
Antonello Nicosia e la deputata nazionale Giuseppina Occhionero di Italia Viva, di cui era assistente parlamentare, fanno il loro primo accesso congiunto nella casa circondariale di Trapani, il 22 dicembre 2018.
Il giorno dopo i due conversano in macchina e commentano – come si evince dal decreto di fermo emesso dalla Dda di Palermo – l’incontro avvenuto con Santo Sacco, consigliere provinciale, ex consigliere comunale di Castelvetrano, sindacalista della Uil
e infine definitivamente condannato quale componente della famiglia mafiosa di Castelvetrano, per conto della quale aveva intrattenuto un rapporto epistolare con il latitante Matteo Messina Denaro.
Successivamente, il 15 gennaio 2019, Occhionero e Nicosia parlano di pregressi incontri con Sacco.
Secondo i pubblici ministeri, “nel prosieguo del dialogo, inoltre, si comprendeva che Santo Sacco, in carcere, aveva ricevuto dal Nicosia una lettera scritta su carta intestata della Camera dei Deputati… che non e’ sottoposta a limitazioni e controlli in quanto proveniente da membro del Parlamento”.
Il dialogo, aggiungono i pm, “lasciava intuire che il Nicosia era addirittura riuscito a procurarsi uno strumento sottratto direttamente dalla legge a qualsiasi verifica, per comunicare con gli associati mafiosi detenuti“.
Dice Nicosia: “A Trapani hai visto… lui e’ convinto che comanda lui a Trapani perche’ quello e’ amico suo il comandante… la carta intestata della Camera, cioe’ io sono Santo Sacco, pure qua dentro, capito, la carta intestata della Camera”.
La deputata chiede (a Nicosia) se gli e’ piaciuta e Nicosia risponde:
“Ma certo, la carta intestata della Camera, gli potevo mandare una cosa cosi’?
Mi sono fatto dare un blocchetto di carta intestata Camera dei Deputati”: Occhionero: “Bravo!”.
E Nicosia: “Con la firma sotto perche’ ho firmato tutte e due, gli ho messo Onorevole… e lui questa cosa la portera’ in giro come fidanzata… sezione sezione.
Io sono Santo Sacco, io sono Santo Sacco anche in galera!
Ed il primo ministro (Matteo Messina Denaro, ndr) e’ sempre a Castelvetrano … non si scherza (ride)“.
Occhionero: “A posto … (ride)”.
L’operazione è scattata all’alba di oggi 5 novembre 2019 per l’esecuzione di 70 misure cautelari tra Torino, Milano, Reggio Calabria e Catania
Torino. Imponente operazione dei Carabinieri del Comando provinciale e della Guardia di finanza di Torino contro le locali di ‘ndrangheta di Volpiano e San Giusto Canavese.
I militari stanno notificando a Torino, Reggio Calabria, Milano e anche Catania, 70 misure di custodia cautelare per associazione mafiosa e traffico internazionale di droga.
Sei persone sono anche accusate di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.
Sequestrati beni, conti correnti e quote societarie.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip su richiesta della Dda.
Nell’operazione sono impegnati 400 militari
Quando un uomo e una donna fanno all’amore la probabilità della donna, specie se giovanissima, di rimanere incinta è molto alta, specialmente se non si prendono le dovute precauzioni.
E quando una donna scopre di essere incinta è festa grande in famiglia e tra gli sposi o i partner che si amano davvero.
E’ la cosa più bella che possa capitare ad una donna e ogni giorno che passa si guarda allo specchio per vedere se la pancia cresce, se la tocca e l’accarezza perché vuole sentire quel corpicino che ha in grembo.
Dare, poi, alla luce una nuova creatura è il frutto dell’amore col proprio partner.
Quando, però, una suora scopre di essere incinta dopo essere finita all’ospedale dopo aver accusato gravi dolori addominali c’è imbarazzo e sconcerto tra la comunità religiosa che accoglieva questa ragazza di origine africana ma anche tra la comunità parrocchiale.
La gravidanza, hanno affermato i medici che l’hanno visitata e dopo aver espletato gli esami di rito, era nella fase iniziale.
Evidentemente l’accoppiamento non è stato con lo Spirito Santo ma con qualche ragazzo del suo paese di origine che aveva visitato di recente.
Sul caso vige il massimo riserbo. La suora è stata trasferita in un’altra sede.
Ma c’è anche un altro caso, ancora più grave e sconcertante.
Un’altra suora originaria del Madacascar, che ricopriva l’incarico di Suore Superiora, sempre in Sicilia, è rimasta incinta circa un mese fa.
La notizia si è appresa solo ora e già si indaga sulla violazione della privacy.
Qualcuno che doveva tacere ha diffuso la notizia creando imbarazzo alla comunità religiosa del piccolo paese del siracusano.
Le autorità ecclesiastiche tacciono. Sono cose che dispiacciono, purtroppo possono capitare.
E capitano spesso se la donna è stata costretta dai familiari ad accettare la vocazione controvoglia o per sfuggire alla miseria e alla fame di qualche sperduto paesino dell’Africa o dell’Asia.
Evidentemente anche le suore che sono donne come tutte le altre hanno voluto provare l’ebbrezza e il desiderio dell’amore.
Come del resto l’ha voluto provare la monaca di Monza magistralmente descritta dal Manzoni nei “Promessi Sposi”.
Come cambiano i tempi, però.
Ora le suore vanno all’ospedale, si fanno visitare e scoprono di essere gravide.
Una volta se ne stavano rinchiuse nel sacro convento, abortivano e poi seppellivano il corpicino dentro le sacre mura e nessuno sapeva niente.
E se qualcuno osava parlare veniva eliminato.