
Su una nave diretta a Dunai, s’imbarca un gruppo di passeggeri, i cui destini finiranno con l’incrociasi in un turbinio di colpi di scena e di tensione vibrante.
Il loro non sarà solo un viaggio di scoperta, ma di “riscoperta” del proprio “io”, della propria identità .
Alla base del racconto c’è la realtà da una parte, la magia dei paesaggi del mar Rosso, che favoriscono l’alchimia dei rapporti personali; dall’altra i protagonisti che tentano di riconquistare spicchi di una vita perduta, trasmettendo un senso di vitalità con le loro storie coinvolgenti.
Il continuo andirivieni tra passato e presente, di notevole impatto emotivo, non ostacola la fluidità della trama, che ti prende e ti porta a rivivere gli avvenimenti che si dipanano, pagina dopo pagina, in un susseguirsi di situazioni che tengono con il fiato sospeso, per approdare ad un epilogo assolutamente inaspettato
Blades, nella poesia dal titolo “Il viaggio”,dice, “ Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare”
E sono tante le storie ascoltate dai protagonisti nel loro andare come viaggiatori, non come turisti.
Tina Lojacono
Conoscere Tina ed amarla per la sua bellezza interiore, per la sua dolcezza tutta femminile, per la sua dirompente espressività, per la sua cultura, è una cosa semplice, quasi automatica, come bere un bicchiere d’acqua.
Forse un bisogno, come per il viaggiatore che arriva in un’oasi dopo aver percorso un lungo tratto di deserto.
Oasi che per Tina è sempre un punto di partenza, mai di arrivo.
Anche noi, “suoi attori”, abbiamo avuto la percezione, non immediata, purtroppo, e difficile da intuire, che, nel nostro vivere le sue commedie, distinti viaggi nella cultura e nella gioia di stare insieme, abbiamo prima perso la nostra individualità per riscoprirne una di gruppo, un gruppo di amici che tali non erano , ma che tali sono rimasti.
Grazie a lei. La nostra autrice, la nostra “maestra” , la nostra “amica”
Auguriamo ai lettori dei suoi libri di apprezzarla ed amarla come è capitato a noi.
Auguriamo a Tina che quel sorriso un po’ nascosto, da Monnalisa, esca fuori ogni giorno e tante volte, come può, e deve, capitare a chi sa che è importante per i suoi cari, per i suoi amici, per la stessa città che può vantarsi di averla tra coloro che ne rappresentano la parte migliore
Peppe Marchese ed Ida Francescano
E’ il titolo dell’articolo che abbiamo pubblicato dopo l’ultimo consiglio comunale.
E’ stato letto da quasi 300 persone, ma solo una ci ha scritto per segnalare come dice lei “…….., chi ti scrive chiaramente non ha grandi competenze in materie di bilancio e di ragioneria, ma penso di non essere l'unica tra i lettori a sentire l'esigenza di un chiarimento, se possibile.
Potresti spiegarmi, più o meno, come sono fatte queste pieghe del bilancio, nelle quali si riesce a trovare (come dici tu miracolosamente) la modica cifra di 893.337,68, un vero tesoretto.
Altri punti hanno sollecitato la mia curiosità, ma mi fermo alle pieghe, per adesso. Una cosa alla volta, dicevano gli antichi. Un abbraccio Francesca Menichino”.
Intanto una prima osservazione. Ovviamente critica.
Stiamo parlando di 893.337,68 euro di debiti pagati in un unicum; cioè nel solo 2013. Stiamo parlando di circa 65 euro per ogni abitanti, cioè di oltre 200 euro a famiglia.
Non è poco!
Abbiamo detto che questa somma è stata trovata ”miracolosamente” tra le pieghe del bilancio. Intendo dire che si tratta di una somma che era “conservata”, , cioè, ben nascosta” nel bilancio 2013 , in quel bilancio, cioè con il quale è stato gestito un intero anno, dicendo che “non ci sono soldi” per riparare le numerose ed enormi buche della strada di Marano, che “non ci sono soldi” per manutenzionare le opere pubbliche tra cui le strade che versano in condizioni di insicurezza, che “non ci sono soldi” per dare una stanza alle poche associazioni veramente onluss che operano senza i contributi/soldi dello stesso comune ( Unitalsi, Passalibro, e poche altre) .
Altro che miracolo, quindi, era previdenza, come è emerso in Consiglio, quando è stato detto che la sentenza è stata notificata i primi mesi del 2013. “loro” sapevano, quindi.
Ora delle due l’una.
O il comune di Amantea è “risparmioso” e quindi riesce a “risparmiare” quasi 1 milione di euro dal magro bilancio comunale, oppure ha una pressione tributaria altissima quantomeno di circa 200 euro a famiglia!
Ora che a chiederselo sia soltanto Francesca Menichino, su input del nostro articolo, è la cosa più sorprendente.
Non esiste ad Amantea una opposizione in consiglio?
Perché la relazione del revisore non parla del miracolo?
Non esistono ad Amantea partiti o similpartiti degni di questo nome?
Davvero possiamo andare così alle prossime elezioni? Chi garantirà i cittadini?
Quali speranze avrà la città quando tutti “loro” sanno ed i cittadini nemmeno si chiedono?
Ah, per meglio far capire . I soldi come spiegato in sede di bilancio dall’assessore Tempo sono ICI.
1.183.598,69 i debiti fuori bilancio approvati stasera dal consiglio comunale.
Mica poco!
Tra le 39 voci fanno impressione però, non soltanto le spese per legali, che sono sempre altissime( Barba Gregorio 12.931,46; Filice Giuseppe 21.362,08; Ferrari Vincenzo , G. N. 25.348,19; Adamo Vincenzo 28.783, 36; Iaconetti Antonio 6.425,24, s&eo) quanto le somme da pagare a Mauri Vittoria per il PIP, giusta sentenza della Cassazione.
Si tratta di due somme una di ,sole, 186.163,32, e l’altra, di sole, 736.014,76.
Parliamo, cioè , di 922.178,08 euro.
Si tratta di somme dovute- ha detto l’amministrazione comunale- comecchè discendenti da una sentenza nientemeno che della cassazione
Ricordiamo che la vicenda aveva già avuto un primo esito con la sentenza della corte d’appello n 1153 del 2010 che aveva condannato il comune al pagamento della somma di euro 736.014,76 oltre interessi.
Il comune era stato difeso dall’avvocato Ferruccio Fedele del Foro di Paola.
Il comune invece ritenne di resistere ed adottò la delibera n 122 dell’11 febbraio 2011, con la presenza della segretaria Cinzia Sandulli, il parere tecnico favorevole del dr Aloe Mario, la volontà politica espressa dall’allora sindaco Francesco Tonnara e dagli assessori Cappelli, Ruggiero, Vadacchino, Tempo, Carratelli e Suriano( era assente Mazzei).
Ritenne, infatti, il comune “ che il giudizio della ( Corte di Appello ndr) non è condiviso sia per quanto concerne l’interpretazione della disciplina normativa regolante la materuia e che il quantum determinato tenendo conto anche dello stato deui luoghi alla data dei provvedikmenti espropriativi” ( sic? Ndr)
Si decise di incaricare gli avvocati Manzi Luigi eAndrea reggio D’Aci , entrambi del foro di Rom.
Ma, ed ahimè, il comune è stato condannato al pagamento.
Per fortuna che il comune è riuscito miracolosamente a trovare nelle pieghe del bilancio del 2013 ( a 30 giorni dalla chiusura dell’anno) la bella somma di 893.337,68 euro che serviranno per pagare più dei 4 quinti di tutto il debito