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Kfar-Silenzio, si spara. Si spara in Ucraina, si spara in Israele, in Libano e nella Striscia di Gaza. Siamo in guerra. E certi politici italiani parlano di manovre, di economia, di mercati, di spread, di salario minimo, di campo largo, di scioperi. Mentre le televisioni di tutto il mondo mandano in onda le scene di morte, di donne, uomini e bambini barbaramente uccisi finanche nelle culle. Sono scosso da quanto ho visto in televisione, da quanto ho visto quello che sta accadendo in Israele, da quanto ho visto quello che è avvenuto in quel Rave Party dove centinaia di ragazzi si divertivano, ballavano, cantavano e poi, all’improvviso, centinaia di altri ragazzi, loro coetanei, provenienti dal cielo in deltaplani, hanno incominciato a sparare, a uccidere, a stuprare, a rapinare, a portarli in cortei in mezzo alla popolazione festante e nei bunker di Gaza, perché odiano Israele, odiano la razza ebraica e fanno di tutto per distruggerla, per annientarla, perché nei loro cuori c’è tanta rabbia, tanto odio, tanto risentimento verso lo Stato ebraico considerato fascista, nazista, oppressore del popolo palestinese, usurpatore che ha rubato con la forza e la violenza le terre dei loro padri. E in Italia e nel mondo cosa fanno i nostri ragazzi? Scendono in piazza e protestano contro Israele e gridano :- Palestina free- Queste manifestazione pacifiste non mi piacciono. Fanno il gioco dei terroristi di Hamas, di quelli che sabato scorso hanno massacrato civili innocenti che stavano nelle loro case, che hanno come fine ultimo cancellare lo Stato di Israele. Israele è stato vigliaccamente attaccato, ferito e umiliato, ora deve difendersi non tanto in omaggio alla legge del taglione (occhio per occhio, dente per dente), quanto per la sua sopravvivenza. Israele vorrebbe vivere in pace, purtroppo, grazie ad Hamas, è costretto a sparare, a cannoneggiare, a distruggere case e palazzi, ad uccidere, a usare gli stessi metodi usati dai terroristi islamici solo per evitare il proprio annientamento. Israele deve combattere, deve resistere, costi quel che costi, anche per quei palestinesi che non si riconoscono in Hamas. E noi che siamo lontani dai focolai di guerra dobbiamo svegliarci e sconfiggere, se vogliamo sopravvivere, come ha scritto qualcuno:- La riedizione islamista nel nazismo-.

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ragazza israeliana catturataSiamo in guerra. Non solo si combatte in Ucraina, ora anche in Israele e nella striscia di Gaza. I nostri soldati non andranno a combattere in Israele e nella striscia di Gaza, ma gli italiani questa guerra assurda scatenata dai terroristi di Hamas la combatteranno al più presto nei supermercati, nei bar, nei ristoranti, nelle pompe di benzina, nelle bollette di luce e gas, nei generi alimentari di prima necessità. Non saremo più tranquilli come prima, anche noi incominceremo ad avere paura. Cellule terroristiche ci sono anche in Italia e tra gli immigrati che giornalmente arrivano nelle nostre coste certamente ci sarà qualche testa calda che porterà scompiglio e terrore nelle nostre città. Ce ne accorgeremo quanto prima quando questa guerra lontana dai nostri confini farà conoscere le infauste conseguenze. Che strano, anche in Italia c’è qualcuno che esulta, che scende in piazza e inneggia alla resistenza e alla invasione di Israele. Esultano per l’assalto di Hamas contro Israele. Alcuni studenti del famoso Liceo milanese Manzoni hanno esultato e hanno postato :-Quanto è bello quando brucia Tel Aviv-. Ma poi lo hanno rimosso. Forse si sono accorti, tardivamente, di avere esagerato e che l’aggressore non era Israele ma Hamas. Forse non avevano visto quelle immagini mandate in onda dalle televisioni di ragazzi e ragazze come loro che prima ballavano, cantavano, si divertivano, erano felici, e poi all’improvviso molti vengono uccisi, altri scaraventati con violenza sulle camionette e poi esposti come trofei, trascinati come bestie, picchiati, sputacchiati, brutalizzati, presi a calci e pugni. Io sono shoccato, sfinito dalle immagini che ho visto in televisione. Ho visto cose orribili, uomini, donne, bambini, neonati usati come scudi umani e come trofei da far vedere al mondo intero. Ma la scuola a questi ragazzi non ha insegnato nulla? Sanno cosa vuol dire democrazia, dittatura, nazismo, fascismo, comunismo, aggressione? Sanno che ogni nazione ha diritto a vivere, a sopravvivere? E questo vale anche per lo Stato di Israele. Esultare, poi, per un’azione criminale è cosa orrenda, è in tollerabile. Si riempiono la bocca quando parlano di antifascismo, ma poi si comportano e agiscono come i fascisti e i nazisti. I metodi usati da Hamas che abbiamo visto in televisione in questi giorni e che loro stessi hanno diffuso quelle immagini sconvolgenti per farle vedere a tutto il mondo per dire che avevano vinto una guerra e le hanno usate come avvertimento al nemico ebraico che Hamas può colpire quando vuole e come vuole. Vogliono dire, ma molti ancora non l’hanno capito, che Israele non è più sicuro, nemmeno a casa propria. Le immagini orribili e raccapriccianti le hanno diffuse per choccare l’opinione pubblica internazionale. A me hanno richiamato alla mente le ferocie dei nazisti verso cittadini innocenti solo perché di religione ebraica, immagini che pensavo fossero relegate per sempre alla storia. Quanto avvenuto nel passato succede ancora oggi. Purtroppo, la storia si è ripetuta, anche se con modi diversi e con tecnologie diverse. Ho assistito a scene davvero raccapriccianti. Le bandiere israeliane ed americane che bruciano in piazza sono solo ricordi folcloristici. Mentre Israele piange le vittime innocenti di questo orribile massacro ci sono, purtroppo, ancora nel mondo e in Italia e nelle nostre scuole, persone e studenti che inneggiano all’intifada e all’antisemitismo, all’odio verso donne, uomini e bambini ebrei. Cose da pazzi.

