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Semel in anno licet insanire. Carnevale è passato ( anche se se ne sentono gli effetti e gli effluvi tardivi di una ubriacatura della quale Amantea potrebbe fare a meno, dovrebbe, anzi, fare a meno) per cui ora è tempo di cominciare a ragionare( sempre che gli interessi e le pulsioni non vincano sui sentimenti, sempre che ,cioè, la tasca non vinca sul cuore ).

Ed Amantea, come tanta parte della Calabria, storicamente abituata a fare riferimento non agli eserciti ma ai condottieri, rivolge la sua attenzione ai sindaci.

E’ dietro ai sindaci che si formano le schiere. Sono i sindaci che realizzano i desideri degli individui che, logicamente, ad essi si rivolgono.

Anzi identificano il resto della “corte” con le stesse capacità o qualità dei sindaci.

Fatta questa breve premessa cominciamo a parlare dei possibili candidati sindaci

Cominciare dalla lista Nuova Primavera è un fatto obbligato. Si muove più degli altri e si muove soprattutto alla luce del sole, comunicando a tutti quello che fa, gli incontri che promuove, quello di cui discute. Diversamente da tutti gli altri che fanno i loro incontri in salotti , buoni e meno buoni, e che tentano di realizzare il consenso usando l’attuale potere( di come se ne potrà parlare, a cominciare dalla magistratura) o compensando eventuali interessi più o meno professati, leciti o meno resta da vedere.

Sono principi di democrazia e trasparenza che se applicati perfino in questa fase di ricerca del consenso elettorale preludono, in caso di governo, alla riaffermazione anche in caso di governo del paese.

Parliamo di un comportamento voluto da tutti i componenti della lista, ma affermati costantemente dal portavoce Gianfranco Suriano.

Un portavoce oggi ma del quale la comunità ritiene di non poter fare a meno in futuro.

In quale ruolo? Ma sicuramente in quello di candidato sindaco.

E perché no? O se volete perché si?

Beh, stando a quello che si coglie tra la gente e fermo restando che tutti siamo in attesa di vedere la lista nella sua composizione totale, Suriano ha maturato una forte esperienza politica( e sindacale) a fianco a Franco Tonnara del quale è stato amico, prima ancora che fido sodale. Ma Gianfranco Suriano è stato anche capace di restare senza il potere ( normalmente espresso dalla carica di assessore) accettando senza fiatare le scelte che lo hanno visto defilato.

Vi sembra poco un equilibrio siffatto?

Per molti amanteani che vedono la fibrillazione di decine ( in pectore di centinaia) di candidati sindaci senza alcuna esperienza( solo perché sono innamorati follemente di se stessi) , senza esperienza politica alcuna, senza alcuna conoscenza dei problemi della morente Amantea, un candidato idoneo costituisce una garanzia di totale cambio di passo della politica amanteana alla ricerca di quelle garanzie di correttezza, democrazia, trasparenza, efficienza di governo della cosa pubblica che non si vedono da tempo.

Questo è quanto percepiamo ma se saremo smentiti ne prenderemo atto.

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Falso allarme. E’ stato un falso allarme. Si era vista da lontano la potente corazzata, quella che se fosse entrata in porto avrebbe creato problemi a qualunque nave vi si fosse trovata ormeggiata ma adesso ha virato verso il largo.

E c’era chi non aveva dormito notti tranquille. Non tanto e solo la paura delle sue armi , quanto lo stesso movimento delle acque avrebbero mosso le acque ed intimorito sia a bordo che sul molo.

La certezza di un capitano di provata esperienza era la garanzia per tutti coloro ch la aspettavano, certi di un viaggio senza timori e soprattutto certi del ritorno.

Invece ( come si temeva per la verità) il capitano ha sciolto negativamente la riserva ed augurando felicità e successi alla “sua” corazzata , è sceso sul molo avviandosi verso i suoi interessi. Ad accompagnarlo il suo fido stratega Tonino che lascia anche lui la iniziativa.

Superfluo evidenziare che qualcuno ci è rimasto male avendo supposto che la corazzata con il comandante Michele avrebbe potuto avere il governo del mare e della città.

Pochi come lui hanno dimostrato di avere tali capacità. Per quanto non se ne sia nemmeno mai vantato, al contrario di tanti rovinosi “schettino” che hanno determinato disastri incommensurabili.

