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sarremo

Il Festival della Canzone Italiana è terminato da un pezzo, le luci dell’Hotel Ariston si sono spente, la nave ha già lasciato il porto e Orietta Berti è ritornata a casa, ma cosa realmente è rimasto del Festival di Sanremo? Alcune belle canzoni e qualche polemica sul look dei cantanti. A rubare la scena delle serate al Teatro Ariston sono stati i look di alcuni cantanti che si sono presentati sul palco mezzi nudi, con le canotte, coi capelli pitturati e con le calze a rete, vedi Giovanni Truppi e Emma Marrone. Del cantautore napoletano non ci ricordiamo nulla della sua canzone forse la più raffinata e ricercata di questa edizione del Festival, tutti, però, ci ricordiamo di lui per quella canottiera rossa che indossava e fatta fare apposta da una artigiana. E ci ricordiamo del dibattito con Amadeus: La canotta è elegantissima- Risponde:- Se vuoi, te la posso pure prestare. Mi esibisco con la canotta da quando ero un ragazzo-. Il pubblico si è divertito, ha riso. Giovanni ha cantato e tutto è finito lì. Non è vero. Apriamo il Twitter e i fallower hanno scritto parecchio sulla canottiera di Giovanni:- Giovanni Truppi ha finito di fare la grigliata. Giovanni voleva continuare a giocare a tressette invece è stato portato di peso sul palco di Sanremo-. Facciamoci quattro risate. Ha ragione Amadeus:- Ognuno veste come vuole-. Questo è pur vero, però su quel palco favoloso e importante Giovanni avrebbe dovuto indossare almeno una camicia per apparire più bello ed elegante. E’ stato giudicato, purtroppo, per il suo abbigliamento e per l’aspetto fisico che per la sua canzone. Ma lasciamo perdere Giovanni e andiamo da Emma. Bellissima, elegantissima, la più bella del Festival come eleganza. Con quelle gambe poi. E le calze a rete? Apriti cielo! Polemiche a non finire. Non doveva indossarle. Perché? Perché Emma ha delle gambe stupende. Ma siamo davvero impazziti? E’ intervenuta Antonella Clerici nella diatriba rivolgendosi alle ragazze:- Siate uniche e vogliatevi bene per quello che siete, senza troppe storie inutili che tanto non si può piacere a tutti. Fregatevene-.

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bloccata-in-autostrada-si-laurea-in-auto-e1644320691843Elisa Santacroce, studentessa universitaria di 23 anni, doveva discutere l’altro giorno alle ore 12 la tesi di laurea a Genova e per arrivare in tempo utile, era partita in macchina da Torino insieme al fidanzato e alla famiglia con largo anticipo per essere puntuale all’appuntamento importante. Non ce l’ha fatta. E’ stata bloccata sull’autostrada causa un maxi incidente che ha coinvolto una quarantina di automezzi causando la morte di 2 persone. Ma Elisa non si è persa d’animo, ha mantenuto la calma. Neppure il blocco stradale l’ha fermata. Non ha voluto perdere questo appuntamento importante che aspettava da tre anni. Ha contattato il suo relatore di laurea, gli ha spiegato cosa era successo e che si era bloccata sull’autostrada. Il relatore, sentita la commissione d’esame, ha permesso ad Elisa di discutere la tesi di laurea a distanza e così è riuscita a laurearsi online, come del resto hanno fatto tanti suoi colleghi durante la pandemia. Solo che Elisa non l’ha fatto da casa ma in macchina in mezzo all’autostrada bloccata. Quando poi l’autostrada è stata finalmente riaperta, Elisa con i familiari si è recata all’Università, ha firmato alcuni documenti, ha salutato il Professore, immortalando l’importante giornata con una foto di rito con la corona di alloro in testa. Tutto questo è potuto accadere grazie alla tecnologia molto avanzata. Tutti con lo smartphone in mano e poi si grida alla DAD come l’inferno. La didattica a distanza questa volta è stata veramente utile, altrimenti Elisa avrebbe dovuto aspettare per laurearsi il mese di maggio.

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lutto12Ennesimo dramma della solitudine. Questa volta a Como. Donna trovata morta nella sua abitazione dopo due anni. Una donna di 70 anni, che viveva sola in casa, muore da oltre due anni e nessuno se ne accorge. Dove erano i vicini di casa? Dove erano i parenti? E’ vero che gli anni trascorsi sono stati anni bui e tristi, anni che hanno sconvolto le nostre vite e che i contatti con i parenti e gli amici si sono allentati, sono stati stravolti. Le frequentazioni annullate. Quando si incontrava qualcuno per strada o sul pianerottolo di casa appena un cenno o un buongiorno bisbigliato. La signora viveva da sola, non aveva parenti, era autosufficiente, usciva a fare la spesa. Viveva in una villetta a Como che aveva venduto ad un signore svizzero. Aveva, però, conservata comunque l’usufrutto a vita. Per due anni non si è fatto vedere. Quando, però, è stato avvertito che gli alberi del giardino erano pericolosi e potevano causare danni alle villette confinanti, ha avvertito la polizia. E la polizia ha bussato alla porta della signora, ma nessuno ha aperto la porta. Hanno chiamato i Vigili del Fuoco e da una finestra sono entrati in casa. Hanno scoperto il cadavere della donna sulla sedia del salotto. I vicini di casa non vedevano la signora da oltre due anni e nessuno si è preoccupato. Nessuno si è chiesto: Dove è andata la signora? Chissà come sta la signora! Andiamo a vedere? Informiamo i servizi sociali? Chiamiamo la polizia? Nulla di tutto questo. Ognuno si è fatto i fatti suoi. Non si sono minimamente curati che la signora sola forse aveva bisogno di aiuto o che fosse morta di solitudine o di Covid. Hanno solo pensato: Causa covid forse la signora si è trasferita altrove. E poi chi me lo fa fare, mi faccio i fatti miei, ho tanti problemi in casa, non voglio preoccuparmi dei problemi degli altri. Siamo davvero diventati egoisti. La signora era una pensionata e qualcuno se ne doveva pur accorgersi della scomparsa della poveretta. Come mai l’Ufficio Postale della zona non ha segnalato all’Inps che la signora da due anni non si recava presso l’Ufficio Postale a ritirare la pensione? Mistero. Ora la Polizia indaga.

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I Racconti

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