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Mauro-Cardinali-con-Junior-Cristarella-e-Indiana-JonesNo, non stiamo sparando nomi a caso, qual è il punto di intersezione tra l’attore Mauro Cardinali, il giornalista Junior Cristarella e il mitico personaggio Indiana Jones? Bene, il punto di intersezione è Sbircia la Notizia Magazine, o meglio ancora l’intervista che il suo direttore responsabile Massimiliano Orestano Junior Cristarella ha fatto a Mauro Cardinali che ha avuto la fortuna di recitare nell’ultimo film di Indiana Jones.

Le interviste pubblicate su Sbircia la Notizia Magazine sono incredibilmente interessanti e coinvolgenti. Ogni articolo offre un'opportunità unica di immergersi nelle vite e nelle storie affascinanti di personaggi noti e meno noti della musica e dello spettacolo. La curiosità dei lettori viene stimolata dal modo in cui vengono affrontati temi attuali e rilevanti, permettendo loro di scoprire dettagli esclusivi e approfondimenti approfonditi. Le interviste sono condotte con maestria da Junior Cristarella e dal suo team di giornalisti, evidenziando le esperienze personali, le sfide e le conquiste dei protagonisti. Questo tipo di narrazione coinvolgente genera un forte interesse nel pubblico, spingendolo a leggere e rileggere le interviste, creando così un'esperienza di lettura appassionante e indimenticabile, proprio come quella che può essere vissuta leggendo l’intervista a Mauto Cardinali, che come abbiamo anticipato è riuscito a strappare un ruolo in uno dei film più attesi del 2023: Indiana Jones e il quadrante del destino.

Indiana Jones e il quadrante del destino

Accompagnato dalla figlia di un vecchio compagno archeologo, il famoso avventuriero racconta e rivive la sua vita, mentre si imbatte nel misterioso artefatto noto come "quadrante del destino". Racconta di aver affrontato antiche maledizioni voodoo, tormenti di vario genere e addirittura nove colpi di pistola. La sua straordinaria resistenza è evidente, ma concede un momento di pausa per riprendere fiato. Questa battuta, carica del classico humor sfrontato che caratterizza i migliori momenti di Jones (ad eccezione del quarto film del 2008), evoca una serie di ricordi delle sue avventure passate, che riemergono nella mente dello spettatore in un istante.

In questo frammento cinematografico, si crea un'atmosfera avvolgente che trasmette al pubblico una sensazione di accoglienza. Si percepisce che il film intende portare lo spettatore in viaggi attraverso diverse epoche, non solo quelle dell'antichità, del periodo nazista o degli anni Sessanta, che vengono tutte toccate e rappresentate, ma anche degli anni in cui i film d'avventura erano in grado di esprimersi liberamente, di viaggiare e persino semplificare quando necessario. Questi film riuscivano ad affascinare molti ragazzi negli anni Settanta, Ottanta e Novanta, avvicinandoli al mondo del cinema. Se molti di noi, da bambini, sognavano di diventare archeologi, era perché l'immaginario collettivo offriva una vita di viaggi, mitologia e atti di eroismo.

La storia del quadrante del destino

Siamo giunti al termine del conflitto della Seconda Guerra Mondiale. Indiana Jones desidera evitare che preziose reliquie finiscano ancora una volta nelle mani dei nazisti, quando improvvisamente si imbatte nel misterioso quadrante del destino, che conferisce il titolo al film. Ne deriva una scena epica, carica di inseguimenti e sparatorie, mentre il castello brucia sullo sfondo. Questo avvincente episodio si conclude momentaneamente con una spettacolare sparatoria a bordo di un treno in movimento.

La storia prosegue 25 anni dopo. Indy, ormai un professore in procinto di andare in pensione, riceve una chiamata dalla figlia di un caro amico archeologo, che ha dedicato la sua vita allo studio di quel quadrante. La giovane è convinta di poter rintracciare i pezzi mancanti dell'oggetto e di riuscire a farlo funzionare, ma necessita del suo aiuto. Sfortunatamente, è braccata da una banda di ex nazisti determinati a impossessarsi del quadrante per cambiare il destino del mondo. Il loro motto è "Voi non avete vinto la guerra. Èche l'ha persa".

Da New York, la loro avventura li porta prima in Marocco, poi in Grecia e infine a Siracusa. Rincontrano vecchie conoscenze provenienti dal mondo di Indiana Jones, così come elementi narrativi che hanno reso celebri le sue avventure. Tuttavia, non si avverte mai una sensazione di déjà-vu, ma piuttosto l'emergere di un emozionante e coinvolgente epilogo per un personaggio che merita un finale diverso da quello visto nel quarto episodio con Shia LaBeouf (il cui personaggio, il figlio di Indy, non appare in questa storia, ma conserva un significato nel contesto complessivo).

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