Passata è la tempesta, Odo augelli far festa, e la gallina, tornata in su la via, Che ripete il suo verso. Ecco il sereno Rompe là da ponente, alla montagna; Sgombrasi la campagna, E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato, Risorge il romorio, Torna il lavoro usato.
La situazione attuale di Amantea ci sembra richiami prepotentemente la poesia di Leopardi.
In particolare per quanto relativo alla tempesta ormai passata ( ma sarà vero?) ed alla quiete che oggi sembra imporsi e essere il tratto dominante in un città che invero era già silente, quasi dormiente, e che oggi appare calma, ferma, quasi abulica, come se aspettasse altri eventi.
E noi, ognuno di noi, diventiamo uno dei tanti che , nella sala cinematografica, assiste ad un film del quale rimane solo spettatore, ma non protagonista; un film che si svolge oggi e nella nostra città ma del quale non conosciamo il copione, del quale nemmeno ci interessiamo, tanto ognuno di noi siamo comparse; un film che è come un sogno, lontano ed irreale.
Ieri come oggi si vede tra la gente la speranza di uscire dalla paura, la gioia di cessare di soffrire.
Un altro film quello che invece si avverte appena fuori dal cinema; basta alzare gli occhi e si vedono gli uccellini che fanno festa, ignari, dimentichi degli altri uccelli che piangono perché hanno perso il nido e che ora non sanno a chi aprire il becco per cibarsi.
O basta abbassare la testa e guardare le galline in mezzo alla via( nelle strade , nei negozi, davanti ai bar).
C’è chi continua a beccare in cerca di vermi, chi fa l’uovo e lancia felice il suo coccodè, chi semplicemente, essendo improduttiva, guarda i galli rosseggianti e dalla grande cresta rossa, mentre la maggior parte sono pronte ad offrirsi al suo potente becco, così da soddisfare le sue voglie e produrre, così, un altro sindaco ed una nuova amministrazione.
Galline che non perdono le speranze e che vedono perfino chiaro il fiume nella valle; che sia chiaro da lontano non si vede, ma si spera.
Anche perché sembra un giorno diverso, sereno, solare.
Ma per capire se davvero il nostro futuro è chiaro bisogna avvicinarsi ad esso, giorno dopo giorno, non guardare il fiume da lontano.
Però qualcosa si muove. La gran parte degli amanteani è contenta anche se non sembra mostrarlo.
E’ contenta ma non parla, segno di quella democrazia storicamente compromessa dalla paura.
Si avverte solo un certo romorio, di parole, non d’opre , direbbe il poeta.
E segno dell’angolo appena svoltato è il lavorio , per chi ce l’ha, ovviamente; perché chi non ce l’ha o l’ha perso vede le cose restare come prima.
Brutte, per lo più!