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Amantea, purtroppo si sa, è una città quantomeno sonnacchiosa, forse dormiente, dove succede poco, forse pochissimo.

Almeno sembra.

Invece, poi, scopriamo che è solo apparenza, perché quello che avvertiamo è solo il volto pubblico della città.

Ma esiste un volto privato completamente diverso, dove succede di tutto, dove operano i pupari, dove si inventano fiabe per i buoni, dove i preti ormai omettono le omelie perché sanno che tutti facciamo finta di ascoltarli e che, posto che sentiamo qualcosa, la dimentichiamo prima ancora della prima strofa del Credo, dove gli abiti sono puliti ma le anime sporche, dove le imprese sfruttano gli operai amanteani minacciandoli di usare i rumeni, dove le diversità sono specialità, dove la povertà costringe a patti la dignità, eccetera.

Ed allora disperatamente cerchiamo segnali di speranza.

Eccone uno, incontriamo due consiglieri comunali che parlano liberamente

Anzi, uno è un ex assessore che ha rinunziato al potere in nome della correttezza amministrativa e del diritto alla critica ed alla contestazione, l’unico: parliamo di Antonio Carratelli.

L’altro è Antonio Rubino il consigliere di opposizione per antonomasia, quello che non è mancato, come altri, al suo ruolo di minoranza e di opposizione quand’anche costruttiva.

Di che cosa staranno parlando?

Delle prossime elezioni? delle candidature a sindaco? della difficoltà di fare le liste? della loro collocazione all’interno delle liste? della difficoltà di essere consiglieri in un comune come Amantea? di una lista che li veda insieme e non divisi? della comune festa del 13 giugno? Auguri, allora!.

Ma poi ricordiamo che si tratta di due diverse e distinte anime della politica teorica amanteana, l’uno di centrodestra e l’altro di centro sinistra, come sono.

Teoricamente due avversari, non conciliabili.

Ma poi riflettiamo che forse non è così.

Non è così perché centrodestra e centrosinistra sono due parole antiche, oggi senza senso, senza identità, ad Amantea ancora più senza senso e senza modernità.

E soprattutto sono due parole insignificanti e che comunque hanno ambedue una medesima origine : il centro.

Già, spesso dimentichiamo lo stesso (antico o moderno) significato delle parole. Se centro significa quel “ punto, area, parte che è approssimativamente nel mezzo di qualcosa o che costituisce il punto più interno di un oggetto, di un insieme, di una zona”, allora , visto che parliamo di politica locale, stiamo parlando del centro del nulla, del vuoto.

Si. Perché ad Amantea i partiti sono di fatto scomparsi.

Nel 2014 ne resteranno forse solo due, il movimento 5 stelle, se avranno il logo, e l’UDC se presenterà una sua lista.

Il resto è nulla. Ormai Amantea è la città delle liste civiche dove possono incontrarsi tutti, anche se, poi, quando manca l’elemento che unisce ( La Rupa, Tonnara) le liste civiche si sciolgono come neve al sole, si frantumano.

E poi infine una riflessione. Tutti coloro che hanno voluto e guidato liste civiche ………

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Amantea sembra Pearl Harbur dopo l’attacco a sorpresa dei Giapponesi.

Navi potenti che sono affondate prima ancora di partire per la loro avventura nel mare magnum della politica locale.

Gommoni che sono scoppiati prima ancora di essere gonfiati sufficientemente per galleggiare.

Capitani di lungo corso in divisa gallonata che sfilano lungo i moli parlando di una avventura vincente che ha alla fine la certa conquista dell’isola segreta, dove la vince felicità, dove la cultura sarà l’elemento del riscatto sociale ( andremo tutti a teatro, sentiremo sempre canzoni e musica, balleremo in mezzo alle piazze, avremo tante sagre , sul modello del panem et circensis romano, quello che c’era prima che l’impero romano finisse), dove ogni angolo del territorio sarà dotato di fognatura,di acquedotto, di illuminazione pubblica, di strade, di marciapiedi, e tutti avranno una cooperativa che darà loro lavoro, ed avranno anche il segno della munificenza comunale con appositi concessione di contributi da 100 euro. Non hanno ancora una nave ma nessuno sembra accorgersene. Certo che prima o dopo si scoprirà che i soldi non ci sono ma sarà sempre dopo le elezioni. e poi chi mai potrà farlo? Nessuno. La tecnica è quella di coinvolgere sempre le stesse persone che portano con sé precedenti responsabilità , così che alla fine nessuno potrà parlare.