Qualcuno si è anche incazzato perché un comandante come Michele sarebbe stata la necessaria condizione di equilibrio interno e di buon governo.

Anzi dopo l’articolo qualcuno si era preoccupato di tale presenza che avrebbe evidenziato le azzardate manovre di altre navi che camminano solo se trainate dai rimorchiatori.

L’equipaggio ora dovrà cercare un altro capitano al quale affidare la potente nave ed il suo destino. Non è tanto per la divisa , affatto. Anzi ci dicono che ci sono in giro per Amantea decine e decine di divise di comandante pronte ad essere indossate e che qualcuno dei candidati ha ordinato anche l’acquisto del gran pavese –ovviamente a spese del comune-.

La ricerca del capitano invero era iniziata da tempo.

Non è che manchino coloro che presumono di poter guidare la nave “Amantea” . Anzi.

Il problema è che nessuno teme naufragi della nostra città: un naufragio, infatti, può esserci soltanto se la nave sta viaggiando al largo non certamente se la nave è già “stracquata” ed arenata come è i questo momento la cara Amantea.

E questa consapevolezza è così diffusa che nessuno si fa problemi di salirvi, sapendo, infatti, che non prederà più il largo, che il suo ferro diventerà ruggine, che le onde del mare piano, piano la faranno a pezzi, che poi i “mercanti d’affari” la venderanno ai robivecchi come ferro vecchio, perché nessuno di quelli che vediamo ha interesse a far ripartire la nave-città.

Lo sport popolare infatti è solo quello di salire sulla tolda,là dove, anche se piccolo o nano, potrà essere visto da lontano.

La fregatura è che Amantea è davvero una nave e come su tutte le navi la legge è affidata allo stesso comandante e nessuno può contestarlo. Ecco perché ci vuole non solo un capitano capace ma soprattutto onesto.

Peccato.

Ma ci dicono che potrebbe tornare e con un altro buon capitano.

Chissà!

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Abbiamo scritto di gommoni pompati all’inverosimile come la rana di Esopo.

Di capitani in attesa della nave il cui arrivo veniva ripetutamente annunciato ma che non si vedeva nemmeno con i radar.

Di navi in attesa del proprio “schettino”.

Di equipaggi che giravano le navi come i sepolcri. Equipaggi senza esperienza, alcuni dei quali non sapevano( né sanno) nuotare per cui si presentavano con qualcosa che li facesse galleggiare. Di tutto e di più. C’è chi si è presentato con la corona di sugheri( anni 50), chi con le camera ad aria dei camion( anni 60) , chi con salvagente e paparella , chi con i più moderni bracciali indossati a mò di corredo, chi con i materassini su cui sdraiarsi in caso di naufragio individuale o collettivo.

Ma si vedono anche vecchi nocchieri , un tempo abili navigatori e forti di esperienza politica ma che non hanno mai avuto in mano un remo o ( per fortuna della città) un timone, tesi quindi da sempre ad avere soltanto un posto importante a tavola, al più il cappello da ufficiale ( di che non si sa, ma comunque gallonato).

Abbiamo scritto che c’era qualcuno da lontano che osservava il tutto ( si vedevano brillare al sole le lenti dei binocoli)

Ed era vero.

Sembra infatti che stia arrivando una corazzata

Al comando un uomo navigato ( capitan Michele)

A tracciare la rotta lo stratega ( Tonino)

Capitano in seconda un vecchio lupo di mare di notevole esperienza ( Giovanni)

Tra gli ufficiali di rotta ( il giovane Vincenzo).

La corazzata come tutte le corazzate ha le lamiere rinforzate , potenti cannoni e forte contraerea e può quindi navigare con ogni condizione di tempo.

E’ una corazzata vera, non da film come la Potenkin.

Non solo ma dietro sembra avere grandi protettori che si garantiranno la presenza sulla nave di proprio personale in questo modo garantendo rifornimenti umani e politici atti a riprendere le antiche posizioni.

Basta con la casta che finora ha “governato” Amantea e che ancora pretende di tenere le chiavi della città.

Basta con i ministri alla Jean-Étienne-Bernard de Clugny-Nuys. Sappiamo tutti e lo ricordiamo la fine che fece Luigi XVI.

Basta con chi compra con 110 euro la dignità del popolo.

Sarà però necessario che i cannoni sparino davvero e mirino i nemici di Amantea non le case, i negozi, i turisti e la gente comune.

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