che alla base della protesta ci sia il mancato festeggiamento del Ramadan. I responsabili del centro accoglienza, i cui locali in passato venivano utilizzati come uffici comunali, non avrebbero autorizzato i ragazzi a celebrare la fine del periodo sacro per gli islamici.
I minorenni, però, sono dispensati sia dal digiuno che dagli altri obblighi previsti per i musulmani.
Palermotoday
Palla palla contunua a giocare(nella prima foto)
Scopriamo che con Palla Palla basta gridare e prima o poi si avrà quello che si chiede.
È solo questione di tempo e di voce!
È quello che dimostra la lotta portata avanti dagli abitanti di Celico che non volevano la discarica di rifiuti.
Ora ogni comune o contesto sovra comunale che non voglia una discarica sa come fare.
Il presidente della Regione Mario Oliverio, infatti, accogliendo le istanze dei sindaci e dei cittadini dei comuni presilani ha deciso di sospendere l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla discarica di Celico.
Di conseguenza, l’impianto resterà chiuso e non vi potrà essere sversato alcun tipo di rifiuto.
La notizia è stata diffusa a Casole Bruzio, dove si erano radunati gli abitanti dei comuni costretti a respirare da anni i veleni della discarica.
Una delegazione dei comitati è stata ricevuta a Catanzaro da Oliverio, con il quale è stato raggiunto l’accordo per la sospensione dell’Aia.
Erano stati tredici i consigli comunali che avevano chiesto la chiusura della discarica, incompatibile con il contesto ambientale rappresentato dall’altopiano silano e dal Parco Nazionale.
Non è mancata la chiosa finale di Palla Palla il quale ha dichiarato “Non siamo stati noi ad autorizzare questo impianto”.
Come a dire “se fosse stato per noi….”
E poi ha aggiunto “Per quanto ci riguarda siamo in forte sintonia con la domanda dei cittadini calabresi che ci chiedono di salvaguardare il nostro territorio e l'ambiente, che rappresentano due grandi risorse per lo sviluppo e la crescita della nostra terra".
E poi ha aggiunto “Sin dal nostro insediamento abbiamo avviato un'azione costante ed intransigente nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Calabria che può essere sintetizzato nello slogan "rifiuti zero" e "zero discariche".
Signor presidente che cosa vuole dire che in attesa che si raggiungano questi obiettivi manderemo la nostra monnezza in altre regioni ed altre nazioni?