Nelle acque melmose del porto di Amantea girano tanti maiali armati, cioè sommergibili tascabili, guidati da sommozzatori d'assalto di lunga esperienza od appositamente addestrati. Navigano sommersi per evitare di essere scoperti e distrutti prima di compiere le loro micidiali missioni.

Qualcuno tenta di scoprirli intimando di non nascondersi dietro anonime sigle , di dire chi sono e soprattutto quanti sono. E’ importante sapere chi sono per sapere se sono come aria netta o e sono aria sporca. E’ importante sapere quanti sono per sapere se davvero sono temibili, di che cosa potrebbero essere capaci , visto che finora hanno soltanto parlato , e soltanto contro.

Ma ci sono anche eserciti di votanti esposti sui moli, sotto nobili insegne partitiche . Eserciti di franceschiello che fanno spesso esercitazioni ma che non si sa se siano capaci di fare le guerre politiche di cui la città ha bisogno per vincere la battaglia del suo futuro. Eserciti espressi da generali pronti a vendersi al nemico pur di appartenere al prossimo governo conservando il potere personale.

Qui e là fuma qualche sigaro ed il fumo viene confuso per quello di una ciminiera di una nave pronta a salpare l’ancora ed a partire.

Tanta gente che nuota tra i relitti dopo che si sono affidati allo schettino di turno. Gente che si è affidata “anima e core” ignara che su questa “nave” non ci sono nemmeno barche di salvataggio, non ci sono nemmeno salvagenti, gente che voleva salire sulla nave senza saper nemmeno nuotare!

C’è poi il solito "nacchennella", il damerino, quello per cui l'abito fa decisamente il monaco. Il dandy made in Amanthea, di un'eleganza estrema, affettata. Insomma un gagà. E come gli altri non si accorgono di far ridere. Gli manca solo il monocolo in ossequio all’etimo "n'a qu'un oeil" francese da cui deriva nacchennella.

C’è chi aspetta la sanatoria dei suoi abusi e c’è chi si impegna a darla, ignaro che intanto i suoi passi e forse le sue parole sono registrati.

C’è chi mentre il super commissario alla spending rewiew Carlo Cottarelli parla di eliminare 85.000 dipendenti pubblici non va in pensione per non perdere soldi e potere e continuare a fare qullo che vuole con la complicità dei novelli capitani ( non tutti, forse, od almeno speriamo).

Insomma nella rada di Pearl Harbur galleggianti od a fondo le macerie di una Amantea dove il commercio sta morendo, dove il turismo è in forte declino, dove l’edilizia è irrimediabilmente ferma, dove in sostanza crescono soltanto, le tasse, le contravvenzioni dei photored, la disoccupazione, la fame, la disperazione, il levantinismo, l’ipocrisia, la vergogna

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Mostrano il Quotidiano della Calabria nel quale il titolista abituato a sentire parlare di Pasquale Ruggiero ha preso fischi per fiaschi ed ha posto la foto di Pasquale al posto di quella del fratello Sergio, come nuovo candidato della lista “La Nuova Primavera”.

Sono in piazza Commercio, come al solito, come tanti giorni.

Parlo dei cinquestellini.

Nel caso di Francesca Menichini e di Dante Fortunato

Sorridono, come fanno spesso, se non sempre.

Un sorriso che dicono trovino nella loro serenità di chi si accinge ad una campagna elettorale per le amministrative senza la responsabilità di avere portato Amantea sull’orlo dell’abisso, di avere contribuito a spegnere il commercio , di avere fatto crollare rovinosamente la bella immagine che la città aveva conquistato in tanti anni di impegno da parte della intera città, di avere spento l’edilizia e l’artigianato.

E la serenità di chi ha la consapevolezza di affrontare una campagna elettorale difficile ma non impossibile.

Ma stanno guardando il giornale.

Mi avvicino e mi fanno vedere Il quotidiano dove il titolista abituato a sentire parlare di pasquale Ruggiero ha preso fischi per fiaschi ed ha posto la foto di Pasquale al posto di quella del fratello Sergio , il nuovo candidato della lista “La Nuova Primavera”

Beh. Di fronte a tale refuso viene da sorridere.

Loro lo fanno anche per il rapporto non proprio idilliaco con la stampa.

Spiego, comunque, che non dipende dal giornalista locale che ha correttamente realizzato il pezzo, ma dal titolista che opera nella redazione, secondo l’abitudine tutta giornalistica di “accelerare” il testo del pezzo che poi finisce nella locandina.

Ma loro non smettono di sorridere.

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